Intervista a Giovanni Gentili, responsabile dell’Agenda Digitale dell’Umbria: la regione ha avviato una serie di azioni per mettere in pratica il Piano nazionale scuola digitale, a partire da un questionario dedicato agli animatori
L’Umbria, regione della cosiddetta “Italia mediana”, con neanche un milione di abitanti, sta diventando sempre di più una realtà all’avanguardia nella tecnologia. Con i progetti Opennes promossi all’interno del “Piano nazionale Scuola digitale” e nei programmi specifici, diverse sono le buone pratiche messe in atto, dall’ora di “coding” nelle scuole alla creazione della rete degli animatori digitali. E diversi i progetti in campo, con le scuole al centro.
L’agenda digitale dell’Umbria
“Diffondere l’openness – spiega Giovanni Gentili, responsabile dell’Agenda Digitale dell’Umbria – vuol dire diffondere quelle competenze legate all’apertura ed alla collaborazione necessarie oggi in ogni ambito per competere nell’era digitale”. La Regione Umbria si è mossa su questo con la L.R. n.11/2006, art. 9, comma 1 che ha istituito il Centro di competenza sull’open source, l’open data e l’open gov (CCOS) “quale strumento a disposizione del territorio in particolare per perseguire gli obiettivi della L.R. n.9/2014, art.1, comma 2, lett.c ovvero promuovere la ricerca scientifica nel settore ICT, l’innovazione tecnologica e la diffusione delle competenze digitali nel territorio regionale, ed in particolare l’accrescimento delle competenze digitali di creazione, l’uso consapevole e professionale dei social network, le opportunità offerte dal digitale al management pubblico e privato (e-leadership)”. E sul fronte “openness” e “cultura digitale” c’è una certa sensibilità. La Regione Umbria si sta muovendo con le risorse della programmazione 2014 – 2020 “per finanziare – dice Gentili – progetti tesi alla diffusione della cultura digitale, l’accesso assistito ai servizi pubblici disponibili in internet, l’uso consapevole della rete al fine del miglioramento della qualità della vita, della crescita economica e della creazione di nuovi posti di lavoro e, in particolare, progetti openness nelle scuole per arrivare a farne un “driver” per la diffusione della cultura digitale in tutto il proprio territorio”. Proprio questo è dunque il disegno, partire dalla scuola e quindi dalla formazione per andare oltre e coinvolgere tutto il territorio all’insegna della cultura digitale. “Per questo, con un occhio sempre attento a ricercare sinergie con le iniziative/programmi/progetti del MIUR, la Regione Umbria ha deciso di portare avanti azioni complementari a quelle promosse a livello nazionale”.
L’ora di codice in tutte le scuole
Azioni che iniziano nel 2014 con contributi elargiti alle scuole che hanno partecipato alle iniziative sul coding di Programma il futuro: risorse assegnate in base al numero degli studenti che hanno partecipato per ogni plesso scolastico. Giovanni Gentili è soddisfatto e spiega: “Dai feedback raccolti, l’ora del codice è entrata ormai a tutti gli effetti all’interno della programmazione scolastica in modo stabile e questo era il risultato che volevamo raggiungere con l’incentivo regionale iniziale”. Finanziata poi nel 2015 l’iniziativa “Esperienze pilota delle scuole sull’openness e la cultura digitale”, promuovendo un percorso di co-progettazione tra scuole e Regione Umbria, che ha portato al formarsi delle reti di scuole su progetti che coinvolgessero studenti, docenti, famiglie e territorio “Tale iniziativa – continua Gentili – si concluderà entro giugno 2016.. Ad oggi possiamo dire di aver avuto un ampio coinvolgimento sia per ciò che concerne la collaborazione tra istituti scolastici di diversi grado e dislocati in zone più periferiche, sia per numerosità e diversità dei soggetti coinvolti. Gli oggetti prodotti sono stati app, open data e buone prassi utili per proseguire l’esperienza umbra sull’openness”.
Le priorità per gli animatori
In tutto ciò, d’aiuto e stimolo è stata l’approvazione del PNSD, che ha scaturito il “Programma per lo sviluppo della cultura e delle competenze digitali attraverso l’incentivazione di progetti openness per il periodo 2015/2016” basato su due pilastri: “Rete degli animatori digitali dell’Umbria; Progetti degli animatori digitali dell’Umbria e la messa a sistema delle esperienze pilota delle scuole sull’openness”. Un programma piuttosto ambizioso, che va avanti. “Abbiamo ultimato la prima fase – dice Gentili – quella della costituzione di una rete di tutti gli animatori digitali con il coinvolgimento anche del team dell’innovazione, presente in ciascun istituto umbro. L’iniziativa punta su una forte co-progettazione, quindi abbiamo chiesto loro quale fossero le esigenze come “comunità di pratica” e quali ostacoli che la regione possa rimuovere rispetto all’implementazione del PNSD in Umbria”. All’avvio del percorso di co-progettazione, è stato distribuito un questionario di ingresso anonimo a tutti gli animatori digitali ed ai presidi umbri, in cui si chiedeva di esprimersi rispetto alle loro priorità d’azione e sulle prospettive che vedevano per l’attuazione del PNSD. Questi sono gli esiti elencati in ordine di priorità
Condividere le buone pratiche
Sia animatori sia presidi condividono le prime 4 priorità. Si è lavorato poi attraverso dei focus group per coinvolgere animatori digitali e dirigenti scolastici e si sono svolti tre incontri territoriali a Terni, Città di Castello e Foligno per la partecipazione di 400 soggetti, l’80 per cento degli animatori e dei membri del team delle scuole. E’ stato poi aperto un gruppo dedicato ai lavori del progetto su Facebook ed presto sarà attivata poi una piattaforma più completa. Un lavoro di ricognizione che, come spiega Gentili, ha evidenziato tre ambiti di intervento su cui agire: “La costruzione della “comunità di pratica” di animatori digitali e membri del team per l’innovazione; diffusione di “buone pratiche applicate” nel territorio umbro; il supporto nei rapporti con i soggetti del territorio (associazioni, EELL, ecc)”. Questi tre interventi saranno ora progettati a livello esecutivo ed attuati da qui a dicembre. “Al momento – continua Gentili – siamo molto concentrati sulla chiusura dei progetti delle reti di scuole e sulla prima fase del programma degli animatori. Cosa fare dopo sarà deciso in autunno sulla base dei risultati effetti e dei feedback che avremo dai progetti in corso. Naturalmente l’Agenda digitale dell’Umbria ha molti altri settori di intervento (diversi dalla scuola) in cui sarà possibile ricercare sinergie”.
Finanziare il digitale
Tanta carne del fuoco dunque, portata avanti con risorse regionali, a cui si aggiungono i cofinanziamenti delle scuole e tutta l’assistenza tecnica fornita dalle strutture regionali dedicate all’Agenda digitale dell’Umbria. “L’incentivo economico legato all’ora del codice – entra nel dettaglio Gentili – è stato di 70.000 euro; le 5 esperienze pilota delle scuole sull’openness sono state finanziate con 50.000 euro; la prima fase relativa alla costruzione della rete degli animatori digitali è finanziato per 80.000 euro, mentre la seconda fase relativa a progetti degli animatori stessi potrà proseguire (ma solo sulla base degli esiti effettivi della prima fase) con ulteriori 150.000 euro. Parliamo quindi di 350.000 euro dedicati all’openness in un triennio, in una regione che conta nel complesso circa 150 istituti scolastici (ognuno su molteplici plessi) e circa 800.000 abitanti”. Una vera ventata di tecnologia per le scuole, nelle quali qualche momento di resistenza non sarà mancato, anche se Gentili ci va cauto: “Lavorare prima sulle reti di scuole, poi sulle reti di animatori aveva appunto come obiettivo quello di creare una “condivisione” di intenti ed una “coalizione guida” capace di affrontare le naturali resistenze. Ora non possiamo sapere esattamente cosa accade all’interno di ogni istituto scolastico, ma fatto sta che abbiamo ricevuto sempre una partecipazione attiva, propositiva ed efficace. Il merito va sempre ad alcuni insegnanti che fanno da traino mettendo passione, testa e tempo; non di meno ai dirigenti scolastici che hanno capito il loro ruolo di manager; infine, senza presunzione un piccolo merito anche a noi che abbiamo adottato una tipologia di lavoro in co-progettazione che significa prima di tutto apertura, ascolto e condivisione… non una decisione dell’alto di ciò che andrebbe fatto: ovvio che tale impostazione è faticosa, ma ricca di stimoli, anche per noi della Regione Umbria. Sempre guardando a quanto emerso nel questionario anonimo fatto in avvio dell’iniziativa regionale, abbiamo avuto queste risposte (espresse sinteticamente in decimi, come dato complessivo medio tra risposte degli animatori e dei presidi):
Quindi c’è coscienza della situazione di partenza e delle difficoltà (a volte strutturali) delle scuole, ma c’è anche un certo ottimismo sul fatto che il PNSD sia una grande occasione per il cambiamento strutturale delle scuole e che ci saranno cambiamenti visibili per docenti, studenti e famiglie. E questo ottimismo e questa passione ci hanno davvero contagiato negli incontri che abbiamo fatto sul territorio con gli animatori ed i membri dei team per l’innovazione. Vogliamo davvero ringraziare tutti i presidi ed i docenti che hanno partecipato a questa fase di avvio dell’iniziativa regionale”.