L’azienda di Bari si occupa di apparati per il broadcasting radiofonico. Un pezzo della sua tecnologia è nel super acceleratore di particelle. E in Norvegia l’hanno scelta per la digital radio nazionale
Prendete 30 dipendenti di un’azienda che vengono messi prima in cassa integrazione e poi in mobilità. Pensate a loro, alle loro opportunità, al know how che rischia di andare perduto, alle capacità. Pensate a questi uomini che si rimboccano le maniche e trasformano il momento più buio della propria carriera lavorativa in un successo, quello di Neetra.
Cos’è (e cosa fa) Neetra
È questa la storia che sta dietro l’azienda di Modugno (BA), startup operante nel settore della progettazione, produzione e vendita di apparati per il broadcasting radiotelevisivo, nonché della progettazione, produzione e vendita di apparati elettromedicali ed elettroterapeutici. Dal disastro della Elettronika S.r.l. questi ingegneri hanno messo insieme le proprie energie, arrivando anche al CERN di Ginevra.
A creare Neetra sono stati in 11, ma per amministrarla hanno voluto un consulente esterno, qualcuno che potesse fare pianificazione strategica. Questo qualcuno ora amministratore delegato è Roberto Lorusso che, parlando dell’azienda che amministra, dice orgoglioso – quasi a fondarla fosse stato lui: “Il vero patrimonio dell’azienda è il know how tecnologico e relazionale”. Tra gli altri fattori che hanno incentivato la crescita esponenziale di Neetra (4 milioni di fatturato di euro nei primi due anni di attività) ci sono il contratto per la gestione del magazzino di Elettronika S.r.l. e i contatti con realtà internazionali che hanno permesso ai prodotti di Neetra di arrivare anche in Norvegia.
Neetra si occupa principalmente di apparati per il broadcasting televisivo e radiofonico.
La tecnologia che si occupa di trasmettere il segnale FM digitale e DAB verrà adottata dalla Norvegia nel 2017, anno dello switch off definitivo, e andrà a sostituire tutte le vecchie frequenze FM. Un altro business che alimenta l’azienda è l’applicazione di tecnologie basate sulla termoablazione per il trattamento del cancro e metastasi. L’applicazione elettromedicale si basa sulla tecnologia a microonde, la stessa che Neetra vuole applicare ai forni industriali. “Si tratta di un know how che può essere declinato in diverse applicazioni”, spiega Lorusso.
Dalla Puglia al CERN di Ginevra
Un pezzo di Neetra vive anche nel Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle che ha consentito agli scienziati del CERN di Ginevra di confermare l’esistenza del Bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio”. “Il CERN aveva affidato la costruzione del componente alla Elettronika S.r.l. in seguito alla vittoria di una gara d’appalto, noi abbiamo dato seguito alla richiesta”, racconta l’amministratore delegato di Neetra. I pezzi made in Puglia dell’acceleratore sono degli amplificatori di radiofrequenza (pre-driver), inseriti all’interno di un sistema di particelle.
La tecnologia è stata fatta su misura per il Large Hardon Collier, seguendo step produttivi rigorosi.
Nel futuro di Neetra c’è molto mercato estero. “È entrata a far parte del capitale sociale di Neetra un’azienda che ha forti relazioni internazionali con imprese impegnate nel settore broadcasting. Ciò che vogliamo fare è creare una rete di relazioni economiche“. Ma le novità non finiscono qui: Neetra amplierà il proprio laboratorio di ricerca e sta lavorando alla produzione di una nuova macchina di broadcasting. Per quanto riguarda invece l’applicazione delle microonde, oltre il settore medicale, la tecnologia sembra declinabile anche nell’agro-food. A richiederla è un’azienda israeliana per cui Neetra realizzerà degli speciali forni a microonde. Niente male per un gruppo di persone che non si sono fatte scoraggiare dalla cassa integrazione.