“The art of the brick” è l’esposizione dell’artista Nathan Sawaya, scultore che utilizza i mattoncini Lego: le sue opere in mostra fino al 3 aprile
Per fare il Pantheon ha impiegato 30.201 mattoncini. Per una ragazza quasi a dimensioni reali 10.213. Ogni scultura ha la sua targhetta, con nome e numero di mattoncini impiegati per realizzarla. Viene da chiedersi come faccia a contarli. Nathan Sawaya è l’artista dei Lego. Dal mappamondo alla Gioconda, per lui sembra che non ci sia niente che non possa essere riprodotto in mattoncini di plastica. La mostra “The art of the Brick” allestita allo Spazio Eventi Tirso a Roma, fino al 3 aprile, apre le porte del mondo di Nathan Sawaya: in tutto un milione di Lego strutturati in oltre 80 sculture.
Vedere Klimt in Lego
Che siate appassionati o no di mattoncini colorati, la mostra vale il prezzo del biglietto. Se non altro per conoscere la storia di questo artista fuori degli schemi, che ha lasciato il suo impiego da avvocato a New York per dedicarsi completamente alla sua passione da bambino, facendone un lavoro. Così nasce un percorso fatto di riproduzioni di opere d’arte famose (dal “Bacio” di Klimt all’”Onda” di Hokusai), di statue di marmo fatte in Lego (il David, o il Pensatore), di sentimenti personificati, come l’amore, la libertà, la perdita di una persona amata.
Mettere insieme un milione di pezzi
In un video proiettato nelle sale della mostra si vede come Nathan Sawaya costruisce le sue sculture: un lavoro certosino, fatto di traiettorie, proporzioni, colla. Perché per mantenere il peso delle sue sculture, che spesso sfidano la forza di gravità, non basta incastrare i mattoncini. Si vede Nathan che costruisce una figura umana: mette un mattoncino di troppo in un polpaccio, la figura è sproporzionata. L’artista prende scalpello e martello e rompe tutto: si comincia da capo. E in un attimo è lampante che costruire opere che abbiano forza, espressività e che colpiscano lo spettatore, non è proprio così semplice. Nei suoi atelier di New York e Los Angeles Nathan Sawaya possiede più di 4 milioni di mattoncini colorati, riposti in scatole divise per grandezza, tipologia e colore. Nelle sue mani ha una dote straordinaria, che ora sempre più persone apprezzano: quella di pixelare il mondo un mattoncino alla volta.