Martedì 18 ottobre il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda ha rilasciato un’intervista al Sole 24 Ore sul piano Industria 4.0. Tre cose interessanti dette
Il ministro Carlo Calenda ha parlato oggi al Sole24Ore del piano del Governo noto come Industria 4.0. 13 miliardi di investimenti che dovrebbero incentivare la trasformazione digitale e l’innovazione delle imprese italiane. Un passaggio importante per la politica industriale dell’Italia se si pensa che l’innovazione della produzione diventa il fulcro intorno al quale il paese pensa il proprio futuro. «Abbiamo rimesso le imprese al centro delle decisioni politiche» ha detto Calenda nell’intervista in edicola con il quotidiano di oggi. Abbiamo evidenziato alcuni passaggi che spiegano il senso di questa manovra. Qui per leggere l’intervista completa.
1. Le imprese sono pronte ad aprirsi all’innovazione?
«È la grande sfida che abbiamo davanti. Stiamo preparando un piano di correttivi che raggiungerà le imprese dal 1° gennaio in modo che siano informate sulle misure che entreranno in vigore. […] Non contano solo le risorse ma anche la natura dei provvedimenti. Industria 4.0 è il primo piano di politica industriale non dirigista di questo paese […]». Come a dire, le misure ci sono, sono importanti, ma la palla ora passa alle imprese italiane. Dal primo gennaio.
Leggi: Il piano Industria 4.0 presentato
dal governo in 7 punti
2. La certificazione che gli investimenti sono in innovazione, servono periti?
«Solo oltre il milione di euro di investimento. Sotto basterà la certificazione del venditore. Mi sembra un processo accettabile che garantisce a sufficienza la rapidità ma anche l’effettiva corrispondenza dell’investimento ai criteri fissati. Ricordo che con un ammortamento al 250% praticamente un terzo dell’investimento è coperto da minori tasse»
3. Il piano degli incentivi annunciato in estate
«Lo abbiamo completato, come promesso. Stiamo riducendo le misure da 25 a 4 su cui ho già concentrato le risorse che derivano dalla fine degli incentivi a bando. Contratto di ricerca e sviluppo, Contratto di programma, Smart e Start e Legge 181 saranno gli strumenti di base con cui lavoreremo. Entro questa settimana emanerò il decreto per modificare il processo di approvazione dei contratti di sviluppo dimezzandone i tempi». Insomma, per quello che riguarda le startup, tornerà Smart&Start.