A Treviso tre giorni con l’élite del mondo tech, digital e venture proveniente dai 4 angoli del Mondo
Anche quest’anno l’estate di H-FARM è stata animata dal Kinnernet Venice, uno degli eventi più particolari nel mondo del tech livello mondiale. Un appuntamento molto particolare che si dipana su tre giorni e che raduna l’élite del mondo tech, digital e venture dai 4 angoli del globo. Ideato da Yossi Vardi, VC israeliano tra le persone più influenti nella tecnologia al mondo e tra i primi investitori di ICQ, Kinnernet si svolge regolarmente dal 2003 in diverse città del mondo.
L’obiettivo di Kinnernet è creare una sorta di think tank di Internet, radunando le menti più brillanti del settore. I partecipanti vengono scelti da Vardi e si accede esclusivamente su invito. Da due anni viene organizzato da H-FARM, nella sede di Treviso, immersa nelle campagne venete, con attività di ogni tipo tra le quali, volo acrobatico, gite in canoe nella laguna di Venezia ma anche workshop di Cocktail, Pasta e Pizza che tanto vengono apprezzati dai colleghi internazionali. Kinnernet Venice, quindi, non è solamente un evento per ricchi imprenditori della tecnologia, ma una celebrazione delle tradizioni italiane e dell’Italianità partendo dagli elementi più tipici della nostra cultura per introdurre quelle che invece sono le menti e le innovazioni più interessanti del nostro paese.
Tra i personaggi di spicco di questa edizione c’è stato Dov Frohman, inventore della memoria EPROM e primo General Manager di INTEL in Israele, David Rowan, editore capo di Wired UK, Liz Bacelar, fondatrice di Decoded Fashion, giusto per nominarne alcuni.
Workshop sull’etica dell’innovazione si sono alternati a sessioni dedicate alla realtà virtuale, al design, alla robotica ma anche appunto cibo, vino ed alimentazione. Tra le dimostrazioni abbiamo avuto modo di vedere in azione Sophia, l’umanoide creato da Hanson Robotics del quale era presente anche il fondatore David Hanson.
Una community globale che si sposta di paese in paese
L’unicità di questo evento sta proprio nell’aver creato una community globale che si sposta di paese in paese discutendo i temi più scottanti dell’innovazione. Non una conferenza quindi, piuttosto una “un-conference” come la definisce Riccardo Donadon, fondatore di H-FARM. Nessun palco, ma tre giorni di network e discussioni create spontaneamente dalla community stessa, nella cornice delle campagne venete, che culminano con una festa in una barca che approda nella notte in piazza San Marco. «E’ come stare sempre nel backstage della conferenza a prendersi un caffè con gli speakers – continua Donadon – ma con un forte elemento ludico che aumenta le possibilità di network e interazione».
Qui vincono idee e passione
Giocava in casa invece Alessandro Biggi, tra i principali animatori dell’evento, General Manager di Zooppa una delle startup di maggior successo di H-FARM: «Kinnernet è uno degli eventi più belli ai quali ho partecipato, a parte il Kinnernet dell’anno principale. Non è un evento business o una conferenza, è un evento in cui vincono le idee e la passione. Qui ci si connette perché si hanno cose in comune e quello che succede spesso è che la somma delle due cose da un risultato del tutto superiore. Tra le cose più sorprendenti che ho visto quest’anno c’è stata Sophia, l’umanoide che rispetto alla presentazione dell’anno scorso ha fatto passi veramente da gigante».
Condivisione vera e spontanea
Mattia Crespi è invece un futurologo che lavora in Silicon Valley presso l’Institute For the Future di Palo Alto e autore di una sessione dedicata alle “7 economie più potenti al mondo”: «Qui puoi entrare in contatto con persone che vogliono veramente cambiare il mondo e fare cose belle col nostro futuro. E’ una conferenza libera senza un programma fisso, tutto è più semplice e la condivisione è più vera e più spontanea».
Tra i maggiori sostenitori del Kinnernet Italiano è John Clippinger professore e ricercatore del MIT Media Lab Human Dynamics Group e autore di diverse ricerche che hanno gettato il fondamento per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale: «C’è un qualcosa di veramente unico a H-FARM che è l’elemento umano. Come dice il nome stesso si tratta di una Human Farm. Se vai a Y-combinator negli Stati Uniti pensano solamente al successo, qui invece si cerca di creare un vero ecosistema unico al mondo. Qui stanno creando un’economia basata sulle relazioni umane che è un concetto completamente diverso dalla Silicon Valley. Gli italiani hanno un’attenzione incredibile verso l’aspetto del design e verso l’aspetto umano. La location fa tutto il resto».
Una community stupenda con la voglia di cambiare il mondo
Community, location e le persone sono quindi gli elementi fondamentali come sottolinea anche Meghan Rutigliano, executive director del Burning Man Festival: «Ho trovato una community stupenda con la voglia di cambiare il mondo in una location mozzafiato qui a Venezia. Due elementi che ritrovo anche al Burning Man».