La ragazza è tra i 20 finalisti della Google Science Fair. Ha presentato un progetto che contrasta l’acidificazione degli oceani riciclando i gusci di cozze, vongole e ostriche
“Problemi in paradiso”. Il suo progetto l’ha chiamato così. Isabella O’Brien è una studentessa canadese di 13 anni che un bel giorno, facendo diving nelle acque cristalline del Messico, si è resa conto di come chilometri di coralli vengano distrutti dal troppo inquinamento. Ed ha trovato un metodo che, contrastando l’acidificazione dell’oceano, mantiene l’equilibrio dell’ambiente marino. Isabella è una dei 20 teenager arrivati in finale alla Google Science Fair di quest’anno, la competizione mondiale tra giovanissimi scienziati che hanno scoperto qualcosa di utile per la società. Il podio dei vincitori verrà annunciato il prossimo 21 settembre.
Un piccolo genio canadese
Isabella viene da Dundas, in Ontario (Canada). “L’interesse per la scienza me l’ha trasmesso il mio insegnante di scienze della scuola elementare – racconta – che faceva della sua lezione la parte migliore di tutta la mia giornata”. Isabella ama condurre esperimenti su problemi ambientali, ispirandosi a scienziati come Roberta Bondar o come il teenager Raymond Wang (di cui vi avevamo parlato qui). Durante il suo viaggio in Messico ha osservato le grandi quantità di coralli che vengono uccisi dagli alti livelli di CO2 presenti nelle acque, che rendono gli oceani acidi. Un ph particolarmente acido può dissolvere coralli e crostacei, e li porta a cambiare colore o a morire.
Paradisi da salvare
Il progetto “Trouble in Paradise”, ovvero “Problemi in paradiso: come possono le conchiglie riciclate aiutare a diminuire gli effetti dell’acidificazione degli oceani?” nasce da questa osservazione e da un dato: ogni anno ci sono circa 6 milioni di tonnellate di scarti di conchiglie. Isabella si è messa all’opera per vedere se questi scarti potevano essere utili a bonificare gli oceani. Usando i gusci di ostriche, cozze e vongole Isabella ha provato a stabilizzare i livelli di ph dell’oceano. Le sue ricerche sono durate circa 20 settimane, per monitorare gli effetti dell’aggiunta di calcio nei processi di acidificazione delle acque marine.
Conchiglie in polvere
I risultati hanno dimostrato che tutti e tre i tipi di conchiglia portano a una diminuzione del ph dell’oceano e quindi si possono riciclare: la polvere di conchiglia è uno strumento efficace contro l’acidificazione degli oceani, ed Isabella è riuscita a trovare un metodo che rende l’ambiente marino ospitale per i coralli. Se vincesse il contest di Google, ha detto, “sarebbe ancora più spinta a continuare i suoi esperimenti”, ma la ragazza coltiva anche altri interessi: “Non sono ancora sicura se da grande voglio fare la scienziata per trovare soluzioni ai problemi del mondo – ha dichiarato – oppure un politico per essere sicura che le soluzioni che trovano gli scienziati siano effettivamente messe in pratica. Quello di cui sono sicura è che lavorerò duro per rendere il nostro futuro il migliore possibile”.
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