La startup accelerata a I3P sviluppa sensori IoT per il monitoraggio delle strutture. «Dopo il terremoto tanti ingegneri civili si sono rivolti a noi»
No, nessuna possibilità di prevedere terremoti. Ma una rete di sensori che testa la capacità di edifici e strutture di resistere ai terremoti e alle catastrofi naturali, sì. Nel dettaglio, non un singolo sensore, ma tanti dispositivi che possono monitorare le singole parti di un palazzo, rilasciare i dati e renderli utilizzabili. Destinazione: ingegneri, Pubblica Amministrazione, chiunque abbia il compito di controllare la staticità di un palazzo o di una strada o anche di un monumento. A questo stanno lavorando a Sysdev, la startup accelerata a I3P, l’incubatore del Politecnico di Torino. Costituita nel 2015, Sysdev si muove nel settore dell’Internet of Things e si occupa di tutta la filiera del monitoraggio: dallo sviluppo dei sensori alla elaborazione finale dei dati. A maggio 2016 il team (tre senior e due giovani), guidato da Marco Bonvino, 59 anni, originario di Torino, founder e CEO, 20 anni di esperienza nel campo dell’automazione e del monitoraggio, ha chiuso un round di 500 mila euro con A.DI.Co.M Group. Un’operazione che ha portato risorse importanti «destinate in ricerca e sviluppo», in vista dell’arrivo sul mercato «previsto tra la fine del 2016 e il 2017», anticipa proprio Marco Bonvino. Il terremoto di fine agosto e la situazione venutasi a creare con le scosse di fine ottobre, hanno però acceso i riflettori sull’attività di monitoraggio di Sysdev. «Molti ingegneri civili, i nostri partner ideali, si sono già rivolti a noi. C’è stato un incremento di richieste». In attesa della commercializzazione, il team ha anche avviato un progetto con il Comune di Torino nel quartiere Campidoglio. Il progetto si inserisce in Torino Living Lab. Obiettivo, aumentare la sicurezza delle strutture, migliorare la qualità degli ambienti e ridurre i consumi energetici.
Leggi anche: Sysdev (I3P) raccoglie 500K da A.DI.Co.M che lancerà il suo prodotto sul mercato
Bonvino, di che si occupa Sysdev?
«Lavoriamo su soluzioni Internet of Things verticali, che vanno dalla progettazione hardware e software dei sensori alla gestione dei BIG Data sul cloud. Ci muoviamo su tre piani: sul sistema di monitoraggio strutturale, sul monitoraggio degli ambienti interni degli edifici. E poi sull’applicazione di queste tecnologie per soluzioni di tipo industriale».
Internet of Things, in che modo?
«Prima di tutto, per noi IoT vuol dire incrementare l’intelligenza dei nostri sistemi di monitoraggio aumentando esponenzialmente il numero di sensori dispiegati».
I sensori li progettate voi?
«Sì, li progettiamo noi. Sono a basso costo, facili da installare, piccoli e a lunga autonomia. Questo tipo di sensori li chiamiamo atomici».
Atomici?
«I nostri sensori pre-elaborano i dati e li trasmettono in pacchetti molto piccoli. Alla fine il loro valore è nell’aggregazione di informazioni elementari, appunto “atomiche”. Il risultato è una vera e propria immagine digitale del mondo fisico che è stato monitorato».
Quanto è importante la sensoristica in caso di terremoti o disastri ambientali?
«Il nostro sistema serve a controllare la resilienza del territorio».
Anche dopo l’evento catastrofico?
«Le aree colpite non hanno alcun tipo di sensore né di monitoraggio. Quindi anche le valutazioni sulla ricostruzione vengono fatte in modo approssimativo».
La startup. SysDev a maggio 2016 ha chiuso un round di 500 mila euro.
«Sì, con A.DI.Co.M Group. Proprio il tipo di investitore di cui eravamo alla ricerca. Cercavamo un partner industriale, non finanziario. Quelle risorse ci hanno dato la possibilità di fare prototipi e gestire la struttura. L’operazione con A.DI.Co.M ha valore in termini di sinergia industriale». Un’operazione di open innovation. E’ un’azienda di IT che ha cercato risorse all’esterno».
SysDev è accelerata presso I3P.
«Il rapporto con l’incubatore del Politecnico di Torino è stato fondamentale. Soprattutto per l’ingresso dell’investitore nella società».