La stilista italiana, invitata alla Oxford Union, ha raccontato la storia della sua famiglia e di come, tra sacrifici e sogni, un negozio di pelletteria è entrato nell’Olimpo della moda
Grande onore per la stilista italiana Anna Fendi, invitata a parlare ad una delle associazioni universitarie più antiche della Gran Bretagna, la Oxford Union. Attesa da una folla enorme di studenti, è stata presentata al pubblico dall’attuale presidente, Nikolay Koshikov. Nel suo discorso, durato più di un’ora, ha raccontato come tutto è iniziato.
I suoi genitori, Adele e Edoardo Fendi, nel 1925 acquistarono una piccola bottega di pellicceria con laboratorio annesso a Roma. Già negli anni ‘30 le raffinate pellicce e gli accessori di pelle del laboratorio Fendi raggiunsero fama internazionale, grazie alle ricche signore con un debole per l’artigianato made in Italy in visita alla città eterna. Alla morte del padre nel 1946, le figlie Anna, Paola, Franca, Carla e Alda rilevarono l’impresa. I sogni e il coraggio delle cinque sorelle traghettarono il negozio fino a farla diventare un’azienda di livello mondiale, posizionandola sul gradino più alto dell’impero del lusso. Un marchio che nel corso degli anni si è espanso sempre di più: la linea ready-to-wear donna, quella uomo, quella bambino, i profumi e la linea casa. Questo enorme successo è tutto merito della genialità delle sorelle Fendi, ma anche di un certo Karl Lagerfel, che nel 1965 iniziò a collaborare con la casa di moda.
Anna Fendi ripercorre la sua storia, senza dimenticare che dal 2004 Fendi è uno dei brand del gruppo francese del lusso LVMH.
Ma nonostante la grandissima attenzione riservata ai nuovi mercati, l’azienda non ha messo da parte le proprie radici culturali. Poco dopo la fusione Anna Fendi ha lasciato la responsabilità del reparto creativo alla figlia Maria Silvia, ancora oggi alla guida di Fendi, al fianco di Karl Lagerfeld come responsabile degli accessori, della linea uomo e bambino. Dopo una vita nel mondo della moda, è stata la prima donna italiana a vincere nel 2011 il premio IWF Hall of Fame Award a Washington, per il suo lavoro nel promuovere la bellezza del made in Italy.