Dall’annuncio dell’addio di Jack Ma fino all’arresto di Richard Liu per molestie sessuali e alle difficoltà prolungate di Tencent in borsa dopo l’annuncio del nuovo più severo regolamento del governo cinese su videogame e internet. Ecco perché in questo momento, per diversi motivi, i colossi cinesi vivono un momento complesso
Addii annunciati a sorpresa, cadute in borsa, persino arresti oltreoceano. Il momento dell’impero tech cinese è particolarmente complesso. Alibaba, Tencent e JD.com erano abituate, negli ultimi anni, a mietere un successo dopo l’altro, senza (quasi) mai conoscere la parola “preoccupazione” o “insuccesso”. Sembrava che i big tecnologici della Cina potessero scalare il mondo senza nessuna battuta d’arresto. E invece… Il risultato finale potrebbe essere molto probabilmente lo stesso ma ora si è scoperto che anche per loro c’è qualche grattacapo da risolvere lungo il tragitto.
Alibaba, l’addio di Jack Ma
Settembre si è aperto con un annuncio a sorpresa, quello di Jack Ma. Il fondatore e presidente esecutivo di Alibaba, ha dichiarato che lascerà il colosso dell’e-commerce cinese da lui fondata ad Hangzhou nel 1999. L’addio avverrà tra un anno, il 10 settembre del 2019, giorno del suo 55esimo compleanno. Ma, che ha anticipato la sua decisione in un’intervista al New York Times, ha spiegato che si dedicherà ad attività filantropiche, seguendo l’esempio di Bill Gates, il precursore dei sovrani del tech globale. “Ho ancora molti sogni da realizzare”, ha spiegato Ma. “Chi mi conosce sa che non mi piace stare senza fare niente. Ho intenzione di portare avanti il mio ruolo di partner fondatore… Voglio anche tornare all’insegnamento, che mi entusiasma molto perché è ciò che amo fare. Il mondo è grande e io sono ancora giovane, quindi voglio provare nuove cose”.
Tutto molto bello. Ma per Alibaba non sarà semplice fare a meno di lui. Volto della società e factotum, Ma ha sempre amato apparire ed è diventato il volto rassicurante anche nelle situazioni potenzialmente spigolose per l’azienda. Per Alibaba si apre una sfida complessa: portare avanti la visione innovativa del suo fondatore senza di lui, e per di più in un contesto dove la concorrenza si sta facendo sempre più forte, come dimostra l’ascesa che pare irresistibile dell’app Pinduoduo sul mercato cinese. Senza contare i possibili rischi correlati alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’anno di transizione prima dell’addio di Ma dovrà essere sfruttato al meglio da Alibaba per non farsi trovare impreparata alla data x del settembre 2019, quando tutti i poteri passeranno al successo Daniel Zhang, il quale appare però molto meno carismatico del suo padre putativo. Secondo diversi analisti, le attività quotidiane di Alibaba potrebbero non risentire più di tanto del cambiamento, però la fiducia dei consumatori potrebbe diminuire senza le continue apparizioni del volto di Ma. A Zhang il compito di mantenere la situazione di vantaggio creata negli anni grazie anche alla sua operatività e continuare a diversificare gli investimenti, come dimostra il coinvolgimento dell’azienda in diversi progetti legati a intelligenza artificiale, riconoscimento facciale, digital media, alimentare, delivery, automobili, pubblicità, cinema e startup.
Tencent, le difficoltà in borsa
Momento difficile anche per Tencent, principale competitor di Alibaba e colosso proprietario della sempre più diffusa app WeChat, che insieme ad Alipay ha rivoluzionato il sistema dei pagamenti in Cina, realizzando una vera e propria cashless society. Il colosso guidato dal ceo Pony Ma, la società tecnologica cinese con la più elevata capitalizzazione, ha appena fatto segnare il primo calo nell’utile negli ultimi 13 anni. I profitti sono rimasti piatti e in borsa il titolo ha perso molto valore di mercato nel mese appena trascorso. La flessione è dovuta in gran parte alla debolezza di un comparto strategico: i videogames. Videogiochi e social media sono per la prima in frenata, dopo anni di crescita a livelli esponenziale sul mercato cinese. La caduta sul gaming ha proporzioni che alcuni analisti hanno definito “drammatiche”. Il tutto deriva dalla sospensione del mercato ordinata dal governo cinese in attesa dei nuovi, più stringenti regolamenti in materia. Le autorità hanno bloccato l’approvazione della vendita di nuovi videogiochi, causando una perdita sostanziosa sui guadagni previsti da Tencent per il 2018. A livello di numeri, Tencent risente maggiormente del rallentamento della crescita del Dragone rispetto ad Alibaba, anche perché la sua politica di investimenti all’estero è più cauta rispetto a quella più aggressiva del competitor guidato da Jack Ma. In molti sottolineano la necessità, per Tencent, di creare una narrativa più coerente perché finora gli investimenti non stanno creando molto valore per i suoi azionisti. Con la sospensione del mercato dei videogames, che ora dovranno rispettare regole più stringenti per essere venduti in Cina, il colosso di Pony Ma ha davanti la sfida di trovare nuovi percorsi di crescita.
JD.com, i guai giudiziari di Richard Liu
Problemi di tipo diverso per il terzo colosso digital cinese, JD.com. A inizio settembre, infatti, il suo ceo Richard Liu è sdtato arrestato dal dipartimento di polizia di Minneapolis con l’accusa di molestie sessuali. Il miliardario cinese si trovava negli Stati Uniti per un viaggio di affari quando è stato portato in carcere dagli agenti, prima di essere poi rilasciato circa 24 ore dopo. La polizia ha detto che è stata aperta per molestie sessuali un’indagine e non ha fornito altri dettagli. Liu ha comunque potuto fare rientro in Cina ma l’evento, sul quale permane un alone di mistero, è un duro colpo sotto il profilo dell’immagine. JD.com è la seconda azienda di e-commerce cinese dopo Alibaba, ma in madrepatria è insidiata dalla crescita esponenziale da Pinduoduo. Anche per questo Liu sta puntando moltissimo sull’internazionalizzazione del suo business. Recentemente Google ha investito in JD.com 470 milioni di euro. L’intenzione è quella di unire le forze sul mercato asiatico per sfidare Alibaba e Amazon. Allo stesso tempo Liu ha dichiarato più volte di volersi espandere anche sul mercato europeo. Il caso di Minneapolis potrebbe però rallentare i suoi piani, così come la crescita dei competitor interni gli sta creando qualche grattacapo nel mantenere la sua quota di mercato.