Un personaggio Lego su sedia a rotelle è apparso per la prima volta al mondo durante una fiera di giocattoli internazionale. L’azienda danese ha così ceduto alle pressioni dei genitori di bambini disabili attraverso la campagna #ToyLikeMe
“Ciao Lego! Per favore, fai che questo sia l’ultimo Natale in cui i bambini disabili restano culturalmente esclusi dai tuoi amati giocattoli”. Questo è l’incipit di una lunga letterina di Natale apparsa lo scorso dicembre sul sito Change.org, nella quale si chiedeva alla Lego – l’azienda danese produttrice dei famosi mattoncini di plastica – di ispirarsi di più alla realtà nella costruzione dei suoi giochi, invece che continuare a rappresentare un mondo ideale.
Una realtà fatta, purtroppo, da disabilità e malattie che colpiscono anche i più piccoli. Per questo mesi fa un gruppo di genitori di bambini disabili ha lanciato una petizione su internet per chiedere alle aziende produttrici di giocattoli di creare bambole, barbie e, appunto, Lego più vicini alla realtà, in modo da non far sentire esclusi tutti quei bambini che convivono con la disabilità. #ToyLikeMe (giocattoli come me) è l’hashtag col quale è stata lanciata la petizione, firmata fino a questo momento da 20.235 persone che oggi si sono prese la loro prima grande soddisfazione.
Alle Nuremberg and London toy fairs – fiere del giocattolo internazionali – è stato infatti esposto il primo personaggio Lego in sedia a rotelle. Si tratta di un sorridente ragazzo che indossa felpa e berretto e si muove autonomamente in un parco, circondato da un cane, un ciclista, un gelataio, una mamma col proprio bambino.
In realtà già ad agosto 2015 Lego aveva presentato il suo primo “omino” sulla sedia a rotelle ma questo, contrariamente alle aspettative dell’azienda, era risultato offensivo agli occhi dei genitori di bambini disabili. Il Lego in questione, infatti, era un uomo anziano spinto da una giovane ragazza. Questo – hanno detto i sostenitori della campagna #ToyLikeMe – non era ancora rappresentativo della realtà perché lasciava intendere che la malattia e la disabilità appartengono solo al mondo degli adulti.