Il corso è dell’Università di Pavia e si chiama “Conservazione e restauro dei beni culturali declinati su strumenti musicali, strumentazioni e strumenti tecnici e scientifici”. Lo frequenteranno solo in 5
Antonio Stradivari si era formato nella bottega del cremonese Nicola Amati. Trecentocinquant’anni dopo, Cremona continua ad essere la culla dei liutai dando vita al primo e unico corso di laurea in “Conservazione e restauro dei beni culturali declinati su strumenti musicali, strumentazioni e strumenti tecnici e scientifici”. Per costruire e riparare violini non basterà più sapere usare bene lime e colle ma bisognerà studiare chimica, storia dell’arte, fisica, economia aziendale oltre a storia del restauro, acustica musicale, museologia. Per cinque anni gli studenti, italiani e stranieri, si prepareranno grazie a docenti di altissimo livello: a insegnare ai ragazzi saranno professionisti altamente specializzati, selezionati in base a requisiti molto severi imposti dal Mibact.
L’offerta formativa, inoltre, sarà integrata da seminari pubblici e conferenze affidati ai migliori specialisti dei diversi settori interessati. Un corso che sarà il fiore all’occhiello per il dipartimento di musicologia dell’università di Pavia che ha sede sotto il Torrazzo. La progettazione di questa laurea dall’altro canto è frutto di un lavoro lungo e meticoloso cui hanno partecipato realtà che a diverso titolo in città sono protagoniste nel mondo della liuteria, della musica e della formazione. Il progetto è nato all’interno del Distretto culturale ed è stato finanziato dalla Fondazione “Cariplo” e “Arvedi Buschini”.
Inizialmente saranno solo cinque coloro che potranno frequentare questo corso: il numero corrisponde alla configurazione standard di tutti i corsi di questa classe di laurea, per la quale il ministero dell’Istruzione impone per le ore di laboratorio un rapporto studenti/docente di cinque a uno. Un dato ristretto che garantisce, tuttavia, l’eccellenza della formazione ed evita il rischio della saturazione del mercato del lavoro. A dare ancora più lustro a questa laurea saranno gli spazi che la ospiteranno: le aule del “Politecnico” ma anche lo straordinario museo del violino che è stato costruito in piazza Roma dove un tempo aveva la bottega Stradivari.
Cremona ora è pronta, grazie a questa novità nel panorama dell’istruzione universitaria, a fare un salto di qualità dando al lavoro del liutaio il giusto prestigio.
La città per centinaia di anni è stata capace di conservare il segreto che le aveva lasciato Stradivari: basta girare tra le vie del centro storico di Cremona ma anche della vicina Crema per imbattersi in minuscole botteghe dove sapienti mani sanno lavorare il legno unendo intelligenza e competenza. Nella terra del torrone e del tortello dolce arrivano musicisti da ogni parte d’Italia per restaurare i loro strumenti o per trovare quello giusto. Avere la possibilità di formare dei giovani che nutrono passione per quest’arte dando loro la possibilità di prendere il testimone dei maestri liutai, è sicuramente un’occasione non solo per Cremona ma per l’intero Paese che può vantare una storia importante per quanto riguarda la musica.