Non sarebbe un addio vero e proprio al test di accesso alle Facoltà di Medicina, ma su carta rappresenta comunque un cambiamento atteso da moltissime persone, studenti in primis. Il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato ha dato il via libera a larga maggioranza al testo base che imposta la riforma all’accesso ai corsi di laurea in Medicina: la novità più importante è che il test viene spostato sei mesi dopo l’inizio delle lezioni.
Medicina: il test d’ingresso è abolito o no?
Le matricole potranno dunque iscriversi alle facoltà e frequentare i primi corsi a settembre per prepararsi agli esami a dicembre. Il quiz d’ingresso avverrà all’inizio dell’anno successivo, a gennaio. La soglia minima di punteggio per continuare il percorso di studio verrà stabilita in seguito dal ministero, ma intanto sta già suscitando dibattito un criterio in particolare. A parità di punteggio al test verrà scelta la matricola che ha residenza nella città dove ha sede l’università.
Chi è contrario all’abolizione del test?
Come si legge su Adnkronos, Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, ha criticato il testo base della riforma, parlando di un colpo di grazia al Servizio Sanitario Nazionale. «Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – ha detto – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico».
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Anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha criticato la riforma. «Questa non è assolutamente una norma di buon senso – sono le parole del presidente Filippo Anelli – eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati».
Ci sono comunque ancora diversi passaggi e voti prima che la riforma diventi legge. Ora dovranno esprimersi la Commissione del Senato, l’Aula e il Governo. Se dovesse essere approvata la novità sul test entrerà in vigore dall’anno accademico 2025-26.