La pandemia ha insegnato a tutti, grandi e piccini, che smartphone, tablet e PC non sono solo una fonte di distrazione ma anche ottimi alleati nello studio. Per questo aumentano le giovani realtà che attraverso la gamification, corsi online ed esercizi digitali insegnano ai più piccoli materie che non rientrano nei programmi scolastici
Settimo episodio della nostra rubrica sulle startup per la Generazione Alpha (qui per leggere tutte le altre). Com’è noto la pandemia ha costretto milioni di studenti di tutte le età davanti a uno schermo. Una situazione eccezionale che aveva gonfiato al massimo i soldi investiti nei corsi da seguire in remoto.
Secondo il centro di ricerca statunitense HoloniQ, con la fine dell’emergenza sanitaria lo scenario è via via tornato alla normalità. Per questo il 2022 è stato un anno segnato da una significativa riduzione a livello globale degli investimenti venture capital nell’edtech rispetto al 2021. Si è infatti passati da 20,8 miliardi di dollari nel 2021 a 10,6 miliardi di dollari l’anno precedente, un calo del 49%.
E se le lezioni a distanza hanno certamente rappresentato un problema per i più piccoli, li hanno anche esposti a un nuovo modi di imparare e di fruire dei dispositivi elettronici. Ora che bambini e ragazzi sono tornati sui banchi di scuola della formazione a distanza è giusto tenersi il meglio. Esistono piattaforme che, attraverso gamification, corsi online, esercizi digitali insegnano ai più piccoli le lingue, il coding, la matematica e altro.
Startup edtech per imparare a programmare
Il coding sviluppa nei bimbi il pensiero logico, le capacità di problem solving, incoraggia la collaborazione e alimenta il pensiero critico. Steve Jobs diceva che “tutti dovrebbero imparare a programmare un computer perché è un’attività che insegna a pensare”: non è dunque troppo presto perché un bambino inizi la sua avventura nella programmazione.
Ali Partovi, co-founder di Code.org
Code.org è stata lanciata nel 2013 dai fratelli Hadi e Ali Partovi con un video che promuoveva l’informatica. È un’organizzazione no-profit dedicata all’espansione dell’accesso alla formazione scolastica in informatica e alla partecipazione delle ragazze e di tutti gli studenti appartenenti ad altre minoranze sotto-rappresentate. “La nostra idea – raccontano i fondatori – è che ogni studente di ogni scuola debba avere la possibilità di imparare l’informatica, proprio come avviene con la biologia, la chimica e l’algebra”. Forniamo i più diffusi curriculum per l’insegnamento dell’informatica nella scuola primaria e secondaria e organizziamo anche la campagna annuale dell’Ora del Codice, che ha coinvolto il 10% di tutti gli studenti del mondo. Code.org è supportata da generosi partner tra cui Amazon, Facebook, Google, Microsoft e molti altri. I corsi di Code.org sono utilizzati da decine di milioni di studenti e da un milione di insegnanti in tutto il mondo.
L’italiana Coderkids offre corsi di coding in presenza e online per bambini dagli 8 ai 13 anni. Fondata nel 2015 da Federica Gambel, madre di due bambini, ha il fine di avviare i bambini e i ragazzi al coding e alla robotica educativa, non per formare dei programmatori ma per coltivare e sviluppare un nuovo modo di pensare, affrontare e risolvere i problemi, secondo la logica e il pensiero computazionale. Propone lezioni a distanza in diretta o on demend e anche lezioni di gruppo a domicilio a Milano e provincia. Si passa da corsi di coding e creatività digitali a quelli per creare la propria app, dalla robotica alla creazione di una mod con Minecraft.
Matematica e logica dai tre anni in su
Redooc, la “Palestra della matematica più grande d’Italia – come la chiamano i fondatori Chiara Burberi (oggi direttrice generale di Edifin) e Nicolò Ammendola – è una piattaforma dove i ragazzi ripassano, studiano, si esercitano cumulando punti ed entrando in classifica, come in un grande gioco”.
Chiara Burberi, fondatrice, presidente e ceo di Redooc
Redooc propone anche corsi o lezioni online che possono sostituire o integrare le lezioni private a prezzi concorrenziali. Su Redooc, i ragazzi non trovano solo la teoria spiegata a partire da situazioni quotidiane, ma anche gli esercizi illustrati passo a passo e dei corsi che li guidano al ripasso dei principali argomenti di matematica. Fondata dalla ex manager di Unicredit Group Chiara Burberi, Reedoc offre corsi basati sulla gamification per bambini dalle scuole dell’infanzia in su.
La finanza per bambini
Vik School, una delle startup scelte dalla prima call di Giffoni Innovation Hub, sta cercando di portare l’educazione finanziaria nelle scuole italiane. L’Italia è il paese con il più basso tasso di alfabetizzazione finanziaria tra i paesi sviluppati. Solo il 37% degli italiani ha delle conoscenze minime di finanza (dati Standard and Poor’s e Banca Mondiale).
Il corso “Be Money Smart” è la storia in quattro puntate di Amir ed Emily che riescono a trasformare un bisogno in realtà. Per gli studenti sono previsti un e-book e un gioco a quiz distribuito attraverso un’app di e-learning on demand. Al gioco a quiz è abbinato un concorso che premia gli studenti più bravi e le scuole di appartenenza. Vikschool porta anche la formazione finanziaria nelle scuole con corsi finanziati da aziende.
Studiare le lingue con i Labsitters edtech
Labsitters insegna le lingue in modo ludico e creativo a bambini dai 3 ai 13 anni secondo diverse modalità: in presenza e online. La startup, nata nel 2016 da un’idea di Giulia Fantacci, si basa su un progetto educativo fondato basa sull’ascolto e le attività esperienziali che i bambini e i ragazzi fanno interamente in lingua.
I ragazzi del team
“Insegniamo inglese, francese e tedesco a bambini e ragazzi dai 3 ai 13 anni attraverso il gioco, laboratori creativi, esperimenti di scienze, canzoni e attività di teatro – racconta la fondatrice -. Per i più grandi proponiamo anche pillole di grammatica e fonetica ed esercizi di comprensione di testi di canzoni e di storie dal mondo”.
Il team di Labsitters
I Labsitters sono ragazzi e ragazze madrelingua, con una grande passione per l’insegnamento, selezionati e formati secondo il metodo Labsitters. La startup invia alle famiglie che iscrivono i bambini la Labsitters Box: una scatola con tutto il materiale (pennarelli, tempere, fogli, cartoncini, libri in inglese, schede per la lezione e tanto altro) per svolgere le lezioni.