La storia di Antonio Panella, uno dei tanti Dottor Sogni che con la parola divertono e danno sollievo ai bambini che devono passare lunghi periodi in ospedale. Con il lockdown, il team ha subito pensato a come trasporre l’arte di evocare storie magiche nei mezzi digitali: così è nato il progetto Dottor Sogni 2.0
“Non ero per niente convinto, all’inizio di questa ennesima avventura nei reparti pediatrici degli ospedali, che la tecnologia potesse essere così poetica. E invece anche grazie a internet e al digitale abbiamo creato per i piccoli malati nuove magie e nuovi incanti”, racconta Antonio Panella dalla sua casa immersa tra i boschi di Castiglione Chiavarese dove, durante il lockdown, ha continuato a sentirsi il Dottor Sogni che è da quasi vent’anni e perciò, tra le rose e l’uliveto di cui si prende cura, ha registrato in video le storie incantate che prima metteva in scena dal vivo, in corsia, insieme ai bambini . “I bambini ricoverati negli ospedali si sono goduti su YouTube i video in cui raccontavo le storie mentre stavo seduto o mi arrampicavo su uno dei miei alberi. Volevo fare arrivare loro, sfortunatamente chiusi nelle stanze, la bellezza e l’energia della natura”.
I Dottor Sogni al fianco dei bambini
Non c’è distacco fra la vita e il lavoro per questo travolgente e delicato attore che da quasi vent’anni varca i reparti pediatrici – anche i più drammatici, come l’hospice dei bambini – negli ospedali tra Liguria e Toscana, così come lui vorrebbe che non ci fosse finalmente più distanza tra chi è dentro un ospedale e chi è fuori, tra chi è malato e chi invece sta benone, tra chi può godersi in leggerezza i suoi giorni e chi, pur sbocciato da poco, sta già combattendo la più cruda delle battaglie, quella per salvarsi la vita.
“Un Dottor Sogni punta a nutrire, con il gioco e la fantasia, la parte sana di un bambino malato, perché un bambino ricoverato finisce per identificarsi con la sua malattia.Ecco allora che io e tutti gli altri Dottor Sogni siamo lì con lui perché non diventi un “ammalato”, ma resti, appunto, il bambino che è”, dice Antonio Panella, andando dritto al cuore della filosofia di Fondazione Theodora Onlus (dei cui artisti è coordinatore creativo), che dal 1995 porta momenti di gioco e di ascolto in 42 reparti di 17 ospedali italiani, attraverso i Dottor Sogni, appunto, artisti professionisti assunti e specificamente formati dalla Fondazione per agire in reparti pediatrici di alta complessità.
L’arte per elaborare la sofferenza
In Italia gli artisti sono 31 e si dividono tra i maggiori ospedali – dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma al Gaslini di Genova –, ma Theodora è presente anche in Svizzera, dove è nata, e poi in Francia, Spagna, Inghilterra, Turchia, Bielorussia e Hong Kong.
“Chi non ci conosce direttamente pensa che noi agiamo come clown o come tanti Patch Adams. In realtà noi non vogliamo semplicemente fare ridere o distrarre i bambini, ma costruire con loro – e con i loro genitori – una relazione affettiva tramite l’arte e aiutarli a elaborare la sofferenza attraverso dei momenti belli e positivi”, dice ancora Antonio, il cui nome d’arte è Dottor Pelosone, per via della barba che i piccoli pazienti gli tormentano volentieri e il cui camice bianco è popolato da orsetti e palloncini colorati e da due tasche giganti colmi di giochi e libri sempre pronti a saltare fuori.
Il progetto Dottor Sogni 2.0
Quando il lavoro del Dottor Pelosone, così come quello dei colleghi – la Dottoressa Pupilla, la Dottoressa Bonsai o il Dottor Garibaldi – è stato fermato dal lockdown che impediva, come tuttora, di entrare in ospedale, il team ha subito pensato a come trasporre l’arte di evocare storie magiche nei mezzi digitali. “In quel momento difficilissimo, il nostro desiderio è stato continuare a prenderci cura dei bambini in ospedale, che erano ancora più soli ed isolati, così come le loro famiglie”, racconta Emanuela Basso Petrino, Consigliere Delegato di Fondazione Theodora Onlus.
“Da questo desiderio è nato il progetto Dottor Sogni 2.0, sostenuto anche dalla nostra Ambasciatrice e Testimonial, l’attrice Margherita Buy. Ora più che mai non possiamo lasciare soli i bambini in ospedale, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per garantire continuità alla nostra missione e continuare così a donare sogni e sorrisi ai bambini in ospedale” (per donare, sul sito www.theodora.it trovate tutte le modalità con cui dare un supporto).
I nuovi servizi digitali
Il progetto Dottor Sogni 2.0 prevede tre nuovi servizi: le video-visite personalizzate dei Dottor Sogni ai piccoli pazienti attraverso le chiamate su Whatsapp; le favole della buona notte raccontate al telefono in diretta la sera, il momento in cui spesso in reparto cala la malinconia; infine una serie di video realizzati dai Dottor Sogni e pubblicati sul canale YouTube della fondazione.
“Non era così scontato che ci riuscissimo, ma ora posso dire che i Dottor Sogni sono riusciti a evocare mondi fantastici attraverso la tecnologia. A fare germogliare giochi e magie in un’interazione con i piccoli malati e i loro genitori che è a distanza sì, ma è anche molto libera e davvero creativa. Fondamentale è, come sempre, l’alleanza con i medici e gli infermieri. Ora abbiamo tutti la conferma che la magia dell’arte supera i muri”.