Settembre è un mese speciale. È il periodo in cui attività come il lavoro, la scuola e l’università, lo sport o gli hobby riprendono e ci sentiamo più motivati a iniziare nuovi progetti, sia personali che professionali. Ma perché proprio ora siamo così propensi a cambiare abitudini? I ricercatori della Wharton School dell’Università della Pennsylvania hanno condotto uno studio per capire perché alcuni momenti dell’anno, come i mesi di settembre e gennaio o i lunedì, siano scelti per iniziare nuovi obiettivi. Una prima spiegazione riguarda l’aspetto sociale. Questi periodi hanno un significato sociale condiviso, riconosciuto da tutti. Chi ha mai iniziato una dieta di giovedì? Un secondo fattore è di carattere psicologico. Questi mesi rappresentano dei punti di riferimento temporali grazie ai quali separiamo mentalmente il passato dal presente. E così releghiamo nel passato errori e fallimenti e affidiamo al presente entusiasmo e speranza per i nuovi obiettivi da raggiungere.
A ogni nuovo temporal landmarks, e settembre è uno di questi, le persone fissano un buon proposito (dimagrire o mantenersi in forma, cambiare lavoro o ottenere una promozione, trovare l’anima gemella o aumentare il proprio network di conoscenze, apprendere qualcosa di nuovo o avere più tempo libero, risparmiare o guadagnare) ma sono pochi, l’8%, quelli che dopo aver scarabocchiato i propositi su un foglio o preso appunti mentali raggiungono con successo i propri obiettivi.
È più facile fallire che avere successo
Vi sorprenderà sapere infatti che la maggior parte delle persone e della startup non raggiunge gli obiettivi e i proponimenti prefissati: collettivamente, il nostro fallimento raggiunge lo spettacolare tasso dell’80%. E l’altro 20%? Cosa consente ad alcune persone di arrivare dove altri non riescono? Abbiamo la tendenza a chiederci cosa fanno le persone di successo, a che ora si svegliano e vanno a dormire, cosa leggono, che esperienze vivono, cosa hanno in comune. Il web e le librerie sono ricchi di informazioni che riguardano, ad esempio, la routine mattutina.
La morning routine dei CEO
Laura Vanderkam nel suo libro What The Most Successful People Do Before Breakfast individua il rituale che accomuna le persone di successo. Su 20 CEO intervistati, il 90% si sveglia prima delle 6:00 (precisamente tra le 4 e le 6) dal lunedì al venerdì. In queste prime ore focalizzano l’attenzione su un progetto importante senza avere altre distrazioni o interruzioni. Fanno esercizi mattutini (jogging, yoga, camminata veloce) o praticano esercizi spirituali o di meditazione come Arianna Huffington o il Jack Dorsey, fondatore di Twitter. Uno studio del 2008 pubblicato su The Journal of General Psychology ha scoperto che chi si alza presto tende a procrastinare meno rispetto a chi ama dormire fino a tardi.
Altre ricerche mettono in evidenza che le persone di successo sono diligenti lettori. Warren Buffet legge 500 pagine al giorno, Bill Gates 50 libri a l’anno. Barack Obama, Richard Branson, Brené Brown, Sheryl Sandberg, Mark Zuckerberg, Reese Witherspoon, oltre ad essere avidi lettori, condividono pubblicamente le loro letture.
Tutti poi hanno un rituale. Oprah Winfrey legge cinque schede delle 365 raccolte nella Gathered Truths Box per praticare la gratitudine. Altri fanno una semplice doccia fredda come lo speaker motivazionale Tony Robbins che aiuta non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico. Il rituale dell’autrice bestseller Marie Kondo è quello di «appena sveglia, aprire tutte le finestre per far entrare aria fresca e poi accendo l’incenso». Pratica, quella di aprire le finestre appena svegli, che potremmo considerare una tradizione secolare anche nel Bel Paese. Ma se bastasse seguire le loro regole del successo, avremmo molti più miliardari in giro, soprattutto in Italia. E poi siamo sicuri che queste fossero le regole all’inizio della loro carriera?
Gli errori moltiplicano il desiderio di riuscire la volta successiva
Quali altre cose hanno in comune le persone di successo? Ci chiediamo quanto sono intelligenti, che talenti possiedono, quali sono i loro punti di forza in termini di denaro, network, capacità individuale. Ma queste domande non ci permettono di prestare attenzione al vero fattore critico: i limiti. Sembra contro intuitivo ma ciò che accomuna molte persone di successo è la presenza, nelle loro storie, di alcuni fattori critici – condizioni difficili, passi falsi, fallimenti ed errori, difficoltà economiche o sociali, porte in faccia ricevute – uniti al desiderio di emergere, lasciare una traccia nel mondo e di perseverare nonostante le difficoltà.
Ci sono prove evidenti del fatto che il fallimento è un potente motore di miglioramento. Gli studiosi che hanno passato in rassegna i percorsi accademici di candidati a un assegno di ricerca del National Institutes of Health hanno scoperto che chi non ce l’aveva fatta di poco all’inizio del percorso ha avuto, nel lungo periodo, prestazioni migliori di chi aveva avuto successo fin da subito. Un’analisi delle carriere di artisti e musicisti emergenti ha rivelato che chi ha incontrato difficoltà e fallimenti all’inizio della propria carriera ha spesso sviluppato uno stile unico e distintivo che ha portato a un maggiore riconoscimento e successo a lungo termine. Uno studio dell’Università di Toronto ha scoperto che i ricercatori universitari che hanno subito rifiuti per le prime proposte di ricerca hanno sviluppato idee più innovative e di maggiore impatto rispetto a quelli che hanno ricevuto finanziamenti immediati. Questi studi evidenziano come il fallimento iniziale possa fungere da catalizzatore per il successo futuro, incoraggiando l’innovazione, la resilienza e la crescita personale.
Pensa in grande, agisci in piccolo
Non avere un piano è un errore. Non riuscire a pianificare porta al fallimento del nostro obiettivo. Ma anche se pianifichiamo, dobbiamo sapere che talvolta il migliore dei piani è destinato a fallire. E che non sempre è necessario sapere esattamente dove si vuole arrivare quando si inizia.
Molti imprenditori e personaggi famosi sono diventati di successo in settori che neanche loro avrebbero immaginato all’inizio della loro carriera. Un caso studio in alcune università di business è quello di Madonna. Dopo una lunga e fallimentare esperienza come impiegata dei fast food, il suo desiderio era solo uno: diventare famosa. Non importava in quale campo – musica, moda, cinema o arte – l’importante era raggiungere la notorietà. Sara Blakely, fondatrice di Spanx, non sapeva cosa avrebbe fatto da grande. Ha iniziato vendendo fax porta a porta e, frustrata dalla biancheria intima disponibile, ha avuto l’idea per Spanx. Con solo 5.000 dollari di risparmi, ha lanciato il suo prodotto rivoluzionario, diventando la più giovane miliardaria self-made secondo Forbes. Elon Musk ha sempre avuto un interesse per la tecnologia e lo spazio, ma non aveva un piano definito su come raggiungere il successo. Dopo aver co-fondato Zip2 e PayPal, Musk ha fondato Tesla e SpaceX, seguendo la sua passione per le auto elettriche e l’esplorazione spaziale, senza avere un percorso tradizionale in mente.
Dalla biografia di molte persone di successo si scopre che avevano grandi ambizioni ma sono tutti partiti facendo un primo e piccolo passo. Hanno colto le nuove opportunità, lavorato molto duramente (spesso per gli altri, almeno all’inizio) e imparato, per prove ed errori, mentre percorrevano la strada.
Il rifiuto non definisce il tuo valore
Altrettanto numerosa la fila dei licenziati eccellenti. Artisti, manager, imprenditori che non sarebbero tali se non fossero stati accompagnati alla porta. «Consiglio a tutti di essere licenziati» ha dichiarato Anna Wintour. Wintour lavorava come junior fashion editor da Harper’s Bazaar. Ma i suoi scatti, troppo audaci ed eccessivi per il gusto dell’epoca, non erano apprezzati dal direttore Tony Mazzola che la licenziò. Tuttavia, quel licenziamento si rivelò essere un trampolino di lancio per la sua carriera fino a diventare una delle figure più influenti nel mondo della moda come direttrice di Vogue America. Michael Bloomberg ha deciso di fondare la sua azienda, la Bloomberg LP, dopo essere stato estromesso dalla Salomon Brothers, una banca d’investimento di Wall Street di cui era socio.
Johnny Depp ha dichiarato che la sua prima esperienza da attore la ebbe lavorando come venditore telefonico di penne a sfera, ma la sua fortuna fu quella di commettere un errore in una stazione di rifornimento dove lavorava come meccanico. «Cambiai tutte le gomme sulla macchina di un tizio, feci la convergenza, rimisi le ruote e la tirai giù. Ma la posteriore sinistra si staccò. E per questo mi licenziarono”.
Dopo aver brevettato la sua innovativa suola traspirante, il fondatore di Geox, Mario Moretti Polegato, propose l’idea alle principali aziende sportive, che non ne riconobbero il potenziale. Dopo 30 rifiuti, decise di fondare la sua azienda di scarpe, che oggi ha rivoluzionato il settore delle calzature. Se continui a incontrare ostacoli, verifica se c’è un’altra opportunità che potrebbe essere più adatta a te.
Le tre regole d’oro
Se vuoi avviare un’attività, ottenere una promozione, cambiare carriera, diventare un manager, un insegnante, scrivere un libro, diventare artista, ti consiglio di seguire queste 3 regole nel momento in cui fisserai i tuoi obiettivi per i prossimi mesi.
La prima è: aspettati di fallire. Tutti temono il fallimento, tutti falliscono in qualcosa. Ma chi ha successo non lascia che ciò che è accaduto ieri condizioni ciò che farà domani. Perché sa che il rimpianto causa più dolore di quanto non possa mai causare il fallimento. Se vuoi avere successo, puoi aver paura di fallire, ma non puoi aver paura di provare.
La seconda è: aspettati che il tuo piano cambi. La capacità di essere flessibili è un fattore determinante per il successo. Anche i piani migliori possono richiedere modifiche a causa di circostanze impreviste, nuove opportunità o cambiamenti nel mercato. Essere pronti ad adattarsi e ad affrontare gli imprevisti è fondamentale per raggiungere i propri obiettivi.
La terza è: aspettati di ricevere un (e più) rifiuto. Non lasciarsi scoraggiare da un no. Le persone di successo non aspettano che qualcuno riconosca il loro talento. Che qualcuno offra loro un big break come direbbero gli americani: una grande occasione. A volte le persone non riescono a vedere il tuo valore o il valore della tua idea. Non rimandare qualcosa all’infinito perché non hai ancora ricevuto l’approvazione di qualcuno. A volte, l’unico modo per dimostrare il valore di un nuovo progetto è iniziarlo.
E voi che lezione avete appreso? Se volete raccontarmi la vostra storia di fallimenti e lezioni apprese, scrivetemi qui: redazione -chiocciola – startupitalia.eu