Quale sarà il ruolo dell’intelligenza artificiale nel futuro del lavoro? Opportunità e sfide da affrontare. Ne abbiamo parlato con Luigi Congedo, Ceo di Data Masters, la startup che punta a rendere il settore più inclusivo
In Italia il mercato dell’intelligenza artificiale ha raggiunto 500 milioni di euro nel 2022, con una crescita dell 32% in un solo anno (fonte Osservatorio Artificial Intelligence). Secondo la ricerca della School of Management del Politecnico di Milano, il 93% degli italiani ha già sentito parlare di “intelligenza artificiale”, il 55% afferma che l’AI è molto presente nella quotidianità e circa 4 su 10 nella vita lavorativa. Non mancano però le perplessità: il 73% nutre dei timori, soprattutto riguardo agli impatti sul mondo del lavoro, anche se solo il 19% della popolazione è fermamente contrario all’ingresso dell’intelligenza artificiale nelle attività professionali. Ad ogni modo, la gran parte degli utenti deve ancora sperimentarne le reali potenzialità. L’esperienza quotidiana degli italiani infatti si concentra sugli assistenti virtuali e sui sistemi di recommendation. Proprio con l’obiettivo di educare all’intelligenza artificiale le nuove generazioni di professionisti e i leader del futuro nel 2021, da un gruppo internazionale guidato dal founder, Luigi Congedo, insieme a Francesco Cipriani e Vincenzo Maritati, è nata Data Masters, la startup che punta a democratizzare l’accesso all’IA. Data Masters ha appena raccolto 650mila euro da numerosi investitori fra cui Zanichelli Venture. StartupItalia ha intervistato il Ceo Luigi Congedo sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel futuro, sul digital mismatch in ambito tech, su come incentivare l’uguaglianza di genere nel settore AI e renderla più inclusiva e sulle prossime sfide della startup.
In che modo si può democratizzare l’intelligenza artificiale?
Troppo spesso si sottovaluta il lavoro di collaborazione umana e l’enorme sforzo di ricercatori, matematici e economisti in ambito AI. Noi con un mix di community, contenuti e tecnologia cerchiamo di amplificare questa collaborazione. Cerchiamo di offrire una formazione sull’intelligenza artificiale tramite la divulgazione di corsi gratuiti come ad esempio, Machine Learning per Tutti , un corso gratuito che senza richiedere competenze tecniche fornisce una panoramica completa e accessibile sugli aspetti fondamentali del Machine Learning. Le nostre tecnologie proprietarie ci permettono di individuare rapidamente quali sono le nuove tecnologie emergenti nel mondo del AI, e di capire quali sono le skill specifiche di cui hanno bisogno le aziende del nostro network e gli studenti della nostra community.
L’Italia, con il suo alto tasso di ‘skill mismatch’, si trova tra i Paesi europei più a rischio nell’era dell’AI. Perché?
L`Italia è molto indietro e non riesce a recuperare terreno perché tantissimi giovani italiani scelgono Paesi esteri per completare i loro percorsi di studio. La velocità di cambiamento e la complessità delle tecnologie rende difficilissimo lo stesso aggiornamento dei percorsi universitari. I programmi universitari sono indietro rispetto all’avanzamento tecnologico, come nell’AI e nel machine learning, per diversi motivi. In primo luogo, sono campi complessi e in rapida evoluzione, con nuove scoperte e sviluppi che avvengono a un ritmo veloce.
Ci sono altri elementi critici?
Il processo di creazione e aggiornamento dei programmi universitari richiede tempo e coordinazione tra diverse parti interessate, come docenti, dipartimenti accademici, responsabili delle università e enti di accreditamento. Questo processo può essere lento e complesso, poiché coinvolge la revisione e l’approvazione di diverse istanze accademiche. I programmi universitari si basano spesso sulla conoscenza consolidata e stabilizzata, che richiede tempo per essere aggiornata. Poiché l’AI e il machine learning sono campi relativamente nuovi, le basi teoriche e pratiche potrebbero non essere ancora sufficientemente consolidate per essere ampiamente integrate nei programmi accademici. Infine, le università possono avere risorse limitate, come personale docente specializzato e infrastrutture necessarie per insegnare l’AI e il machine learning. La mancanza di tali risorse può influire sulla capacità delle università di offrire corsi aggiornati e all’avanguardia in questi campi.
Quale il futuro della Generative AI?
Opero da oltre dieci anni in questo settore, e posso affermare con sicurezza che le storie ed i casi d’uso, nonché l’impatto e potenzialità dell’AI sono infinite. Siamo all’inizio di una nuova rivoluzione chiamata generative AI. I primi mesi del 2023 sono stati caratterizzati da un’esplosione di interesse su tutte le tematiche relative all’intelligenza artificiale e le sue varie applicazioni. L’applicazione rilasciata da OpenAI, ChatGPT, ha raggiunto 1 milione di utenti in soli 5 giorni. L’intelligenza artificiale deve essere considerata un “alpha trend”, catalizzatore principale di tutti i vari trend innovativi dei prossimi 10 anni. In questo contesto anche se molti lavori cambieranno la sfida reale e capire come usare la tecnologia.
L’AI sostituirà davvero l’uomo?
I computer diventeranno più bravi di noi nello svolgere parecchie operazioni, nel combinare logica, matematica, apprendimento e ragionamento. L’essere umano non riuscirà a competere con computer neanche in molte abilità cognitive. Ma coloro che studieranno e capiranno l’intelligenza artificiale sicuramente non perderanno il loro lavoro. In un mondo dove è sempre più importante ridurre i consumi, ottimizzare l’utilizzo delle risorse per garantire una maggiore sostenibilità dei sistemi produttivi e di consumo, la possibilità garantita dell’AI di far di più con minore sforzo diventa vitale. L’intelligenza artificiale è catalizzatore di innovazione e propulsore di produttività: aumenta la nostra produttività se utilizzata, se capita, se studiata. Uno dei casi recenti più interessanti di collaborazione tra operatori umani eAI è quello dell’ AI Coding Assistant, lanciato dall’azienda GitHub, chiamato Co-Pilot. Copilot ha infatti permesso di aumentare la produttività dei propri dipendenti di oltre il 50% grazie ad algoritmi.
Nel 2019 il rapporto dello European Institute for Gender Equality (EIGE) sottolineava che le donne ricoprono solo il 16% dei posti di lavoro del settore AI. Quali sono le azioni da intraprendere per rendere il settore inclusivo?
Resta fondamentale coinvolgere e far partecipare tutti nella creazione e diffusione di queste tecnologie. Alcune soluzioni per facilitare una maggiore partecipazione ad ogni modo a mio avviso sono le seguenti: incoraggiare la partecipazione a percorsi di formazione STEM, base di ingresso nel settore dell’AI. anche tramite borse di studio e programmi di stage indirizzati a questo pubblico; ispirare e migliorare il supporto durante i percorsi di studio e di sviluppo professionale tramite l’accompagnamento con percorsi di mentorship, networking inclusivi e incoraggiamento motivazionale; bisogna raccontare più storie come quella di Mira Murati, a capo di OpenAI come CTO; enfatizzare di più il ruolo centrale dell’inclusione delle donne in merito a capacità di problem solving ed eliminazione di tante biases algoritmiche nei modelli di intelligenza artificiale; ripensare la cultura aziendale che in generale non offre troppo spesso flessibilità e work-balance inclusivi e di supporto. Colgo l`occasione per fare una open call ad organizzazioni di settore che vogliano collaborare con noi per il rilascio di borse di studio per aumentare la partecipazione di tutte le categorie poco o per nulla rappresentate in questo settore.
Quali sono gli obiettivi futuri di Data Masters?
L’accelerazione della diffusione da parte dei sistemi di AI ha aumentato esponenzialmente la rilevanza e criticità della nostra missione di educatori in ambito di intelligenza artificiale. Ad esempio, il numero di pubblicazioni scientifiche sull’AI è duplicato dal 2010. L’AI inizia ad essere anche self improving in alcuni casi, oltre ad essere applicata a tanti campi di ricerca come idrogeno e generazioni di nuovi antibiotici in ambito medico, giusto per citarne alcuni.
E per quanto riguarda i nuovi programmi di upskilling?
In quest’ottica, per affiancare al meglio le aziende, introdurremo più programmi di upskilling verticali. Oltre a rilasciare corsi su tematiche estremamente importanti come l`etica e l`utilizzo di AI nella pubblica amministrazione. Al momento posso dire che stiamo assumendo in varie posizioni, sia per rafforzare la nostra offerta formativa, sia per migliorare i nostri sistemi tecnologici di ottimizzazione nella creazione e diffusione dei contenuti didattici. Annunceremo presto nuovi corsi e nuove Data Challenges, come quella fatta con Reddit, una sfida nell’utilizzare i dati e modelli di AI per risolvere un problema rispetto ad un dataset reale del portale americano. Inoltre stiamo rilasciando tanti nuovi programmi formativi, molti dei quali gratuiti e accessibili a tutti dal nostro sito. Il prossimo in uscita è un programma unico sul Prompt Engineering, che spiegherà come utilizzare al meglio i nuovissimi tool come ChatGPT, la generative AI di Midjourney per grafici e creativi, e l’ultimissima Generative AI Bard di Google. Ci saranno ancora tante novità nei prossimi anni, ma l’introduzione dei Large Lenguage Model e quindi foundation model è uno dei più grandi cambiamenti nella storia dell’intelligenza artificiale. Nessun lavoratore e nessuna azienda potrà più farne a meno.