Epicode, scelta come case-history rappresentativa del progresso e delle potenzialità che l’edTech può avere in Italia e all’estero. Accelerato dalla pandemia, il mercato del lavoro si trova oggi ad affrontare una sfida importante per formare le risorse professionali di domani
Organizzato dal fondo inglese Emerge Education, si è svolto a fine maggio, il simposio internazionale sul percorso evolutivo che il comparto dell’education technology compirà da oggi al 2030. Sponsorizzato da Coursera, nota azienda statunitense che opera nel campo delle tecnologie didattiche e UFI VocTech Trust, leader inglese impegnato nel finanziamento di iniziative dirette alla formazione professionale da remoto, la tavola rotonda ha visto la partecipazione dell’italiana Epicode, scelta come case-history rappresentativa del progresso e delle potenzialità che l’Ed-Tech può avere in Italia e all’estero.
“E’ stato un onore per noi sederci ad uno dei tavoli più influenti del panorama internazionale, al fianco dei leader che definiranno gli standard della formazione in ambito tech degli anni a venire” dichiara Marco Rosci, CEO e co-founder di Epicode, che aggiunge, “L’impatto che vogliamo generare con Epicode non ha confini territoriali o ideologici, e ritengo che tutti i player che operano nel settore della formazione orientata al lavoro hanno la responsabilità assoluta di guidare e anticipare i trend occupazionali. E noi ci siamo, sia in Italia che all’estero”.
Lo sviluppo dell’offerta formativa da remoto
Finalizzato alla stesura di un green paper di prossima pubblicazione, la tavola rotonda ha approfondito quelle che, allo stato attuale, sono le linee guida per lo sviluppo dell’offerta formativa da remoto considerate le difficoltà e le sfide rappresentate dalla recovery post-Covid. Perché, come evidenziano diverse ricerche sul mondo del lavoro, non da ultima quella sviluppata dalla McKinsey Global Institute – The Future of work in Europe – così come successo a seguito della crisi finanziaria e lavorativa del 2008, anche quella che caratterizzerà il dopo pandemia sarà interessata dalla problematica della formazione delle risorse professionali. Qui, come evidenziato anche da McKinsey, a fronte di un mercato del lavoro in costante ricerca di figure qualificate, i canali di formazione tradizionali come università e ITS non basteranno più a coprire l’offerta.
Il caso Epicode, un successo oltre i nostri confini
Ecco dunque che un approccio improntato sulla formazione da remoto, come nel caso di Epicode che si rivolge ai nuovi giovani talenti del mercato ICT italiano, rappresenta un caso di interesse internazionale. Il ricorso ai bootcamp intensivi, una proposta educativa fruita interamente da remoto, la formazione in azienda con percorsi di up-skilling e re-skilling dei dipendenti ed, infine, il collocamento lavorativo del 100% degli studenti iscritti ai suoi corsi, rendono questa giovane realtà uno dei player più in vista del panorama Ed-Tech attuale.
Trend occupazionali che restano di scottante attualità specialmente se si considera che il mercato ITC italiano presenta un surplus di domanda di circa 60 mila unità e che una discussione sul miglioramento dell’offerta – particolarmente a livello istituzionale – tarda ancora a trovare risposte concrete.
Ricordiamo che in soli 6 mesi dalla sua nascita la startup di EdTech Epicode in piena pandemia non solo ha registrato il sold-out dei suoi corsi di coding on line, ma ha centrato un traguardo molto ambizioso: chiudendo il suo primo aumento di capitale da un milione di euro.
Epicode, insegna coding online ai giovani con l’obiettivo di farli diventare sviluppatori web e colmare il gap della Digital Industry in Italia,. Grazie all’innovativo modello didattico e la rete di aziende partner in costante espansione, Epicode prepara e inserisce gli studenti nel mondo del lavoro fornendo loro un solido bagaglio di competenze tecniche ICT e personali.