Al Festival del Giornalismo Culturale di Urbino è stata presentata la ricerca di Ipsos-Osservatorio News Italia. Prosegue la crescita del mondo digitale: siti web (66%), riviste digitali (36%), forum online (28%). Gli italiani vengono a conoscenza di contenuti culturali soprattutto dai social media (54%).
La bulimia mediatica superficiale e il sovraccarico cognitivo caratterizzano tutte le agende informative e le selezioni di contenuti di chiunque viva iperconnesso e multi device. Una convergenza talmente pervasiva da spingerci a domandare se esiste uno spazio per l’approfondimento culturale. È possibile immaginare un binomio tra giovani e cultura? Esiste ancora la figura dell’intellettuale nell’epoca delle informazioni in rete? Facciamo il punto della situazione scorrendo i risultati della Ricerca Ipsos-Osservatorio Italia News su come gli italiani attingono alla cultura, realizzata per la decima edizione del Festival del Giornalismo Culturale di Urbino, “Dal Web alla Terza pagina”, che quest’anno vede la media partnership con StartupItalia.
Le parole della cultura in rete corrono sui socialL’informazione culturale è sempre più digitale, tra le fonti i social network hanno superato Tv, radio e giornali, e il mainstream si sta adeguando. Un contesto fluido nel quale, però, l’approfondimento culturale sembra essere una priorità secondaria: solo per il 36% degli intervistati si tratta di un’attività molto importante.
Gli italiani vengono a conoscenza di contenuti culturali soprattutto dai social network (54% “ne ho sentito parlare sui social”), che hanno superato Tv, radio e giornali (53%). Seguono il passaparola (45%) e a distanza l’incontro fortuito con il contenuto di interesse (30% “per caso”). Interessante osservare come le fonti siano spesso collegate: il 66% degli intervistati quando leggono un contenuto particolarmente apprezzato sull’inserto culturale di un quotidiano, poi vanno a cercare altre informazioni online (di cui il 68% tra le donne).
Facebook, prima di tutti, ma TikTok è la sorpresa
Anche quando si cerca un’informazione culturale si passa soprattutto dai social network (42%). Tra le piattaforme più gettonate resiste in testa Facebook (31%), tallonato da Instagram (30%) e da YouTube (27%). Segue a grande distanza Tik Tok (13%), che precede a sorpresa Twitter, Twich, Pinterest e Snapchat.
Fruiamo di contenuti culturali più di quanto immaginiamo
Potremmo dire, connessi e contenti. Infatti, l’approfondimento culturale avviene sempre meno attraverso i canali tradizionali quali riviste cartacee (36%) e televisione (42%), ma prosegue la crescita imponente del mondo digitale: siti web (66%), riviste digitali (36%), forum online (28%). La fruizione culturale online è anche la più gradita (58% indica “moltissimo” o “molto”) e precede nettamente la televisione (45%). Molto distanti le altre fonti. Tra i giovani (18-34 anni) sono molto apprezzati i podcast (33%), trainati dai social media. Il 68% dei fruitori di podcast ne viene a conoscenza grazie ai social network.
Gratis o niente
Solamente il 36% dei mille intervistati ritiene sia molto importante dedicare tempo all’approfondimento culturale. Ben 7 italiani su 10 si informano solo attraverso fonti a cui possono accedere in modo gratuito. C’è una richiesta di maggiore facilità di accesso ai contenuti culturali di interesse: il 63% degli intervistati vorrebbe un accesso più semplice.
Intellettuale, chi sei?
In ambito culturale sta svanendo la figura di riferimento dell’intellettuale, il 43% degli intervistati non riesce a definirlo e solamente il 31% lo ritiene importante. Tra chi ne riconosce l’importanza l’intellettuale deve avere queste caratteristiche: curriculum di livello (46%), visibilità mediatica (32%), vincere premi prestigiosi (34%), alimentare il dibattito pubblico (34%).
Conclusioni
L’approfondimento culturale non è sparito, ha solo cambiato forma nelle aspettative del pubblico. La fruizione si è spostata online (anche sui social), anche da parte dei giovani che si allontanano dall’informazione in senso giornalistico, ma coltivano i loro interessi anche in ambito culturale. Il contesto attuale richiede immediatezza, facilità di accesso e di fruizione. C’è spazio per guidare più pubblico verso contenuti culturali, che purtroppo oggi viene lasciato all’incontro casuale o al suggerimento di terzi. La sinergia di tra i canali (online, social, podcast in primis) è un’opportunità. Va ripensato il ruolo della carta stampata, che può aprire a sinergie più efficaci con l’approfondimento online. Così come va ripensato l’equilibrio contenuto-contenitore: adattarsi al mezzo per contenuto, formato e chiavi di ingaggio è fondamentale. Anche la figura dell’intellettuale, nell’immaginario, richiede un ripensamento: perde il suo status elitario e accademico, per avvicinarsi al pubblico e diventare un divulgatore e stimolatore di riflessioni.