«La classifica è stata stilata sul tasso di crescita degli ultimi tre anni: noi abbiamo raddoppiato i risultati, grazie anche all’inserimento della business unit B2B, dedicata alle aziende che vogliono investire sulla crescita dei propri dipendenti». Filippo Satolli, Ceo di 4books, ha commentato per StartupItalia l’inserimento della realtà innovativa, fondata nel 2018 da Marco Montemagno insieme a Marco Calabrò (ex di Rocket Internet), all’interno della World’s Top EdTech Rising Stars of 2024, stilata dal TIME. In un ristretto gruppo di aziende – 15, selezionate in tutto il mondo, dall’India agli USA passando per l’Ucraina – compare come unica realtà italiana. 4books sarà presente a SIOS24 Summer a Roma, il 20 giugno.
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Edtech in Italia: quali startup ci sono
Oltre al World’s Top EdTech Rising Stars of 2024 c’è anche la ben più nutrita classifica delle World’s Top EdTech Companies 2024: anche in questo caso è importante segnalare che su 250 aziende innovative a livello globale, affermatesi in ambito education, le italiane sono appena due, Talent Garden e Docsity.
E forse è opportuno partire proprio dal contesto nazionale per capire qual è lo stato dell’arte nel verticale. Secondo Dealroom, l’edtech in Italia ha le sembianze di uno sleeping giant, a dimostrazione di potenzialità enormi ancora inespresse. Talent Garden, EPICODE e WeSchool sono le società che guidano il comparto. Come sottolinea poi Edtech Italia, con un gap tra domanda e offerta di profili ICT nel 2023 di oltre 175mila talenti, e un tasso di NEET allarmante tra le economie sviluppate (1 giovane su 5 non studia e non lavora), lo scenario necessita di risposte, a tutti i livelli. E le startup possono dare un grande contributo.
L’evoluzione di 4books
In un quadro simile, gli stimoli sono notevoli per un’app che punta su formazione e crescita personale rivolta ai singoli ma anche alle aziende. «Sugli store ufficiali di Android e Apple l’app di 4books ha ottime recensioni – ha evidenziato il Ceo Satolli – a conferma del fatto che riusciamo a offrire un servizio qualitativamente molto alto a tutti i nostri utenti».
L’occasione dell’inserimento di 4books nella classifica del TIME ci permette anche di riassumere lo sviluppo della startup negli ultimi anni, a partire dalla fondazione da parte dell’imprenditore digitale Marco Montemagno. «Dal 2018 l’azienda ha sempre posizionato le competenze come parte fondante, soprattutto con riferimento a quelle soft. Da un focus iniziale legato solo a tematiche di business oggi abbiamo ampliato il perimetro puntando al tema sempre più centrale della crescita personale».
Che ruolo avrà l’AI nel mondo edtech?
L’azienda conta su un team interno che studia la linea editoriale. Con un network composto da un centinaio di persone ingaggiate nel mondo, tutte appassionate di lettura, 4books va poi ad arricchire la propria biblioteca che oggi conta migliaia di contenuti in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo). «Abbiamo sviluppato internamente una serie di tool e tecnologie basate sull’AI per supportare il lavoro dei nostri contributor e scalare il processo produttivo di contenuti mantenendo alto il livello qualitativo. Ci sono 28 micro percorsi formativi in app. Ci siamo chiesti: se io leggo questo libro quale competenza sviluppo? Abbiamo così articolato 28 percorsi per chi vuole sviluppare o approfondire una particolare competenza, come il public speaking o la gestione dello stress».
C’è poi la selezione podcast, in cui è presente anche Storie di donne, realizzato in collaborazione con StartupItalia e The Update, la rassegna giornaliera con le migliori notizie di attualità, tecnologia e innovazione. Nel corso dell’intervista con il Ceo Satolli abbiamo infine toccato l’argomento dell’intelligenza artificiale, tecnologia trasformativa e dirompente nel panorama dei contenuti. «Mi piace sempre citare l’economista Richard Baldwin che al World Economic Forum ha detto che non sarà l’AI a rubarti il lavoro, ma qualcuno che sa utilizzarla. A mio avviso questa rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo è una grande fonte di stimolo, non di paura».
Come ci ha spiegato Alberto Onetti di Mind The Bridge in un’intervista pubblicata sul magazine, l’AI costringerà ad alzare il livello medio della qualità in ogni singolo lavoro. «Tutti abbiamo sete di contenuti, ma da quando è nato il web c’è anche tanta spazzatura – ha concluso Satolli -. Emerge chi fornisce un livello qualitativo maggiore. Si alzerà l’asticella, la tecnologia faciliterà il lavoro di tutti, migliorandolo».