Definita come “l’insieme di tecnologie dell’informazione e della comunicazione che contribuiscono a gestire le malattie e i rischi per la salute, nonché a promuovere la salute e il benessere”, la digital health è suddivisa in diverse categorie a seconda della tecnologia adottata
“Digital health” (o salute/sanità digitale in italiano) è una parola nuova e non poteva rimanere esclusa dalle principali enciclopedie. È questo che deve pensato l’Enciclopedia Treccani quando ha deciso di inserire nella X Appendice relativa alle nuove parole del XXI secolo (in uscita a gennaio), una voce di 5 pagine (curata da chi scrive), associata a questo nuovo termine.
La digital health è definita come “l’insieme di tecnologie dell’informazione e della comunicazione che contribuiscono a gestire le malattie e i rischi per la salute, nonché a promuovere la salute e il benessere”. In funzione della tecnologia adottata, gli strumenti di digital health possono essere classificati attraverso diverse categorie.
La telemedicina
C’è quella della telemedicina, definita come “una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in situazioni nelle quali il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località”. Televisita, teleconsulto, teleassistenza, telerefertazione, teleriabilitazione, telemonitoraggio (rivolto al controllo di parametri fisiologici del paziente rilevati direttamente presso il suo domicilio anche attraverso strumenti digitali, dispositivi indossabili o specifici sensori) sono tutte attività che rientrano nell’ambito della telemedicina.
A stabilirlo sono le nuove linee guida sulla telemedicina volute dal Ministero della Salute e approvate lo scorso 16 dicembre dalla Conferenza Stato-Regione (che sostituiscono quelle ormai desuete del 2013), le quali rendono omogenee sul territorio nazionale prestazioni rese da remoto. Esse non solo definiscono i pazienti ai quali le prestazioni di telemedicina possono essere prescritte, ma stabiliscono che alcune prestazioni (come la televisita) sono un atto medico che deve essere sempre refertato e rendicontato. Inoltre, specificano quali strumenti sono abilitati per poterle eseguire. A questo proposito esse suggeriscono che il medico debba disporre di sistemi sicuri per comunicare con il paziente (SMS, email con testi criptati, video comunicazione), di sistemi di videochiamata verso il paziente e di un centro di coordinamento tecnico che gestisca le attività di telemedicina.
La mobile health
Tra le attività di telemedicina c’è anche quella della mobile health (o mhealth) che riguarda quelle app che permettono di fruire di informazioni e servizi riguardanti la salute e la sanità. Esistono evidenze che le app per la salute possono aiutare a favorire stili di vita salutari, diffondere informazioni per la prevenzione e la gestione di determinate malattie, coinvolgere il paziente nella cura, migliorare l’aderenza alla terapia, migliorare la comunicazione medico-paziente, attivare servizi sanitari innovativi e, attraverso la geolocalizzazione, identificare medici, ospedali e servizi sanitari ai quali potersi rivolgere. Il loro impego è entrato a far parte delle linee guida per prevenire e gestire alcune patologie, come dimostrano le linee guida dell’American Diabetes Association e quelle (internazionali) per smettere di fumare. Alcuni di questi strumenti (quelli supportati da validazioni scientifiche) sono certificati e approvati dalla Food and Drug Administrator (o da altre agenzie regolatorie) come dispositivi medici.
I wearable device
C’è la categoria dei wearable (come braccialetti, orologi e indumenti intelligenti) che vengono sempre più spesso proposti per raccogliere dati (per esempio la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, il livello di ossigenazione del sangue) al fine di monitorare la salute delle persone. L’Apple Watch, in grado di eseguire un elettrocardiogramma a una derivazione, e il braccialetto Embrace, capace di identificare l’avvicinarsi di una crisi in pazienti epilettici e di allertare medici e famigliari del soggetto nel momento in cui questa si presenta. Sono esempi di wearable oggi sul mercato (sono anche certificati dalla Food and Drug Administration come dispositivi medici).
Occorre segnalare che la maggior parte dei wearable non è certificata da alcuna agenzia regolatoria. Anche perché i produttori sono piuttosto restii a produrre prove cliniche che implicherebbero investimenti in ricerca clinica, sebbene essi raccolgano dati spesso simili (ma non con la stessa precisione) dei corrispondenti wearable registrati come dispositivi medici. Il nuovo Regolamento dei Dispositivi Medici del 2017 – MDR 2017/745 – che entrerà in vigore a maggio 2021,dovrebbe fare maggiore chiarezza in questo ambito.
Le terapie digitali
Ci sono poi le terapie digitali (digital therapeutics, o DTx). Sono un sottoinsieme degli strumenti di Digital Health e il trattamento che propongono si basa su modifiche degli stili di vita e sulla applicazione di interventi cognitivo-comportamentali attraverso l’implementazione (digitale) di linee guida. All’estero le agenzie regolatorie hanno autorizzato alla vendita diverse decine di terapie digitali nel campo delle malattie croniche (come il diabete e l’ipertensione), della salute mentale (ansia e depressione), della riabilitazione e delle dipendenze (da fumo o da altre sostanze).
I sistemi di Intelligenza Artificiale applicati alla medicina
Un’altra categoria è quella dei sistemi di Intelligenza Artificiale applicati alla medicina. Chatbot e assistenti virtuali in grado di raccogliere, elaborare e fornire informazioni ai pazienti. Come quelli che nella fase acuta della pandemia di covid-19 hanno permesso a possibili malati di effettuare un triage online. Sistemi di machine learning istruiti con migliaia di immagini in grado di effettuare diagnosi mediche. Sistemi che implementano modelli predittivi. Sistemi che aiutano il medico a definire il migliore trattamento per un dato paziente e i ricercatori a identificare nuovi farmaci (o a scoprire quali riutilizzare tra quelli esistenti) per curare una data malattia. Sono tutti esempi di sistemi di AI oggi disponibili in medicina.
Realtà virtuale e aumentata
Esistono infine esperienze di realtà virtuale e di realtà aumentata che offrono un importante supporto alla formazione di medici e operatori sanitari e forniscono soluzioni ad alcuni problemi clinici (soprattutto quelli che afferiscono alla salute mentale e alla riabilitazione fisica).