Ricercatore con studi da Cambridge a Zurigo, studente di ingegneria biomedica al Politecnico di Milano. Per la rubrica Venti di Futuro dedicata ai giovani talenti, Eleonora Chioda intervista Guido Putignano «Voglio creare una startup che abbia un impatto sul pianeta»
Anche Guido Putignano sarà con noi al SIOS23 Winter Edition, che torna giovedì 21 dicembre a Milano nel prestigioso Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana. Vieni ad ascoltarlo dal vivo e iscriviti qui all’evento. Scopri qui tutti gli speaker e il programma dell’evento.
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«Mi chiamo Guido e la mia missione è creare nuove terapie con la Biologia Sintetica. Voglio avere un impatto positivo su miliardi di persone e lavoro ogni giorno per migliorare me stesso…». Lui è Guido Putignano e questo è ciò che si legge entrando nel suo sito. Ha soli 20 anni ed è tra i giovani più premiati d’Italia e il più influente in Healthcare & Bio Sciences. Studia ingegneria biomedica al Politecnico di Milano. Oggi è ricercatore a Zurigo, dove sta partecipando a un programma di scambio culturale (progetto SEMP, “Swiss Exchange Mobility Program”). Nel 2022 ha vinto la nona edizione del premio “Eccellenza italiana” per le sue ricerche in Biologia sintetica e in Intelligenza artificiale. Il premio è stato ideato per valorizzare il genio italiano nel mondo. Mamma avvocato, papà medico, Guido ha una nonna malata di Parkinson e per lei ha deciso di dedicarsi alla ricerca. «Mi sono sentito impotente e ho deciso che volevo cambiare».
Il suo obiettivo? La medicina di precisione. «A 16 anni ho iniziato ad appassionarmi alla biologia sintetica, che è l’unione tra Biologia e Ingegneria. Al momento, molti farmaci alleviano i sintomi ma non curano la malattia. Grazie all’Intelligenza artificiale sto studiando nuove soluzioni». Guido ha fatto ricerche all’ETH di Zurigo, per poi andare a Cambridge come Amgen Scholar, un programma internazionale.
“Confrontatevi con il mondo. Parlare con persone diverse ci aiuta a capire cosa sta succedendo”
«Ho studiato gli organoidi, insiemi di cellule in 3D che riescono a simulare gli organi. Le applicazioni sono in Medicina rigenerativa, Biologia e nella scoperta di nuovi farmaci». Per farsi capire meglio, aggiunge: «Oggi per scegliere il medicinale migliore si fanno tentativi e si vede quello che succede. In futuro, potremmo dare dieci farmaci a dieci organici specifici del paziente e verificare quale di questi reagisce meglio alla terapia. Poter usare gli organoidi permetterebbe di ridurre al massimo l’uso su pazienti o animali: si potrebbero testare nuovi farmaci molto velocemente ed evitare effetti collaterali».
“Si potrebbero testare nuovi farmaci molto velocemente ed evitare effetti collaterali”
La lista dei suoi riconoscimenti è lunghissima. È considerato il giovane sotto i 25 anni più influente in Italia per gli studi di Medicina e Scienze Biologiche (riconoscimento The NOVA 111 Studente list”, in collaborazione con l’Università Bocconi). Da quando ha 16 anni, è membro del Mensa, l’associazione che riunisce le persone con il più alto quoziente intellettivo. «Credo nella dedizione e nell’effort (lo dice così, in inglese, ndr ). Non puoi cambiare quelli che sono i tuoi talenti alla nascita, ma con l’impegno e la dedizione puoi cambiare molte cose a partire da te stesso. A 16 anni ho capito l’importanza di avere degli obiettivi. Il mio obiettivo è avere un impatto su un miliardo di persone. Farò di tutto per raggiungerlo».
Se gli chiedi che cosa ha fatto la differenza per lui, ti risponde: «Confrontarmi con il mondo. Vedere persone in gamba e capire che è possibile migliorarsi. Sono stato Innovator a The Knowledge Society, una community globale di giovanissimi innovatori. Ho visto una ragazza di 14 anni, Nina khera, parlare con i più importanti esperti nel campo della longevità, settore dove lei aveva già fondato una startup. A quel punto ho detto: “Se l’ha fatto lei, posso farlo anch’io”». Liceo scientifico internazionale a Taranto, Guido parla quattro lingue, tra le sue caratteristiche principali cita la curiosità. «Da piccolo, facevo sempre moltissime domande e spesso erano considerate strane. Oggi continuo a farmi domande, ma ho iniziato a darmi le risposte da solo».
“Il mio obiettivo è avere un impatto su un miliardo di persone. Farò di tutto per raggiungerlo”
Nei prossimi anni vuole creare una startup con un impatto sul mondo. Ha grande fiducia nella tecnologia. E nel futuro. «La tecnologia è un amplificatore ma bisogna saperla utilizzare. Può aiutare molti ragazzi, così come è successo a me, oppure può creare forti dipendenze. L’obiettivo sociale per tutti dovrebbe essere quello di avere sempre più ragazzi brillanti che grazie alla tecnologia cambiano il mondo o e ridurre quelli con forti dipendenze. Dobbiamo impegnarci tutti. Io per primo. Quando qualcuno mi chiede aiuto, sono felice di dare il mio supporto. E a tutti dico: confrontatevi con il mondo. Parlare con persone diverse ci aiuta a capire cosa sta succedendo nel pianeta».