L’intervista a Vincenzo Barbieri, Chief Marketing Officer di Planetek Italia. Ci ha raccontato come un’azienda della space economy collabora con un master universitario che fornisce approcci per la realizzazione di nuovi prodotti e servizi innovativi per l’agrifood. Le iscrizioni al corso sono aperte fino al 15 ottobre
Un agronomo prestato alla space economy, come sempre più spesso potrebbe capitare se l’innovazione riuscirà a farsi strada. «Da due anni siamo società benefit e abbiamo tra gli obiettivi anche quello di costruire legami sul territorio. Conosco da tempo il CIHEAM di Bari. Abbiamo costruito il loro laboratorio di osservazione della terra. E alla fine due ex studenti del master da loro promosso, uno dalla Nigeria e l’altro dall’Egitto, hanno iniziato a lavorare con noi». Vincenzo Barbieri è il Chief Marketing Officer di Planetek Italia, società con sede a Bari, fondata 30 anni fa e specializzata nella geomatica, ovvero la tecnologia di rilevamento e trattamento informatico dei dati relativi al pianeta. In occasione della nuova edizione del master internazionale in Open Innovation & Youth Entrepreneurship in the Mediterranean Agrifood Sector organizzato dal CIHEAM Bari (il Centre for Advanced Mediterranean Agronomic Studies lanciato all’inizio degli anni ’60) e da quest’anno in collaborazione con la LUM (Libera Università Mediterranea), abbiamo intervistato il rappresentante di un’azienda che collabora con il corso. Le iscrizioni sono aperte fino al 15 ottobre sul sito ufficiale.
Diventare innovation manager nell’ambito dell’agrifood significa entrare a far parte di un comparto che sta gradualmente evolvendo. I numeri dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano riferiscono che il mercato dell’agricoltura 4.0 valeva 1,6 miliardi di euro nel 2021, con una crescita di oltre il 20% sull’anno precedente. Gli investimenti in tecnologie di monitoraggio e controllo valevano il 35%. Sistemi che hanno un evidente collegamento con la space economy. «A Planetek Italia costruiamo software per satelliti – prosegue Barbieri – e infatti collaboriamo molto con l’ESA (Agenzia Spaziale Europea, ndr). L’80% del nostro lavoro è rivolto a clienti esteri».
Di recente l’azienda è stata selezionata da un partner saudita, Geosystems Middle East per fornire servizi di monitoraggio basati sull’osservazione geospaziale che verranno impiegati durante il processo di afforestamento nel Paese (piantare 10 miliardi di alberi è l’obiettivo del Regno). Citiamo poi i due contratti assegnati dall’Agenzia Spaziale Europea a Planetek Italia – valore complessivo di 42 milioni di euro – per lo sviluppo di servizi derivati dall’osservazione della terra da parte della futura costellazione satellitare italiana IRIDE.
Uno degli elementi su cui gli iscritti al master del CIHEAM si concentreranno di più è il design thinking, ovvero un metodo che parte anzitutto dall’ascolto e dal confronto sui bisogni reali delle persone prima di mettere mano a un qualsiasi processo di creazione e produzione. Il metodo che viene utilizzato in particolare è quello del Double Diamond: discovery, identificazione delle user personas, develop e deliver. Sono quattro passaggi che potrebbero essere applicati in qualsiasi processo innovativo in ambito agrifood.
C’è infine un elemento che aiuta a inquadrare il percorso di studio e le finalità del master Open Innovation & Youth Entrepreneurship in the Mediterranean Agrifood Sector: l’internazionalità. Sono molti gli studenti e le studentesse che provengono da varie parti del mondo e che scelgono Bari come destinazione dove completare la formazione post-universitaria con un percorso in stretta collaborazione con le aziende. StartupItalia ha raggiunto Gamal Allam, proveniente dall’Egitto e oggi operativo proprio in Planetek Italia, per raccogliere la sua testimonianza: «Ho avuto la possibilità di stabilire connessioni con aziende leader specializzate in soluzioni innovative in diversi settori. È stato in questo periodo che ho scoperto la mia passione per Planetek Italia, dove attualmente svolgo il ruolo di consulente aziendale, contribuendo alla gestione di progetti nel settore dell’osservazione della Terra. Questo corso mi ha dato la straordinaria opportunità di entrare in contatto con persone provenienti da contesti e Paesi diversi, ampliando in modo significativo la mia rete professionale e ha allargato i miei orizzonti».