Istituita il 17 dicembre 1999 con la risoluzione 54/134 dell’Onu, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ricorre il 25 novembre perché in questa data, nel 1960, le tre sorelle Mirabal, dissidenti della dittatura di Trujillo, sono state torturate e uccise nella Repubblica Dominicana. «La violenza sessuale contro le donne e le ragazze affonda le sue radici in secoli di dominazione maschile – ha dichiarato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres -. Non dimentichiamoci che quelle disuguaglianze di genere che alimentano la cultura dello stupro costituiscono fondamentalmente una questione di squilibri di potere». Bélgica Adela, la quarta delle sorelle Mirabal, è rimasta attivista per tutta la vita fino alla morte nel 2014.
Chi erano le sorelle Mirabal?
Come spiegato in questo articolo del Corriere della Sera, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal si opponevano alla dittatura e per il loro attivismo sono state uccise dalla polizia. Nel loro Paese governava il dittatore Rafael Leonidas Trujillo (il regime durò dal 1930 al 1961) e le donne facevano parte del gruppo clandestino Movimento 14 giugno.
Il 25 novembre 1960 durante viaggio di ritorno dalla prigione, dove erano state per visitare i mariti, le donne furono fermate dalla polizia, poi impiccate e infine gettate in un burrone a bordo della loro jeep per far credere che la loro morte fosse legata a un incidente stradale.
Come ricostruito dagli storici, nel 1949 la famiglia Mirabal era stata invitata a un ricevimento da Trujillo, dittatore che tentò di corteggiare Minerva. Quest’ultima gli chiese invece di far cessare la persecuzione nei confronti di un amico, tra i fondatori del partito socialista nazionale. Da quel momento in poi le donne vennero monitorate e il padre più volte arrestato.