Un team ha analizzato 50 titoli RPG, ascoltando migliaia di characther e NPC. Il quadro non è dei migliori
Negli ultimi anni il settore videoludico ha saputo esprimere una maturità indiscutibile, trattando tematiche delicate come la depressione, la violenza domestica, la salute mentale, la discriminazione e il razzismo. Lo stesso si può dire in merito allo sviluppo di personaggi femminili non stereotipati, nei quali tantissime persone hanno saputo rispecchiarsi. Citiamo quel capolavoro videoludico di Naughty Dog The Last of Us, saga che ha avuto il privilegio di essere affiancata da una serie TV altrettanto bella. Eppure, stando ai dati di una ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science, ci sarebbe ancora molto da fare: è emerso infatti che, analizzando oltre 13mila personaggi nei videogiochi, quelli maschili parlano il doppio rispetto a quelli femminili.
Ecco alcuni dati:
- Lo studio ha esaminato 6,2 milioni di parole pronunciate da 13mila personaggi in 50 videogiochi. Appena il 35,16% delle parole proviene da personaggi femminili.
- Dal 1986 al 2020 i dialoghi femminili nei videogiochi sono aumentati del 6,3% a decennio. A questo ritmo il gender gap non verrebbe colmato prima del 2036.
- Monkey Island non ha superato il test di Bechdel, che richiede che due personaggi femminili parlino tra loro di qualcosa che non sia una figura maschile.
Lo studio è stato condotto dalla dottoressa Stephanie Rennick dell’Università di Glasgow e dal collega Seán G. Roberts dell’Università di Cardiff, i quali hanno effettuato un test su larga scala dello squilibrio di genere nei dialoghi all’interno di 50 videogiochi del genere RPG. Nel 94% dei titoli le linee di dialogo dei personaggi maschili sono superiori e questo vale anche nei casi in cui i character femminili sono in maggioranza, in titoli come Final Fantasy X-2.
Le cose stanno migliorando, ma a una velocità talmente contenuta che ci vorrebbe più di un decennio per una parità di genere nei dialoghi videoludici. «Sebbene ci aspettassimo di trovare una percentuale maggiore di dialoghi maschili nel complesso, siamo rimasti sorpresi nello scoprire come pochi giochi, solo tre su 50, hanno più del 50% di dialoghi femminili», ha commentato la dottoressa Rennick.
Le soluzioni per cambiare la situazione possono senz’altro arrivare da un maggior numero di personaggi femminili, tra protagoniste, character secondari e NPC. D’altra parte non può essere soltanto una questione di numeri, ma di qualità. Sono tanti i casi in cui le linee di dialogo restituiscono pregiudizi di genere, con stereotipi inaccettabili.