A Cencelle ha già individuato due enormi edifici sepolti non ancora scovati dalle tradizionali indagini archeologiche
Un drone archeologo, un vero e proprio Indiana Jones dei cieli, capace di integrare, nella sua stessa centralina, un sensore LIDAR a stato solido (cioè un laser senza parti in movimento) che durante la scansione dell’area di interesse è in grado di misurare la distanza da un punto del terreno sorvolato, mentre un computer di bordo salva i valori acquisiti e li sincronizza con i relativi dati provenienti dai sensori di volo, ovvero angoli, posizione e altitudine dello strumento.
È questo il frulcro del progetto UAVIMALS, una ricerca interdisciplinare tra archeologia e biorobotica, condotta dalla Sapienza Università di Roma e dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e tesa alla realizzazione di un prototipo aereo laser scanner, di piccole dimensioni, utile per le indagini di archeologia leggera. Insomma, un drone Indiana Jones. L’innovatività di UAVIMALS risiede principalmente nel tipo di tecnologia LIDAR impiegata che permette di ottenere prestazioni simili a quelle di strumenti già abbondantemente impiegati nell’ambito del rilievo indiretto, ma a un costo notevolmente inferiore e con un dispendio di energie sensibilmente ridotto dalle dimensioni dello strumento che lo rendono maneggevole e facilmente trasportabile anche in luoghi di difficile accesso.
Il progetto è stato sostenuto da un finanziamento della National Geographic Society ottenuto nel settembre del 2018, con un Early Carrer Grants da Federica Vacatello (project leader e PhD in Archeologia – curriculum di Archeologia ed Antichità post classiche – presso il Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza Università di Roma), che ha coadiuvato un gruppo di ricerca composto da archeologi, ingegneri e tecnici di bio-robotica.
Come funziona il drone Indiana Jones
Ciò che il drone Indiana Jones individua scandagliando dall’alto viene caricato su un laptop e sono gli input per un’app personalizzata che calcola in pochi secondi le coordinate 3D di una nuvola di punti. La nuvola è poi processata off-line mediante l’uso di un software open source al fine di ottenere la rappresentazione 3D dell’ambiente scansionato.
Il prototipo realizzato si è dimostrato funzionale per l’esame di piccole e medie porzioni territoriali non solo in campo archeologico ma anche in ambito ingegneristico, architettonico e ambientale. La capacità di registrare in maniera estremamente precisa l’altimetria del terreno, infatti, lo rende particolarmente adatto per l’identificazione di anomalie di quota che, in contesti archeologici, possono segnalare la presenza di strutture sepolte non ancora indagate.
UAVIMALS, in seguito ad una prima fase di sperimentazione laboratoriale, è stato testato sull’area della città medievale di Cencelle, scavo archeologico che rientra nel programma “Grandi Scavi” Sapienza sotto la direzione scientifica di Francesca Romana Stasolla. All’interno di questo contesto, lo strumento ha scansionato aree interne ai saggi di scavo ma non ancora indagate, che presentavano dei livelli d’interro minimi, rivelando delle anomalie nelle quote della superficie del terreno, che si sono dimostrate coincidenti con due edifici di grandi dimensioni non ancora individuati dalle indagini archeologiche.
All’ingegnerizzazione del drone Indiana Jones hanno preso parte Stefano Roccella (Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), Andrea Vannini (Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) e Sirena Cascarano (Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) con la collaborazione di Marcello Calisti del Dipartimento di Agri-Robotica dell’Università di Lincoln, mentre l’aspetto archeologico è stato curato anche da Francesca Romana Stasolla e da Giorgia Maria Annoscia del Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza Università di Roma, e infine da Carlo Citter del Dipartimento di Scienze Storiche dei Beni Culturali dell’Università di Siena.