Votato all’unanimità alla Camera dei Deputati, il testo deve essere approvato a Palazza Madama. L’obiettivo è consentire agli studenti di iscriversi a due corsi di laurea in contemporanea, così da formare profili ibridi più spendibili sul mercato del lavoro
Il 12 ottobre scorso la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità, con 387 voti a favore, il testo unificato intitolato “Disposizioni in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore“. Si tratta delle legge “Doppia Laurea”, che mira a far cadere il divieto per gli studenti di iscriversi a due corsi di laurea in contemporanea. Una impossibilità istituita con regio decreto del 1933, cioè 88 anni fa. Per capire cosa contiene e gli obiettivi cui mira il testo, ci siamo rivolti all’onorevole Alessandro Fusacchia, deputato e relatore della proposta di legge.
La prima domanda è d’obbligo: qual è l’iter di legge e quando sarà possibile per gli studenti iscriversi a due corsi di laurea in contemporanea?
“La grande aspettativa sul tema ci ha fatto pensare di essere vicinissimi alla fine. In realtà l’iter prevede il passaggio del disegno di legge al Senato, con un primo step in commissione e poi in aula. Il punto è quando verrà calendarizzata, perché il Senato sarà impegnato nelle prossime settimane con l’approvazione della Manovra 2022. Noi puntiamo ad avere le legge entro l’inizio del prossimo anno, a patto che il Senato la approvi perché se sceglie di apportare modifiche, il testo deve poi tornare alla Camera. Speriamo che questa ipotesi non si avveri e siamo fiduciosi in tal senso, poiché si tratta di un testo votato all’unanimità dai deputati, frutto di equilibrio e mediazione. Guardando all’effettiva entrata in vigore, poi, l’obiettivo è il prossimo anno accademico, considerando i 60 giorni che avrà a disposizione il Ministero dell’Università e della Ricerca per emanare i decreti attuativi con le modalità della doppia iscrizione. Sta a noi concludere l’iter legislativo entro primavera, così da avere il tempo per procedere ed essere pronti a settembre 2022”.
Andando oltre la doppia iscrizione contemporanea a corsi di studio di istruzione superiore (quindi corsi di laurea, laurea magistrale, master e dottorati), cosa cambierà a livello pratico per gli studenti con la fine del divieto?
“Il primo effetto immediato è che gli studenti si muoveranno a una velocità maggiore rispetto al mondo in cui vivono. Perché seguire due corsi di laurea permette di fare percorsi unici e sviluppare competenze verticali, così da avere dei profili ibridi più spendibili sul mercato del lavoro. Un archeologo formato e specializzato, ad esempio, anche nell’Information Technology avrà più opportunità professionali di un archeologo eccellente solo per le conoscenze sulle civiltà del passato. Va da sé che tale sistema e relative possibilità andranno a premiare gli studenti più volenterosi, pronti al sacrificio e a inseguire i propri traguardi. Gli studenti avranno anche alcune agevolazioni, come l’esonero totale o parziale dalle tasse universitarie per entrambi i corsi scelti, nel caso di chi rispetta i requisiti previsti, mentre il singolo iscritto dovrà necessariamente scegliere una sola delle due borse di studio cui potrà eventualmente avere diritto”.
Capire la strada da seguire
“Una delle idee di fondo della legge è permettere agli studenti di scegliere in maniera più libera e più completa la strada da seguire per prepararsi verso i mestieri del futuro. Al netto della liberà di scelta, la norma consente di combinare studio e formazione in aree diverse per costruirsi una carriera su misura, che grazie a percorsi innovativi andrà oltre le professioni tradizionali. La legge è anche una risposta ai tanti ragazzi che si accorgono, dopo un anno o due, di aver sbagliato la scelta del corso. In questo ambito, in Italia c’è la necessità di ampliare le politiche di orientamento per ridurre il tasso di dispersione universitaria. Serve un enorme lavoro nelle scuole per accompagnare i ragazzi a fare le scelte giuste, consapevoli. Per riuscirci va fatto un nuovo patto tra scuola e università, che includa docenti, progetti speciali, iniziative ed esperienze per arrivare ad aumentare il numero di laureati”.
Tra le novità introdotte dalla norma c’è il curriculum digitale dello studente. Cosa rappresenta?
“Il mondo del lavoro richiede figure versatili e dotate di varie competenze, quindi abbiamo pensato di inserire un elemento che permetta di tracciare le carriere accademiche degli studenti, che rispetto al passato seguiranno strade differenti e più articolate. Un percorso che include laurea, master, dottorati e scuole di specializzazione, per il quale è necessaria una mappatura, individuale e collettiva. Anche qui, si tratta di fare uno grande sforzo per creare un database che tenga traccia di tutti gli studenti e fornisca dati precisi”.
Per le università, invece, cosa cambierà?
“Gli atenei si trovano davanti a una grande opportunità, che sta a loro cogliere. Il testo che apre alla doppia laurea in contemporanea incoraggia le università a sviluppare percorsi altamente specializzati e a collaborare con altri atenei per attirare studentesse e studenti, anche stranieri, con l’offerta di corsi e la formazione che i ragazzi ricercano. In base ai settori di riferimento, il nuovo assetto consente di stipulare accordi strategici per facilitare la vita degli studenti nel seguire i corsi e sostenere gli esami. Le università potranno agire in completa liberà, poiché non ci saranno autorizzazioni da enti esterni per consentire progetti o patti. Tutto dipende dalla volontà di ampliare l’offerta formativa e calamitare l’attenzione dei ragazzi. Al contempo, è bene sottolinearlo, nessuna università potrà rifiutare l’iscrizione di uno studente, magari perché proviene o frequenta un altro corso in un ateneo meno prestigioso. Una ruolo cruciale spetta comunque al Ministero, chiamato a pianificare il lavoro per agevolare gli studenti e a presentare a Camera e Senato una relazione sull’impatto della riforma, con dati, tendenze e statistiche dettagliate (per raccogliere i dati servirà una determinata organizzazione da parte di atenei e ministero), entro quattro mesi dalla conclusione del terzo anno accademico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge, per capire come sarà andata e come proseguire”.
Sembra assurdo che nel 2021 ci sia una legge per abrogare un divieto istituto da un regio decreto nel 1933? Vi siete ispirati a qualche esempio?
“Perché per decenni si è pensato ad altro e non si è fatto nulla, nella speranza che qualcun altro si facesse carico di aggiornare la norma. Credo che l’Italia sia rimasto l’ultimo paese europeo a non consentire la contemporanea iscrizione a due corsi di laurea, mentre invece sono ammesse le doppie iscrizioni tra università italiane e straniere. Quest’ultima è stata l’ispirazione principale: perché gli atenei italiani possono collaborare con le università oltreconfine e non con quelle italiane?”.
“Non è una riforma per ricchi”
“Una delle critiche al testo è che si tratta di una riforma per ricchi, quando in realtà ci siamo mossi perseguendo l’obiettivo opposto. Finora l’università è stata ad appannaggio dei ragazzi provenienti da famiglie più facoltose, che in quanto tali si sono potuti permettere di spedire i figli all’estero per frequentare atenei prestigiosi e molto costosi. Allargando il raggio d’azione, invece, la possibilità di frequentare due corsi di laurea nello stesso periodo avrà un effetto dirompente su molti ambiti, in particolare quello universitario, caratterizzato da una operatività a compartimenti stagni e bisognoso di una maggiore osmosi. Pensate agli studenti di domani che avranno una formazione multidisciplinare in lizza per insegnare all’università: nel confronto con un candidato preparato solo sul proprio settore, avrà molte più carte da giocarsi e quindi possibilità di ottenere la cattedra. E a guadagnarci saranno le università e i suoi futuri studenti”.
Quali altri punti ci sono da scardinare, modificare e rinnovare nel campo della formazione per supportare i giovani?
“Due punti principali. Il primo riguarda l’orientamento, con la necessità di superare la didattica a distanza diffusa con l’emergenza sanitaria e le lezioni frontali spingendo sulle esperienze, perché i ragazzi hanno bisogno di toccare con mano, frequentare, conoscere in maniera diretta il mondo universitario e quello professionale, perciò serve coinvolgere le imprese e avvicinare le scuole superiori con gli atenei. Una idea utile potrebbero essere i percorsi di alternanza scuola-università, con la partecipazione alle lezioni in ateneo degli studenti che frequentano l’ultimo anno delle scuole superiori, come prospettato da Gaetano Manfredi (ex rettore dell’Università Federico II di Napoli, ex ministro dell’università e della ricerca nel governo Conte II e attuale sindaco di Napoli, nda).
Il secondo punto coinvolge la didattica, perché non ha senso che le modalità e l’efficacia di un docente che insegna all’università non abbia nessun valore per la carriera universitaria, basata esclusivamente sulla ricerca. Questo è un nodo da sciogliere per migliorare gli atenei e la formazione degli studenti che li frequentano”.
Il tour della Doppia Laurea
Con l’obiettivo di informare e dibattere con studenti, docenti e i giovani interessati alla nuova opportunità, ma anche per lanciare un appello ai colleghi parlamentari affinché aderiscano alla campagna “doppia laurea”, portando la legge nei rispettivi territori e sottoscrivendo la petizioni pubblica appena lanciata, Alessandro Fusacchia e altri nove deputati di diversi schieramenti (Alessandra Carbonaro, Alessandro Cattaneo, Angela Colmellere, Chiara Gribaudo, Antonio Lombardo, Michele Nitti, Luca Toccalini, Manuel Tuzi, Massimo Ungaro) hanno presentato il tour della legge Doppia Laurea.
“Incontreremo gruppi di studenti, docenti e rettori che chiedono che la doppia laurea sia presto legge e che vogliono da subito iniziare a confrontarsi sulle prospettive che questa legge offre al mondo della formazione e del lavoro. Tantissimi si sono già mobilitati e noi vogliamo accompagnare questa legge non solo dentro le aule parlamentari ma anche fuori, nelle successive fasi in cui sarà importante attuarla al meglio grazie al lavoro del ministero e delle università, e nel confronto con tanti giovani che potranno e vorranno approfittarne. Il nostro sarà quindi un contributo anche sull’orientamento delle nuove generazioni”, ha dichiarato Fusacchia nel corso della presentazione del tour, che toccherà diverse città d’Italia e si concluderà in primavera.