Sei italiani su dieci sono propensi a vaccinarsi contro l’influenza e il 10% dei post relativi alle ricerche online su malattie sono incentrate sulla vaccinazione antinfluenzale, che è tra i primi tre argomenti più popolari in rete quando si parla di salute. È quanto emerge da una ricerca promossa dall’Health Web Observatory presentata durante la diretta di “LIFE – La salute che verrà”
Cresce l’interesse degli italiani per la vaccinazione antinfluenzale. È quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Health Web Observatory in collaborazione con Medipragma con il contributo incondizionato di Sanofi Pasteur, dedicata all’impatto di COVID-19 nella cultura della prevenzione e al nuovo approccio sull’influenza e sulle strategie vaccinali. Indagine che, per citare un dato su tutti, evidenzia come termini come “influenza” e “vaccino antinfluenzale”, siano al terzo posto tra i temi più popolari nella rete quando si parla di salute e patologie subito dopo il diabete e l’Hiv. I dati sono stati presentati in occasione della quinta diretta di “LIFE – La salute che verrà”, mercoledì 21 ottobre alle ore 15.00: “hashtag vaccino: il sentiment sulla vaccinazione e in particolare su quella antinfluenzale”.
“Abbiamo condotto uno studio sulla comunicazione online riguardo ai temi della vaccinazione antinfluenzale in rapporto al nuovo coronavirus” commenta in un’intervista a StartupItalia Ketty Vaccaro, presidente dell’Health Web Observatory. “L’obiettivo è stato capire se è cambiato qualcosa nell’atteggiamento degli italiani, in base alle discussioni e alla ricerca di informazioni online, e se il cambiamento è in qualche modo collegato alla situazione epidemica che stiamo attraversando”. Per farlo gli analisti hanno utilizzato uno strumento di analisi della comunicazione online, il social media listening – che ha utilizzato alcune parole chiave come vaccino, vaccino antinfluenzale, ininfluenza, COVID-19, coronavirus, Sars-CoV-2 ecc – nel periodo che va da gennaio a settembre 2020.
Il ruolo dei social network
Un primo dato riguarda i social, canale privilegiato da parte degli italiani per la ricerca di informazioni, soprattutto per la vaccinazione antinfluenzale. Dall’analisi in rete sono emersi 53.511 post totali, tra web e social network, che fanno riferimento alle parole chiave ricercate. In particolare 17.549 relativi al tema dei vaccini antinfluenzali (di cui il 57% da Twitter), 35.962 al coronavirus (di cui il 43% dal Web) e 4.303 citavano entrambi i temi con un collegamento diretto. La maggior parte dei contenuti – ben il 69% – si trova sui social e in particolare su Twitter, Instagram e Facebook, che prevalgono rispetto ai siti web (con il 31% dei contenuti) nella ricerca e nello scambio di informazioni su questi temi.
Vaccaro aggiunge che i 17 mila post che avevano come argomento il vaccino antiinfluenzale sono stati condivisi nel 45% dei casi dalla popolazione e nel 33% dalla stampa generalista, a cui si aggiungono piccole percentuali di blogger e influencers. Questi due sono stati gli attori principali e più attivi della comunicazione sui social, mentre il ruolo di esperti ed istituzioni è emerso come più marginale. “Il che non significa che non forniscono dati a riguardo – precisa Vaccaro – ma solo che sono meno presenti rispetto ad altri attori in rete. Indice che forse dovrebbero trovare canali e modi informativi più efficaci”.
I temi più ricorrenti
I temi più “caldi” in rete, secondo l’analisi, riguardano efficacia e indicazioni del vaccino antinfluenzale, oggetto di discussione del 48% dei post. Seguono richiami e riferimenti alla ricerca scientifica con il 15% dei post, punti di vista e vissuto personali con il 10% e un altro 10% collegato al tema dell’organizzazione dell’attività di vaccinazione sul territorio e di una possibile carenza dei vaccini. Proprio la disponibilità dei vaccini anche in chiave polemica è stato oggetto dei primi tre post più popolari su You Tube, Instagram e Facebook. “È un tema molto dibattuto sui canali social. I post con un maggior potenziale di pubblico raggiunto sono tutti legati al tema della disponibilità delle dosi di vaccino e ai problemi organizzativi di alcune regioni nel garantirle”, sottolinea Vaccaro.
L’interesse degli italiani a vaccinarsi
Sono stati analizzati inoltre i trend quantitativi di Google, cioè le parole chiave più ricercate sul motore di ricerca da maggio a settembre 2020. Dati che hanno confermato l’interesse degli italiani per la vaccinazione antinfluenzale. “Già a partire dalla fine dell’estate, periodo in cui si decide se vaccinarsi o meno, abbiamo notato un incremento di ricerche sul termine ‘vaccinazione antinfluenzale’, che abbiamo interpretato come un interesse non accademico per il tema, ma legato all’attualità e alla ricerca di informazioni per decidere se vaccinarsi o meno” spiega Vaccaro.
E in effetti secondo quando emerge da una survey sulla propensione a vaccinarsi, condotta su oltre 2900 italiani ad agosto 2020, il 61% degli intervistati ha risposto di volersi vaccinare contro l’influenza (con un picco del 71% tra chi ha più di 65 anni) e ben il 63% (che diventa 71% quando si tratta di lavoratori) contro COVID-19, se a dicembre di quest’anno fosse disponibile gratuitamente il vaccino.
Il sentiment sulla vaccinazione e la disinformazione
L’opinione degli italiani a proposito delle vaccinazioni sembra dunque migliorare, in base a questi dati e a un confronto con un’analisi simile condotta nel 2017 sulla vaccinazione in generale. A prevalere però è un sentment “neutro”, come sottolinea la presidentessa della HWO, che ancora testimonia il bisogno di reperire maggiori informazioni tecniche e non opinioni. Inoltre sembra anche in calo il peso del popolo No Vax: “Sui 1.223 post analizzati che contenevano la keyword ‘no vax’, solo il 2% erano favorevoli, mentre il 90% erano dichiaratamente contro il popolo No Vax” aggiunge Vaccaro, che afferma anche come questo non significhi che la disinformazione sia sparita del web, con Il sentiment negativo rispetto ai vaccini antinfluenzali che oscilla intorno al 37% nei diversi canali.
“Ci sono delle ‘sacche’ di disinformazione che non sono state eliminate – continua – e la grande e ampliata disponibilità di informazioni scientifiche sulla rete in questo momento non è di per sé una garanzia di conoscenze più corrette. Anzi può rappresentare un’arma a doppio taglio, perché ci può essere un uso improprio delle evidenze scientifiche e sono ancora presenti cortocircuiti informativi proprio sul rapporto influenza/vaccinazione antinfluenzale e COVID-19. Basti pensare all’effetto disorientante dovuto sia alla difformità dei pareri tra esperti ed istituzioni rispetto alla obbligatorietà dei vaccini o il COVID-19 stesso. Fenomeni un po’ spiazzanti e disorientanti per il grande pubblico”.
La reputazione di medici e aziende farmaceutiche
La pandemia di COVID-19 sembra però avere un impatto anche sulla reputazione di medici e aziende farmaceutiche. L’analisi dell’Health Web Observatory ha infatti ribadito la rilevanza del ruolo che gli internauti attribuiscono ai medici come garanti dell’importanza e del valore del ricorso alla vaccinazione. “Inoltre – conclude Vaccaro – il grande impegno delle aziende per la ricerca di un vaccino e terapie contro COVID-19, ha migliorato la reputazione delle stesse, che non vengono viste solo come attente al profitto, ma anche solidali e attente al bene collettivo”.
La diretta
La ricerca dell’Health Web Observatory è stata mostrata in anteprima durante una puntata speciale di StartupItalia Live! e commentata da professionisti ed esperti del settore. Con noi erano presenti: Mario Merlo, General Manager di Sanofi Pasteur; Ketty Vaccaro, Presidente dell’Helth Web Observatory, Giovanni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute; Fabrizio Pregliasco, virologo e Direttore Sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano; Tommasa Maio, Segretario Nazionale FIMMG; e Mariangela Pepe, founder di Smart Hospital.
Potete rivedere qui la puntata