Come ha fatto un istituto di Pomigliano D’Arco a entrare nella top 10 del World’s Best School Prizes T4? Ce lo racconta la dirigente scolastica, Angela Comparone: «Abbiamo trasformato le nostre difficoltà in punti di forza»
Se la narrativa della Silicon Valley ha reso celebre il garage come luogo di partenza di straordinarie storie di business, c’è un nuovo paradigma che si afferma per raccontare le origini delle scuole più innovative al mondo: il condominio. Ed è proprio all’interno di un caseggiato a Pomigliano D’Arco, in provincia di Napoli, che inizia la parabola dell’Isis Europa, istituto di scuola secondaria, giunto agli onori della cronaca per essere nella top 10 delle scuole più innovative secondo il World’s Best School Prizes T4, uno dei riconoscimenti più prestigiosi al mondo nel settore dell’istruzione: «Siamo partiti dalle nostre debolezze: la dispersione scolastica e la mancanza di spazi opportuni per l’attività didattica. Invece di piangerci addosso, abbiamo provato a convertire le nostre difficoltà in punti di forza, chiedendoci, “cosa possiamo fare”?», racconta a Startupitalia Angela Comparone, dirigente scolastico di Isis Europa.
Il Metaverso dell’errore
Intervistiamo Comparone il 31 luglio. È ancora a scuola a lavorare, insieme a due docenti che sono tra i più attivi nello sperimentare nuovi strumenti e approcci didattici, Angela Schisa e Roberto Castaldo, che hanno offerto spunti per questo articolo. La domanda da cui partiamo è come è riuscita l’Isis Europa a diventare una delle scuole più innovative al mondo? Per capirlo, dobbiamo soffermarci su tre parole chiave: strumenti, approccio e formazione dei docenti. In cima agli strumenti didattici innovativi introdotti dall’istituto c’è un metaverso, costruito dai ragazzi e dalle ragazze della scuola sulla piattaforma Spatial.io. All’interno di questo docenti e studenti hanno creato delle unità di apprendimento in più materie (UDA) come quella dedicata alla Shoah, chiamata Isola della Memoria per offrire esperienze didattiche immersive. Tutto è nato da una visita a Auschwitz, con gli studenti che hanno realizzato dei video e del materiale, poi introdotto all’interno del metaverso. Con i loro avatar possono muoversi all’interno degli spazi, leggere interviste a personalità, articoli di giornale del tempo, fino alle ricerche fatte dai loro compagni.
All’interno del metaverso si può anche visitare il Museo dell’Errore, un’invenzione della scuola che racconta bene anche l’innovazione che è alla base dell’ approccio didattico. All’interno di un hangar industriale, sono raccolti gli errori più celebri della storia nella scienza, come nel commercio, che hanno dato vita, paradossalmente, a scoperte scientifiche o alimentari, come le patatine e il panettone: «Con questo Museo vogliamo trasmettere il messaggio che bisogna far pace con l’errore. Una scuola, che comunica agli studenti che gli inciampi nella vita sono necessari, offre loro la possibilità di superare la paura del giudizio e della valutazione, su cui si regge ancora purtroppo gran parte della didattica nazionale», prosegue Comparone.
Le collaborazioni di Isis Europa
Per stare al passo con i tempi, i docenti dell’Isis Europa si sono formati con un nuovo modello educativo, MLTV, nato da una collaborazione tra Indire, Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa e la Harvard Graduate School of Education di Boston. Acronimo di make learning and thinking visible, è una strategia di apprendimento che punta a sviluppare il senso critico, l’empatia, la capacità di lavorare in gruppo e l’autovalutazione. La base dello MLTV sono le thinking routine, ovvero esercizi che aiutano gli studenti a farsi delle domande partendo da input visivi, che li aiutano a creare dei collegamenti e a comprendere quali sono i concetti del testo che vale la pena ricordare. «L’obiettivo è di far diventare gli studenti dei pensatori abituali, promuovendo il lavoro di gruppo e la possibilità per ognuno di esprimere il proprio talento. Allo stesso tempo, forniamo ai docenti la possibilità di migliorare le loro metodologie didattiche, attraverso dei percorsi formativi che avvengono in Italia, come all’estero», evidenzia Comparone. Altra collaborazione decisiva è stata quella con l’associazione Junior Achievement, sesta ONG al mondo, la più vasta organizzazione dedicata all’educazione economico imprenditoriale dei più giovani, candidata per il secondo anno consecutivo al Premio Nobel per la Pace. Grazie anche a loro, l’Isis Europa ha iniziato il suo percorso che la vede candidata nella top 10 del World’s Best School Prizes T4.
L’impatto della scuola sulla società
Un altro obiettivo dell’Isis Europa è di creare una scuola civica, realizzando delle attività per integrare la scuola con il territorio, con gli studenti che partecipano attivamente alla crescita della propria comunità, in un percorso di apprendimento noto come service learning. Proprio all’interno del service learning gli studenti della scuola hanno creato uno sportello di informazioni per aiutare i cittadini di Casalnuovo, altro comune in provincia di Napoli, a usufruire di alcuni servizi comunali digitali, aiutandoli, per esempio, in operazioni su come ottenere lo SPID o informarsi in modo veloce sugli orari dei trasporti pubblici, come delle farmacie di turno. Anche qui Comparone ci spiega le difficoltà di questa iniziativa quando ha provato ad offrire questo servizio ad altri comuni campani, ma nessuno ha voluto adottare uno strumento utile e, soprattutto, gratuito.
La scuola che forma operai specializzati
Ci sono due altri progetti che la scuola sta mettendo a punto. La creazione di due laboratori per permettere agli studenti di accedere al metaverso attraverso dei visori e la gestione di un altro edificio che servirà ad avvicinare il mondo dell’impresa alla scuola, creando i professionisti specializzati di cui le aziende oggi hanno bisogno: «Ci sono tante eccellenze nella scuola italiana che purtroppo sono monadi che hanno difficoltà a parlare tra loro. Nel nostro piccolo stiamo cercando di non chiuderci e di provare a costruire una nostra rete, mettendoci in contatto con altre scuole e istituzioni culturali. Serve una rete solida per condividere buone pratiche e anche un sistema di tutoraggio annuale per aiutare soprattutto i docenti che iniziano il loro percorso a essere più assistiti e preparati», conclude Comparone.