C’è chi dopo aver terminato il suo percorso alla Apple Developer Academy di Napoli ha avviato una startup, chi è diventato manager di una grande azienda, chi ancora lavora come sviluppatore in un’impresa americana, mentre coltiva il sogno di lanciare e far crescere un proprio business. Chi ancora ha ideato una app che si fa notare sugli app store in tutto il mondo.
Abbiamo partecipato alla Future Fair 2024, una delle giornate che chiude l’anno accademico della Apple Developer Academy e che mette in contatto studenti provenienti da tutto il mondo, circa 300, e le aziende e le startup che hanno bisogno di personale. Sono davvero numerose le storie che ci hanno incuriosito.
I ragazzi di Worklet
Incontriamo Paolo Baldo Luchini e Raffaele Scala. Sono due ex studenti dell’Academy che hanno chiuso il loro percorso nel 2018 e sono tornati negli anni successivi alla Future Fair per promuovere il loro progetto che si chiama Worklet e trovare nuovi sviluppatori per il loro business.
«Ogni fallimento è un nuovo successo»
Tornano alla Fair per il secondo anno consecutivo, hanno già assunto uno studente dell’Academy all’interno del loro team: «Abbiamo fatto prima un percorso come studenti poi come Pier [programmi per ex studenti per costruire iniziative imprenditoriali, NdR]. In Academy abbiamo lanciato un’applicazione sugli store che traccia prodotti sugli store di Amazon per aiutare gli utenti a risparmiare nei loro acquisti sulla piattaforma. Per farlo siamo entrati in un programma di affiliazione di Amazon», raccontano.
Il progetto si è poi evoluto in quella che oggi è Worklet, startup è focalizzata sulla consulenza e sulla costruzione di progetti di sviluppo in ambito mobile, web e desktop: «Avendo già un background ingegneristico sapevamo che trovare lavoro per noi non sarebbe stato complicato, vista la domanda di sviluppatori sul mercato. Tuttavia, grazie al percorso in Academy, abbiamo imparato a investire su noi stessi, a collaborare in un gruppo di lavoro eterogeneo e ad avere una visione a 360 gradi sul business».
«Abbiamo imparato a essere trasversali»
La lezione più importante che hanno appreso nel percorso in Academy è un’altra, come ci raccontano: «Abbiamo avuto anche tante mazzate. Con progetti presentati, a cui abbiamo lavorato tanto, che sono stati bocciati. Ricordiamo una volta che, dopo la presentazione della nostra idea, un grosso investitore italiano ci ha detto in modo molto crudo che la nostra startup non aveva alcun futuro in Italia. In occasioni come questa, abbiamo imparato che un fallimento, se interpretato nel modo giusto, è sempre l’alba di un nuovo successo».
Le ragazze di HackTheDuck
Hanno sviluppato app per musei, ospedali, ONG. Mariangela Tricarico e Natalia Pau hanno concluso il proprio percorso in Apple Academy nell’anno 2019-2020. Poi si sono lanciate in una doppia sfida. Lavorano per un’azienda americana con sede anche in Italia come sviluppatrici, la Keeneight, focalizzata sullo sviluppo di software che supportano il ciclo di sviluppo di un prodotto. Nel mentre hanno lanciato una loro startup, che si chiama HackTheDuck: «Ci siamo conosciute in Academy e abbiamo voluto creare qualcosa che ci rappresentasse al meglio. Durante il nostro percorso, abbiamo imparato il valore della collaborazione e che mettere insieme un team con competenze eterogenee è fondamentale per la crescita di un proprio progetto di business», raccontano.
HackTheDuck oggi mette insieme un gruppo di quattro sviluppatori, un team per metà femminile e l’altra maschile, focalizzato sullo sviluppo di applicazioni: «Abbiamo realizzato un primo progetto per il MANN, il Museo Archeologico di Napoli, un’app che mostra dei percorsi di cicloturismo, con delle tappe collegate a dei quadri presenti nel museo. Abbiamo anche collaborato con un ospedale di Ancona per il quale abbiamo realizzato un progetto che aiutasse pazienti e medico a tenere traccia dello stato delle cicatrici post operatorie. E ancora, per una ONG in Sudafrica, abbiamo lanciato un’applicazione che aiuta i bambini per gestire le proprie attività scolastiche».
Chiediamo qual è la lezione più importante che hanno imparato nell’Academy e che vogliono condividere: «Abbiamo imparato ad analizzare i problemi e a cercare delle soluzioni, a lavorare in ambienti internazionali e ad empatizzare con i clienti, tre competenze che le aziende cercano oggi fortemente sul mercato».
C’è chi ha scelto l’open innovation
Incontriamo anche Alessandro Ammendola e Carlo Baruffini, oggi manager di AmplifonX, la divisione di Amplifon che funziona come una startup interna dedicata allo sviluppo di soluzioni digitali innovative. Entrambi, hanno concluso il loro percorso nell’Academy nel 2016-2017. «Dopo l’esperienza in Academy siamo stati assunti da una startup, Otohub, come sviluppatori iOS. Amplifon ha poi acquisito la startup e abbiamo visto una crescita dei nostri ruoli, da startupper siamo diventati manager del progetto AmplifonX, il dipartimento di ricerca e sviluppo dell’’azienda. Inizialmente, eravamo un team di 8 persone, oggi siamo 40», raccontano.
AmplifonX è un progetto lanciato dall’azienda nel 2022, con un investimento complessivo di 150 milioni di euro fino al 2024. L’obiettivo è definire un nuovo standard dell’esperienza audiologica per i clienti e per gli store. Un esempio è OtoPad, l’audiometro digitale che permette di eseguire test dell’udito su iPad.
«Un team coeso crea prodotti in tempi record»
«In Academy abbiamo imparato ad avere una visione completa del prodotto, ma anche a ideare un progetto e conoscerlo in tutte le sue parti. E poi, un altro valore che ci è stato trasmesso è quello della cooperazione tra figure tecniche e manageriali. In AmplifonX ci sono le stesse dinamiche nella gestione dei progetti. In fondo, un team coeso ed eterogeneo è la base per ideare e sviluppare progetti complessi in tempi rapidi», concludono.
«Così la Apple Developer Academy ha rivoluzionato la nostra vita»
Clelia e il suo team di Sunlitt
Raggiungiamo Clelia Iovine che, con un team di altre cinque persone ha ideato Sunlitt, app che nasce proprio all’interno del percorso in Apple Developer Academy e ha raggiunto già molti traguardi internazionali: è stata tra le app finaliste dello Apple Design Award, per il valore del suo design: «Abbiamo iniziato il nostro percorso in Academy nel 2021. Ci siamo conosciuti in modo casuale e abbiamo deciso di lavorare insieme. In una sessione di brainstorming è emerso un problema comune, la difficoltà nel trovare una casa che avesse una corretta esposizione solare. Abbiamo allora lavorato a una soluzione, così è nata Sunlitt», racconta Iovine.
Sunlitt consente di seguire la posizione e il movimento del sole ovunque e in qualsiasi momento. Da come trovare un appartamento soleggiato, a come cercare un parcheggio all’ombra, o ancora in che posizione mettere le piante, l’app viene usata per diversi motivi, anche per fornire orari precisi per diversi eventi solari di rilievo come , il mezzogiorno solare, ma anche l’ora d’oro o l’ora blu, la prima e l’ultima luce, la mezzanotte solare, la durata del giorno, i Solstizi, gli Equinozi e molto altro ancora. Sunlitt è disponibile in due versioni, una free e un’altra a pagamento con più feature:
«L’Academy ha rivoluzionato le nostre vite e ambizioni. Abbiamo imparato a lavorare in team eterogenei e a costruire una rete di contatti sia in Italia, con App Store Italia, ma anche ad entrare un network internazionale, grazie anche alla nostra partecipazione in altri programmi, come Apple Entrepreneur Camp, che si focalizza anche sul supporto a giovani imprenditrici. Grazie a questo camp abbiamo avuto la possibilità di far crescere la nostra visibilità su app store in altre parti del mondo, come quello americano», conclude. Oltre che da Iovine, il team di Sunlitt è composto da Nicolas Mariniello, Raffaele Fulgente, Fabio Pizzano (Designer), Leonardo Bertinelli e Davide Biancardi.
L’AI entra nell’Academy
La formazione dell’Academy si adatta ai tempi: Apple ha annunciato che formerà gli studenti, le studentesse e i mentor su tecnologie che sfruttano l’Intelligenza artificiale. Inoltre, il curriculum dell’Academy si estende anche a visionOS: il sistema operativo che combina contenuti digitali con il mondo fisico sarà parte del nucleo del programma ARTE (Advanced Research Track Experience), disponibile come opzione per alcuni studenti selezionati.