«Penso che il commento più importante riguardi il segnale che trasmette. Dice: cari giovani, lasciate perdere l’innovazione, è un settore che in Italia non ha futuro. Questo è abbastanza evidente». Alessandro Sordi, Ceo di Nana Bianca, è tra le personalità dell’ecosistema che abbiamo interpellato per commentare l’articolo che in manovra 2025 estende la web tax al 3% a tutti i soggetti, a prescindere dal fatturato.
Web tax: cosa rischia l’Italia?
«Una tassa che ragiona su fatturato e non sugli utili è iniqua – prosegue Sordi -. Ci sono molte attività con un importante fatturato, ma con margini bassi. Se tassi il fatturato salta il conto economico. L’effetto è diretto: se non ci sono i margini e bisogna pagare una tassa significa che i fondatori devono tassarsi per finanziare il pagamento della tassa. Risultato: o chiudi o sposti l’azienda».
L’altro effetto della web tax per tutte le startup riguarda il settore investimenti, come denuncia Sordi. «Se lo fai di mestiere, devi investire i soldi dove hanno maggiore efficienza. Ma se li metto in una starutp italiana che, per quanto brava, avrà fin dal primo anno di vita una tassa del 3% sul fatturato per forza li metterei altrove».
Non dovessero cambiare le cose e la norma venisse dunque approvata così come nella bozza della manovra? «Vedremo tantissime srl e PMI di giovani che non ce la faranno e quindi chiuderanno. Qualcuno probabilmente andrà altrove e sicuramente i prossimi anni assisteremo a un decremento nel numero di investimenti in startup». Sordi critica poi la tassa sulle plusvalenze da cripto al 42%: «Chi lavora in quel settore è giovane. Parliamo della forma di risparmio delle nuove generazioni».
Web tax: l’ecosistema riuscirà a mobilitarsi?
C’è tempo per correggere il tiro? «L’ecosistema purtroppo non ha grande rappresentanza. È una categoria debole, fatta da 12/13mila aziende. Non hanno uffici di comunicazione per fare pressione. Lavorano tutti i giorni sul prodotto. Siamo d’accordo che la web tax ci debba essere se fatturi più di 750 milioni. Ma se lo fai su società molto piccole, in perdita…». In gioco c’è senz’altro la competitività su tutti i fronti, a partire dall’AI. «Pensiamo proprio a tutto quel segmento sull’Intelligenza artificiale: ma chi si metterebbe a sviluppare una startup in queste condizioni?».