I robot agricoli, conosciuti anche come AgriBot, possono fare molto per rendere l’agricoltura più profittevole e sostenibile. Il gruppo americano The Mixing Bowl ha tracciato una mappa delle startup. Ecco quelle più interessanti
Mentre la domanda mondiale di cibo cresce, il settore agricoltura si trova davanti importanti sfide. Il cambiamento climatico rende sempre più incerta la possibilità di ottenere un raccolto soddisfacente, allo stesso tempo i costi, sia delle materie prime sia della manodopera, sono in aumento. La cornice normativa inoltre si fa più stringente, con un’attenzione sempre maggiore all’ambiente. Come già in passato però i progressi di tecnologia e ricerca possono dare un aiuto fondamentale.
L’agricoltura 4.0 e in particolar modo la robotica applicata al settore primario promettono di aiutare le aziende agricole a fare il salto e di garantire la sicurezza alimentare. Sono moltissime le startup a livello mondiale che stanno lavorando a prototipi di agribot (robot agricoli) in grado compiere le più disparate operazioni, altre startup hanno già agribot pronti per il lancio sul mercato e altre ancora hanno già operativi in campo diversi esemplari di agribot.
Quali operazioni si possono automatizzare
Secondo stime riportate nel rapporto ‘Global harvest automation‘ del 2021, a cura dell’americana Western Growers Center for Innovation and Technology, il solo mercato della raccolta automatizzata di frutta e verdura varrebbe 5 miliardi di dollari all’anno fra Stati Uniti, Unione Europea e Sud America, 1,8 miliardi annui solo per quanto riguarda l’Europa. Il rapporto è disponibile a questo link.
In effetti, riuscire a progettare robot in grado di raccogliere autonomamente prodotti freschi è forse la sfida più grande dell’automazione in agricoltura, ma le operazioni che gli agribot possono già portare a termine in autonomia sono diverse, dalle più semplici alle più complesse. Si va dal movimento al monitoraggio in campo con l’ausilio di sensori e intelligenza artificiale, dalle operazioni di semina ai trattamenti contro patogeni al diserbo e al dirado.
Il solo mercato della raccolta automatizzata di frutta e verdura varrebbe 5 miliardi di dollari all’anno fra Stati Uniti, Unione Europea e Sud America
Secondo la definizione fornita dal gruppo americano che si occupa di innovazione nel settore alimentare e agricolo The Mixing Bowl, gli agribot “sono macchine che, tramite hardware e software, percepiscono l’ambiente circostante, analizzano i dati raccolti e agiscono in tempo reale su una coltura agricola senza l’intervento umano”.
Startup e agriobot: una mappa
Proprio il gruppo californiano ha di recente monitorato il panorama delle startup che si occupano di robotica in agricoltura, sia in campo aperto, sia in coltivazioni indoor. Hanno analizzato 600 casi al mondo, disegnando poi una mappa che ha considerato 250 startup per quello che hanno chiamato ‘Crop Robotics Landscape‘.
“L’agricoltura è sicuramente una delle industrie più sfidanti per lo sviluppo robotico”, ha dichiarato Rob Trice, fondatore di The Mixing Bowl ad AFN. L’analisi degli americani infatti ha evidenziato come, delle 600 startup prese inizialmente in considerazione, il 90% si trova ancora nella fase di ricerca e sviluppo.
“Storicamente – si legge nel rapporto – solo poche aziende al mondo sono già riuscite ad arrivare alla fase di lancio dell’agribot sul mercato e al successo della redditività”. Quelle che ce l’hanno fatta hanno progettato fondamentalmente agribot in grado di diserbare e trattare, robot di mungitura e agribot che compiono operazioni di monitoraggio.
La principale motivazione dell’alto tasso di fallimento a livello commerciale delle startup che si occupano di robotica in agricoltura è il fatto che è veramente difficile riuscire a soddisfare un imprenditore agricolo, fornendo una macchina che sia in grado di operare come un uomo farebbe, a un prezzo conveniente.
La principale motivazione dell’alto tasso di fallimento a livello commerciale delle startup che si occupano di robotica in agricoltura è il fatto che è veramente difficile riuscire a soddisfare un imprenditore agricolo
Agribot: alcuni casi di successo
Alcuni casi di successo di aziende nel campo della robotica in agricoltura sono stati analizzati proprio nel ‘Global harvest automation’. Fra le aziende più famose c’è la francese Naïo Technologies che opera nel settore ortofrutticolo. I suoi agribot diserbano, seminano, dissodano il terreno, con l’ausilio di intelligenza artificiale. È attiva soprattutto in Europa e negli Stati Uniti e, secondo valutazioni dell’Università della California, in particolare per quanto riguarda le operazioni di diserbo, il risparmio di tempo è del 20%, con il 90% delle malerbe eliminate.
Advanced Farm ha sviluppato una soluzione per la raccolta delle fragole, a pieno campo. Il robot può raccogliere fino a 45 kg di fragole all’ora, mentre la riduzione della manodopera è stata stimata pari al 30%. L’azienda sta sviluppando soluzioni anche per il post raccolta delle fragole mentre, proprio quest’anno, dovrebbe lanciare un nuovo agribot in grado di raccogliere le mele.
Si occupa sempre di raccolta delle fragole, ma di fragole coltivate fuorisuolo, Tortuga AgTech, fondata in Colorado nel 2016. I suoi agribot, mentre raccolgono il prodotto, compiono altre operazioni: coadiuvati da algoritmi di intelligenza artificiale, raccolgono dati indirizzati alle previsioni commerciali. L’azienda ha sviluppato un modello di business che prevede che il pagamento del servizio di raccolta avvenga in base ai kg di prodotto raccolti dai robot. Al momento sta lavorando allo sviluppo di robot di raccolta dell’uva da tavola, dopo aver chiuso lo scorso anno un round di finanziamento da 20 mln di dollari.
L’australiana SwarmFarm Robotics, fondata 8 anni fa, ha progettato una piattaforma autonoma che monta diverse attrezzature agricole. Si va dal diserbo ai trattamenti agli sflaci. Secondo quanto scrivono sul sito dell’azienda, negli ultimi 2 anni, la loro flotta di agribot ha lavorato su 80mila ettari di terreno agricolo.
Infine, l’americana Burro, fondata nel 2017, ha progettato robot collaborativi per la raccolta di uva da tavola, lamponi e mirtilli. In sostanza i robot aiutano la manodopera in campo nelle operazioni più pesanti, come il trasporto delle cassette piene di prodotto fino allo scarico in azienda. Gli agribot si muovono autonomamente fra le fila grazie a sensori e a un sistema di visione che utilizza il posizionamento satellitare e l’intelligenza artificiale per essere sempre a fianco a chi sta raccogliendo. Secondo la startup, grazie alla collaborazione con i suoi robot, un team di 6-8 persone raccoglie il 30% in più di prodotto al giorno.