Sarà anche l’uomo dei miracoli, come lo definiscono diversi analisti ricordando che quando nel 2018 è arrivato in Chipotle, i ricavi sono di fatto raddoppiati, i profitti sono aumentati di sette volte e il prezzo delle azioni è aumentato di quasi l’800%. Ma intanto, nemmeno il tempo di prendere un caffè in Starbuck, che il neo amministratore delegato Brian Niccol è già stato travolto dalle polemiche.
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Brian Niccol è partito col piede sbagliato
È infatti emerso che, alla faccia dell’ambientalismo, il neo Ceo, Brian Niccol, percorrerà i 1.600 chilometri che separano la casa di famiglia a Newport Beach, California, dalla sede centrale dell’azienda, a Seattle, su un jet aziendale.
Perché gli ambientalisti criticano il Ceo di Starbucks
Andare al lavoro in aereo sembra troppo anche per un top manager dallo stipendio di 1,6 milioni di dollari, cui potrebbero aggiungersi bonus legati alle prestazioni fino a 7,2 milioni di dollari e fino a 23 milioni di dollari all’anno in azioni Starbucks.
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Sembra infatti che nell’accordo sottoscritto con la catena di caffetterie non fosse previsto l’obbligo di trasferirsi alla sede centrale dell’azienda: come milioni di lavoratori, insomma, Niccol avrebbe fatto il pendolare. Con la differenza che, anziché spostarsi in treno o in auto, come pure sembrava emergere da una intervista di Fortune sulla sua routine quotidiana, l’Ad avrebbe voluto usare un jet tutte le volte che non intende sfruttare l’ufficio di Newport Beach allestito a tempo record per quando lavora dalla California.
Avrebbe voluto, sì, perché la tempesta social che sta travolgendo il marchio potrebbe infatti spingere il Ceo a fare l’abbonamento ai mezzi, almeno in occasione del suo insediamento previsto per la prima decade di settembre. La falsa partenza potrebbe incidere una missione già di per sé piuttosto difficile da portare a termine, ovvero risanare i conti del gruppo.
Caffè amaro per il Ceo
Il colosso statunitense del caffè ha chiuso il terzo trimestre con un fatturato di 9,1 miliardi di dollari (-1%), mancando la stima di 9,25 miliardi stimati dagli analisti. Un calo dei ricavi dovuto alle minori vendite non compensate dall’aumento del 2% dello scontrino medio soprattutto in Cina e USA, i due mercati principali della società.