L’Autorità ha chiesto di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali; le tutele per le persone occasionalmente riprese, in particolare i minori; i sistemi adottati per anonimizzare i dati raccolti; le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali
Per il garante della Privacy italiano le lenti degli smart glasses di Facebook non sono abbastanza trasparenti. L’autorità italiana ha chiesto infatti all’omologa irlandese (DPC- Data Protection Commission) di sollecitare il colosso tecnologico statunitense guidato da Mark Zuckerberg affinché risponda ad una serie di quesiti prima della commercializzazione degli occhiali sul mercato italiano.
L’Autorità italiana, comunicano dall’istituzione, si era infatti già attivata nei giorni scorsi presso l’omologo irlandese ponendo una serie di questioni che integravano quelle già oggetto delle interlocuzioni avvenute tra la DPC e il social media.
Il Garante italiano intende acquisire elementi ai fini di una valutazione della effettiva corrispondenza del dispositivo alle norme sulla privacy. L’Autorità ha chiesto, in particolare, di conoscere la base giuridica in relazione alla quale Facebook tratta i dati personali; le misure messe in atto per tutelare le persone occasionalmente riprese, in particolare i minori; gli eventuali sistemi adottati per anonimizzare i dati raccolti; le caratteristiche dell’assistente vocale collegato agli occhiali.