Nel 2023, soltanto in Silicon Valley, sono stati investiti 35 miliardi di dollari in startup defense tech. In questo primo semestre (e poco più) del 2024 il volume dei round raccolti ammonta complessivamente a 9 miliardi, indice senz’altro di un maggior raffreddamento nel mercato dei capitali. Come si legge su TechCrunch, i fondi di Venture Capital stanno tuttavia coinvolgendo sempre più veterani, ex militari e profili di spicco che hanno operato al Pentagono e in generale servito nell’esercito.
Chi sono gli ex militari attivi nei VC americani?
Andreessen Horowitz ha per esempio assunto Matt Shortal, un ex pilota di jet da combattimento; Lux Capital ha ingaggiato come consulente Tony Thomas, ex capo del Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti; il socio di gestione di Shield Capital Raj Shah ha prestato servizio nell’Air Force.
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Nel settore innovazione c’è una definizione che si sente utilizzare sempre più spesso: dual use. Si tratta del modo per descrivere tecnologie sofisticate che dall’ambito civile possono essere trasferite su quello militare. Anche in Europa l’interesse è crescente, con startup innovative impegnate in vari verticali, dai droni fino alla cybersecurity.
Il fatto che in Silicon Valley l’ecosistema di aziende impegnate sulla Difesa sia vivace non deve sorprendere. Le origini del successo di questo angolo della California si devono proprio all’importanza dell’area per l’esercito USA, che fin dal Novecento qui ha sempre avuto una presenza importante, sperimentando tecnologie di frontiera. Come l’antenato dell’internet odierno.