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Quella di Milano è una città che vuole affermarsi come polo di attrazione per congressi ed eventi di rilievo internazionale in diversi ambiti, soprattutto in quello dell’industria farmaceutica e delle lifesciences, le scienze della vita. L’edizione 2024 del CPHI, l’evento che dall’8 al 10 ottobre ha animato Rho Fiera radunando tutti gli attori dell’industria, ha voluto ribadire il ruolo di rilievo di Milano in questo settore e nel panorama internazionale. Il capoluogo lombardo, infatti, non è solo design e moda, come l’immaginario comune racconta. Ci sono anche altri settori, come questo e di strategica importanza, in cui la città si afferma e che vogliono emergere.
A supportare queste aspirazioni è anche l’ultima analisi CPHI Milan che ha definito la Lombardia come “the best location for pharma manufacturing in Europe”, ovvero “la migliore location per l’industria farmaceutica in Europa”. La regione e il suo capoluogo sono sempre più attraenti per le nuove imprese e cresceranno, secondo le stime, più rapidamente nei prossimi anni. Basti pensare che la Lombardia, a seguito di un sondaggio, ha raggiunto il primo posto in classifica nel CPHI European Manufacturing Rankings. Si è attestata prima dell’Île de France, di Dublino e dei compartimenti tedeschi come destinazione per costruire un nuovo stabilimento di produzione, considerando aspetti come quelli dell’accesso a personale qualificato, alla tecnologia e i costi operativi correnti.
CPHI 2024 in numeri
Entrando nel dettaglio dell’evento CPHI del 2024, la città di Milano ha previsto 62.000 visitatori da oltre 170 paesi. L’afflusso contribuirà con più di 120 milioni di euro direttamente nell’economia locale. E questo al netto dei miliardi di contratti finalizzati durante la settimana.
Eventi come questo, che partono con grandi numeri, però hanno bisogno di un forte sostegno operativo e di organizzazione e di persone che sappiano raccontarne il valore e la potenzialità. Per la comunicazione Milano&Partners, agenzia ufficiale creata dal Comune di Milano e dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi per promuovere la città con il brand YesMilano, sta lavorando per valorizzare le qualità del capoluogo lombardo e per fare in modo che tutti gli stakeholder ne conoscano le qualità e lo trasformino in un loro punto di riferimento. Per la parte operativa, l’organizzazione logistica è stata affidata a Informa Markets, leader al mondo nel settore delle esposizioni. Abbiamo approfondito con loro il funzionamento di un evento come CPHI 2024.
Intervista a Fiorenza Lipparini
Per capire cosa Milano può rappresentare in occasioni come questa, abbiamo intervistato Fiorenza Lipparini, Direttrice Generale di Milano&Partners. Ci ha raccontato come CPHI sia un evento unico nel suo genere, in un luogo come Milano che si sta sempre più definendo come zona di grande importanza in Europa e nel mondo. «Milano è già una frontiera del pharma e delle lifesciences. Ma si sa poco. È senz’altro riconosciuta come capitale del design e della moda, ma molto di meno come hub del settore delle scienze della vita e, in particolare, del settore del farmaceutico». E ha precisato: «È tra le prime 3 regioni europee, come produzioni, export, valore aggiunto. I numeri sono molto importanti. E questo aspetto si somma alla ricerca che si fa nelle università, negli ospedali e nei trial clinici, che sono un’eccellenza europea».
I presupposti sono ottimi, ma Fiorenza Lipparini ci tiene a spiegare che si può fare di più e meglio «Ci sono grandi margini di crescita. Sono legati alla capacità di trasformare i risultati della ricerca in innovazioni, ovvero in nuove imprese, prodotti e servizi. Questo perché nell’ultimo decennio si è investito nel tech transfer». Cosa vuol dire esattamente?«Sono arrivati molti intermediari, incubatori, consulenti che assistono all’internazionalizzazione, studi legali specializzati. E questo accelera i processi».
Perché poi la relazione tra Milano e gli stakeholder sia proficua è necessario che si stabilisca un interscambio tra la città e gli attori in gioco. «Con i nostri interlocutori internazionali la città deve essere chiara nel presentarsi e farsi conoscersi. E deve mettersi in ascolto. Anche in termini pragmatici». Milano&Partners ha dato il suo contributo in questo senso «Per esempio avendo una mappatura costantemente aggiornata su chi fa cosa: nelle università, nel mondo delle imprese, negli ospedali, negli intermediari. Con la Camera di Commercio abbiamo lanciato, per esempio, l’Innovation Map che monitora tutte le realtà che fanno innovazione».
Fiorenza Lipparini aggiunge poi come sia necessario che la città si riveli attrattiva non solo per la vendita ma anche per la ricerca. E questo offrendo una serie di asset «L’obiettivo è fare comprendere come qui ci sia un tessuto di talenti – per esempio più di 200mila studenti nelle università milanesi -, che consentono di portare branch commerciali, headquarters, laboratori e impianti produttivi».
Come spesso accade i grandi obiettivi sono anche grandi sfide che prevedono lungo il percorso degli ostacoli. La Direttrice Generale ci ha raccontato come «La cosa più difficile è conquistare e mantenere la credibilità. Il nostro deve essere un sistema che fa quello che dice, che continua a essere affidabile nel tempo, anche in un periodo di incertezza globale. L’Italia sconta la fama di essere un Paese poco affidabile, di avere una burocrazia complicata e regole che cambiano in continuazione. Milano però nel tempo si è definita come città affidabile, dove si può investire. È importantissimo continuare a ribadirlo anche nei fatti». Non è però l’unico ostacolo «L’altra difficoltà è emergere, soprattutto in un mondo interconnesso dove le città si fanno concorrenza sui talenti, sugli investimenti, sui grandi eventi. Bisogna lavorare su tre aspetti: credibilità, affidabilità, un’offerta unica che ci contraddistingua dalle altre città del mondo».
Qual è questa offerta? «Abbiamo i talenti, ovvero una grande quantità di studenti, PHD, post-doc, e uno sguardo lungo nell’investire nei nostri hub di conoscenza, come le università».
Come si organizza CPHI
Per scoprire come funziona l’operatività di un congresso di queste dimensioni abbiamo fatto qualche domanda a Adam Andersen, SVP of Informa’s Pharma Portfolio. «Abbiamo voluto creare un’esperienza dinamica e preziosa per tutti i partecipanti. Questo vuol dire garantire il giusto mix di partecipanti, creare opportunità di networking significative ed espandere la portata dell’evento con iniziative legate alla sostenibilità per ridurre l’impatto ambientale dell’evento, alla tecnologia avanzata e ai contenuti all’avanguardia». In termini pratici? «Abbiamo incorporato un teatro Manufacturing 5.0 che presenta l’Intelligenza artificiale e robotica e abbiamo migliorato l’app per eventi con esperienze personalizzate».
Abbiamo poi chiesto quali vantaggi offre Milano nell’organizzazione di un evento di questo tipo «La sede, Fiera Milano, è uno dei più grandi centri espositivi in Europa, perfettamente attrezzato per gestire la portata dell’evento. Le sue dimensioni e le sue strutture moderne garantiscono un’esperienza fluida. Inoltre la regione è rinomata per la sua solida base di produzione farmaceutica». Da queste caratteristiche di base derivano alcuni vantaggi «Questo la rende una scelta naturale per un evento come CPHI, perché i partecipanti sono direttamente collegati a un centro chiave di produzione e innovazione farmaceutica. Una condizione che migliora ulteriormente le opportunità di business e la rilevanza dell’evento nel settore». In definitiva, tutto fa pensare in un futuro sempre più promettente del settore farmaceutico e delle scienze della vita a Milano e in Lombardia.