In collaborazione con |
Cosa vuol dire Milano per chi la guarda dall’estero? Cosa può offrire? Quali sono i suoi potenziali? E soprattutto: perché sceglierla per un un congresso o un evento? La città infatti non è solo un catalizzatore per i turisti, ma anche per chi vuole fare business e networking. Lo dimostra, da ultimo, il Milan Fintech Summit, l’evento che l’8 e il 9 ottobre ha dato voce al mondo della finanza mondiale.
A organizzarlo è stata Fintech District e Business International, la knowledge
unit di Fiera Milano con il supporto di Milano&Partners, agenzia ufficiale creata dal Comune di Milano e dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi per promuovere la città con il brand YesMilano. Per 5 anni la Destination Management Organization ha lavorato per trasformare la città in un polo di attrazione turistica e oggi sta spostando la sua attività verso nuovi obiettivi. L’idea è valorizzare e promuovere, col metodo del partenariato pubblico-privato la città perché diventi sempre più un luogo per grandi eventi congressuali e fieristici. E sia, in questo, in grado di competere con altre destinazioni a livello mondiale. Perché potrebbe farlo? In prima battuta perché ci sono strutture e servizi a supporto degli organizzatori. Soprattutto, però, perché esiste un tessuto straordinario dal punto di vista della conoscenza, dell’innovazione e dello sviluppo finanziario e imprenditoriale. Insomma, è una città che ha nelle corde la possibilità di diventare un vero hot-spot europeo, sia per chi investe sia per chi fa innovazione.
Un Milano Fintech Summit a ritmo di musica
Il Milan Fintech Summit è stata l’occasione per ribadire la natura della città e la sua naturale propensione a diventare un punto di riferimento congressuale a livello internazionale. L’evento, dedicato all’innovazione dei servizi bancari e finanziari, è stato organizzato e promosso da Fintech District, la community internazionale di riferimento per l’ecosistema Fintech e Techfin in Italia, e Business International, la knowledge unit di Fiera Milano.
A fare da guida tematica per questa nuova edizione è stata la musica, come ben racconta il titolo Smells Like Fintech Spirit, una parafrasi di una canzone che ha fatto la storia della musica e che in questo caso ha voluto anche descrivere l’approccio e l’attitudine. Il mondo finanziario e quello dell’industria discografica condividono un percorso che li accomuna: quello della digitalizzazione dei prodotti e dei processi.
Per due giorni l’innovazione e gli ultimi trend del settore dei servizi finanziari sono stati sul palcoscenico. Si è parlato del futuro del mondo fintech, della finanza incorporata, della diversità e dell’inclusione, con un focus sulle donne nel settore, dei mercati emergenti e dell’Intelligenza artificiale con i suoi benefici, le sue applicazioni e i suoi rischi. A radunarsi sono state le eccellenze fintech internazionali, i player finanziari, gli investitori, le grandi aziende, le istituzioni, le associazioni, gli HUB europei e le PMI interessate alle soluzioni fintech che semplificano i processi di business.
In termini di numeri, si sono contati 110 relatori italiani e internazionali, gli Unicorni internazionali e oltre 1.300 persone (di cui il 63% C Level) provenienti da oltre 30 Paesi.
Le voci delle startup dell’evento
Ma che sensazioni ha lasciato questo evento nelle startup che hanno partecipato? Lo abbiamo chiesto direttamente a chi ha partecipato al VIP program, programma dedicato alle realtà che intendono investire nel nostro Paese.
Simran Kang, co-founder e CEO di MyFo, piattaforma che lavora per facilitare la gestione di patrimoni di grandi famiglie, ci ha raccontato «Per me sono stati preziosi i principali discorsi dei leader del settore sul futuro dell’innovazione fintech, ma anche le sessioni di networking con potenziali partner e investitori». Per concludere ha aggiunto: «In generale i racconti degli altri mi hanno insegnato qualcosa di più sulla scena fintech italiana».
Wouter Lachat, co-founder di Oper Credits, piattaforma che grazie all’Intelligenza artificiale semplifica l’accesso al credito con soluzioni personalizzate, ha detto: «Il Milan Fintech Summit ci ha fornito un perfetto mix di contenuti durante i panel e i keynote, opportunità di networking con startup, banche e altri attori dell’ecosistema italiano». Il co-founder ha poi aggiunto: «Durante il panel è stato stimolante confrontarsi con altre scale-up fintech sulle sfide da affrontare. Anche se operavamo in mercati e settori verticali diversi, spesso puntavamo a obiettivi simili».
Eravamo anche curiosi di sapere che cosa per loro Milano, e in generale l’Italia, rappresentano. Simran Kang di MyFo ha spiegato: «L’Italia è rinomata per la sua ricca storia di aziende a conduzione familiare, che costituiscono la spina dorsale della sua economia. Queste realtà spesso affrontano sfide uniche nella gestione del patrimonio tra generazioni e nel mantenimento della coesione familiare, muovendosi in contesti normativi complessi». Il co-founder e CEO ha quindi così sintetizzato: «L’interesse di MyFO per il mercato italiano è guidato dall’opportunità di supportare queste aziende a conduzione familiare con soluzioni tecnologiche innovative su misura per i family office».
Wouter Lachat ha raccontato: «Il mercato italiano dei mutui si colloca tra i primi 5 in Europa, con centinaia di migliaia di mutuatari che affrontano il percorso ogni anno. In Oper puntiamo a migliorare l’esperienza. Cerchiamo partner e banche lungimiranti nel mercato italiano per rivoluzionare insieme il processo del mutuo».
Ci siamo infine divertiti con loro a popolare la playlist ufficiale del Milan Fintech Summit, una lista di canzoni creata da partner, partecipanti e speaker. Cosa inserirebbero i nostri intervistati?
Simran Kang non ha avuto dubbi: «Unstoppable di Sia. All’inizio ci hanno detto che il nostro software non poteva essere sviluppato e non potevamo penetrare il mercato dei family office. Abbiamo fatto entrambe le cose, e oggi siamo la soluzione per family office con la crescita più rapida sul mercato».
Wouter Lachat ha scelto «Don’t Stop Me Now dei Queen. Come fondatore di una startup, questo è uno degli elementi chiave necessari nel percorso del fondatore».
Uno scenario di luci e ombre
Questo evento è stato anche un segnale positivo in uno scenario di luci e ombre. Milano infatti registra un generale trend positivo con il più elevato tasso di crescita del PIL dal pre-Covid: +8,7% a fine 2023. Pur consolidando alcuni suoi asset distintivi, però, la città vive una fase di transizione e incertezza. Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, ha evidenziato alcune criticità: «La città vive una fase storica di ‘chiaro-scuri’. Penso alla questione dell’attrattività dei talenti, tema su cui la ricerca evidenzia delle criticità. Perdere i talenti significa rinunciare a un potenziale di opportunità, di capacità, di contributi che singoli individui potrebbero dare alla nostra società ed economia, il cui spreco – oggi più che mai – non possiamo più tollerare. Milano, quindi, ha la responsabilità di invertire questa tendenza: dobbiamo tutti contribuire a rendere la città capitale economica del Paese e snodo strategico europeo più attrattiva verso i giovani, mettendoli nelle condizioni migliori per scegliere Milano come meta di studio e di lavoro».
Non a caso questo è uno dei punti del lavoro di Milano&Partners. L’agenzia con sempre maggiore impegno lavora per fare conoscere il potenziale dei talenti che la città ha a disposizione.