Dopo gli annunci di Microsoft e Google nei giorni scorsi, Bloomberg punta l’attenzione sul gigante svedese dello streaming
Nelle scorse ore Bloomberg ha diffuso la notizia secondo cui questa settimana Spotify, il gigante svedese della musica in streaming, farà nuovi licenziamenti dopo quelli effettuati nell’ottobre 2022 (quasi 40). Bloomberg ha citato fonti vicine all’azienda, senza però dare ulteriori informazioni sull’entità di questo ridimensionamento. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, considerando quel che sta avvenendo tra le Big Tech. Attualmente Spotify dà lavoro a quasi 10mila persone nel mondo.
Soltanto pochi giorni fa, prima Microsoft e poi Google hanno annunciato rispettivamente 11mila e 12mila licenziamenti. Queste due multinazionali insieme ad Amazon hanno mandato a casa 40mila dipendenti nell’ultimo periodo. Come loro, anche Meta e Twitter hanno messo in atto un piano di riorganizzazione interna per limitare i costi e far fronte alla crisi in corso. Per Spotify lo scorso anno non è stato positivo in Borsa: il titolo ha perso il 66%.
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Sul New York Times trovate un interessante articolo che esamina il tema dei licenziamenti nelle Big Tech da due prospettive diverse: quella dei dipendenti millennial e quella dei dipendenti nati all’epoca del baby boom. Questi ultimi hanno vissuto diverse crisi occupazionali, compresa quella delle dot.com (quando andò perso quasi 1 milione di posti di lavoro); i primi, invece, si stanno confrontando per la prima volta con una crisi all’interno delle Big Tech, dopo un decennio di crescita impetuosa, fatta di benefit e posti di lavoro che assumevano le caratteristiche di veri e propri stili di vita.