Secondo gli analisti “L’export italiano è tornato su quel sentiero di crescita interrotto dalla crisi; un vero e proprio Ritorno al Futuro”
L’export italiano si rimette in moto, parola di SACE. Che però non ne è proprio convintissima, perché molto – troppo – dipenderà ancora dagli strascichi pandemici e dalla possibile comparsa di nuove varianti. Per questo la società per azioni del gruppo italiano a partecipazione pubblica Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario, nell’elaborare il suo Rapporto Export 2021, giunto alla XV edizione, intitolato “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica” ha previsto perfino due scenari distinti.
I due scenari di SACE sull’export
Lo scenario più “ottimistico” ipotizza la crescita economica globale più intensa, sia nel 2021 che nel 2022, e prevede che il valore delle esportazioni italiane di beni nel 2021 segnerebbe +14,7%, pari a 3,4 punti percentuali in più rispetto allo scenario base ed una dinamica più accentuata nel 2022 (+3,7 punti percentuali). Al termine dell’orizzonte di previsione il nostro export potrebbe arrivare a superare i 577 miliardi di euro contro i 550 previsti dalla baseline.
Nel secondo scenario, quello “peggiore”, in cui ci troveremo a fare i conti, ancora, coi tentacoli del Covid-19, la ripresa dell’economia globale sarebbe più lenta nel 2021. In questo scenario la crescita delle nostre esportazioni sarebbe più limitata quest’anno (+7,2%) e pressoché nulla nel 2022. Il pieno recupero delle vendite Made in Italy nei mercati esteri sarebbe quindi rimandato al 2023.
Tutti i numeri di SACE
SACE stima un rimbalzo dell’11,3% delle esportazioni italiane di beni in valore, attorno ai 482 miliardi di euro, che permetterà già nel 2021 un pieno ritorno ai livelli pre-pandemia. A seguire, si prevede per il 2022 una crescita del 5,4% per poi proseguire nel biennio successivo con una crescita media del 4% annuo.
Un ritmo superiore di un punto al tasso medio pre-crisi (+3,1% tra 2012 e 2019) che consentirà di raggiungere nel 2024 il valore di 550 miliardi di euro di esportazioni di beni. Una performance che potrà anche avvantaggiarsi della domanda aggiuntiva innescata dai piani di stimolo approntati in USA ed UE (Next generation EU).
L’export di servizi, più colpito dalla pandemia, registrerà un recupero solo parziale nel 2021 (+5,1%) e la vera e propria ripresa avverrà nel 2022 quando farà un balzo del 35,1% tornando ai livelli del 2019. La crescita proseguirà anche nel biennio successivo a un ritmo medio del 5%, toccando i 120 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione.