In un mondo dove la reputazione è tutto, un giovane imprenditore italiano sta rivoluzionando il modo in cui valutiamo le persone. Lui è Andrea Zorzetto e la sua ultima avventura è una startup basata sulla trasparenza. Si chiama Peoplerank, una piattaforma di recensioni dedicata a founder e investitori. A soli 29 anni, Zorzetto ha già alle spalle una carriera incredibile.
Il CV di Andrea Zorzetto
Ha lavorato per il governo inglese e per quello francese. Ha portato in Italia Plug and Play, l’acceleratore più grande della Silicon Valley, dopo uno stage a Sunnyvale. Fondata un anno fa, Peoplerank ha già fatto due pivot (tecnicamente due modifiche del business model) e venerdì 14 giugno andrà online. La visione di lungo termine è quella di rendere trasparente la reputazione professionale di tutti noi.
Come è nato Peoplerank
L’idea? Nasce da un suo bisogno. «Quando dovevo assumere talenti, mi ritrovavo ad alzare il telefono e chiedere: conosci “qualcuno bravo” che mi possa aiutare? Ho sempre cercato un luogo online dove leggere recensioni autentiche. Non l’ho mai trovato. Linkedin inizialmente aveva introdotto le referenze, ma si sono presto trasformate in uno scambio di complimenti. E nessuno le ha usate più. Poi, ti ricordi Peeple? Era un luogo dove tutti potevano recensire tutti e spesso si trovavano solo insulti. Noi puntiamo a un luogo basato su serietà e trasparenza, utile al mondo del lavoro. Per fare affari ma anche per capire come si è percepiti».
Con Zorzetto, ci sono due co-founder tutti under 30: Jan Wirth, programmatore tedesco con esperienze in Mercedes, varie startup e parte di Entrepreneurs First, investitore internazionale basato a Berlino e Victoria Antonovich, bielorussa, laureata in legge ma esperta designer di prodotto e UX/UI, ex capa design a Paralect, startup studio americano.
Come funziona e come pensi di farcela dove altri hanno fallito? «Le recensioni sono anonime, ma l’identità dell’autore viene verificata dalla piattaforma. In mezzo ci siamo noi. Chiunque è allo stesso tempo recensore e recensito. Il lettore così può capire quanto è affidabile l’autore sulla base dei dati che raccogliamo. Ci sarà, per esempio, un’icona che indica “autore tra i più affidabili”. Infine, ogni utente controlla il proprio peoplerank, ovvero è l’unico a vedere la propria reputazione e decidere come migliorarla. ChatGPT gli dirà come migliorare: l’AI permette di creare su misura il contenuto e proteggere l’anonimato».
L’importanza delle recensioni
Appassionato di innovazione e cambiamento sociale, Zorzetto ha sempre sentito come fondamentale la questione delle recensioni. «Da tanti anni, mi sento frustrato dalle mancanze di LinkedIn che ormai è un social media come Facebook e tutti siamo connessi con tutti»
I tre founder hanno già raccolto un preseed di 300mila euro. «Ce ne avevano offerti quasi 400 mila ma ci siamo fermati per non diluirci troppo…». Tra gli investitori: Exor, Plug and Play (US), APX / Heartfelt (Germania), Moonstone, BHeroes. Luca Foresti «Oltre ai grandi nomi ci sono anche piccoli angel, persone che ho conosciuto nel mio lavoro, oltre a mio fratello e una compagna di università».
Di Casale Monferrato, dopo sei anni all’estero, Zorzetto ha deciso di tornare a casa. «Sono italiano e voglio rendere il mio Paese più innovativo». Si laurea in economia e scienze politiche a Londra. Master in Public Policy, con focus sulle nuove tecnologie. A 22 anni, ha già un lavoro a tempo pieno per il ministero del Tesoro UK.
«Ero l’unico tra i nuovi a non essere inglese. Lavoravamo al progetto della nuova moneta da 1 pound. Era un luogo molto giovane, età media under 30, uffici in open space con i direttori che si sedevano al tuo fianco. Ci sono rimasto un anno». Poi durante il master, nel 2018, conosce Saeed Amidi, il mitico fondatore di Plug and Play e va in California per fare uno stage di due mesi.
L’incredibile storia di Saeed Amidi
Rewind. C’è una storia nella storia. Saeed Amidi arriva con la sua famiglia a Palo Alto dall’Iran alla fine degli anni 70. Figlio di un commerciante di tappeti, va a vivere nel quartier generale di molti venture capitalist, senza sapere nulla di che cosa fosse una startup. Crea una prima società di imbottigliamento di acqua. Poi inizia a investire nell’immobiliare. Nel 1998 compra una palazzina al numero 198 di University Avenue. I fondatori di Google diventano i suoi primi affittuari.
Poi arrivano Peter Thiel di PayPal e molti altri. Saeed capisce che questi sono piccoli semi di quelle che poi diventeranno grandissime aziende. Diventa il loro angel investor. Nel 2006 fonda Plug and Play e quella palazzina sarà poi ribattezzata Lucky Building (palazzo fortunato). Seed Amidi negli anni ha investito in Dropbox, PayPal, Honey. Nel 2018 Andrea Zorzetto arriva e si innamora della piattaforma che oltre a investire in startup, crea un ponte con le grandi imprese. Gli chiede: «dammi la possibilità di aprire una sede in Italia». Seed gli risponde con un compito: “Se mi trovi le prime 4 corporate, possiamo partire”.
«Ho impiegato 6 mesi per trovare e siglare i contratti con i primi 4 clienti corporate, raggiungendo l’obiettivo dato da Saeed». A partire dal 2019, Zorzetto apre la sede a Milano e poi in altri tre Paesi. Nel frattempo fonda Poliferie, associazione di volontariato nelle scuole superiori di periferia. «Le periferie italiane sono luoghi dal potenziale troppo spesso trascurato. Invece sono comunità vive e noi vogliamo valorizzarle come ricche di opportunità».
Fin da bambino, dimostra intraprendenza e spirito commerciale. «Alle elementari vendevo braccialetti. Durante le scuole medie frequentavo i mercatini dell’antiquariato e aprivo la mia bancarella. Sono andato a studiare all’estero, ho conosciuto Seed Amidi, considerato uno dei migliori networker della nostra epoca. E ho imparato tanto, sempre. Anche facendo volontariato. Con Poliferie ho capito una grande lezione: dopo tante fatiche, il risultato arriva. Oggi ho un obiettivo: uscire allo scoperto con PeopleRank e fare di tutto per farlo funzionare bene. L’idea non è nuova, ma come la implementiamo sì e abbiamo l’ambizione di scalarla».
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PeopleRank si rifà a PageRank, algoritmo utilizzato da Google per attribuire un punteggio alle pagine web, basandosi sui link tra le pagine stesse. «Sulla nostra piattaforma, allo stesso modo, vedremo la reputazione delle persone sulla base delle recensioni che ricevono e quanto affidabili sono gli autori. Un po’ come succede nella vita. Se chiediamo a una persona fidata di chi si fida, ci fidiamo anche noi…». La strada è tracciata: Peoplerank potrebbe davvero essere l’inizio di una nuova era nelle recensioni. Intanto Andrea è ripartito con la più bella delle startup: «Sono diventato papà».