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“Attraverso il sito vendiamo in tutto il mondo ai clienti di Hermes, Vuitton ma anche Zara. Siamo da Harrods a Gstaad, da St. Tropez a Gallipoli e Betlemme”
Si può fare business e aiutare al contempo? Sì, si può e Roberta Ventura ne è la testimonianza vivente. Founder e Ceo di SEP Jordan, Roberta, ha saputo ascoltare i bisogni delle rifugiate che vivono al campo di Jerash in Giordania e ha dato loro una nuova sfida: il lavoro che tanto cercavano. “SEP Jordan è una social enterprise – infatti SEP stava originariamente per Social Enterprise Project, ma col passare del tempo SEP sta diventando sinonimo di ricami a mano alta gamma su accessori moda e casa, che portano la felicità a chi li ricama e a chi li possiede”, ci ha raccontato l’amministratrice delegata della startup sociale.
Chi sono le artiste
“Le artiste SEP sono tutte donne, rifugiate palestinesi e siriane e noi abbiamo la missione di riportarle sopra la soglia della povertà, trasformando il loro problema in un’opportunità, per quanto possibile”. L’idea di questa startup è nata proprio da Roberta: “Ho semplicemente ascoltanto quello che le donne del campo mi dissero nel 2013, quando aiutavo una ong a valutare se iniziare un’attività doposcuola al campo. Tutte le persone che ho incontrato allora mi hanno detto: ‘Basta donazioni, vogliamo un lavoro, una vita dignitosa mentre siamo qui parcheggiate in attesa e nella speranza di tornare a casa un giorno’”.
Un campo come sartoria
SEP è la prima azienda privata che, in 50 anni di esistenza del campo base, ha scelto di lavorare con i residenti piuttosto che fare donazioni. Il campo di Jerash, in Giordania, si trova a dieci minuti dall’antico tempio romano meta di tanti turisti. I soci e fondatori, attualmente, sono Roberta e il marito, che gestiscono l’azienda da Ginevra. L’obiettivo, con il tempo, è rendere azionisti anche i loro colleghi che operano sul territorio. Hanno anche lanciato un progetto pilota di formazione ad Azraq, un campo creato nel mezzo del deserto giordano per dare casa a 50mila rifugiati siriani. “A Jerash camp siamo partiti con 20 ricamatrici e siamo adesso 300, esclusivamente col passaparola. Nel campo siriano le cose sono più complicate dato che lo shock del conflitto è più recente”, ha affermato Roberta.
Il target e gli obiettivi per aiutare le rifugiate
“Anche attraverso il sito vendiamo in tutto il mondo a clienti di Hermes, Vuitton ma anche Zara. Sono quelli che amano le cose belle, sentono la magia del ricamo a mano e che vogliono indossare un accessorio che racconta una storia e porta delle emozioni. Siamo da Harrods a Gstaad, da St. Tropez a Gallipoli, Betlemme, etc”.
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SEP è una delle startup selezionate da SocialFare per partecipare al programma di accelerazione FOUNDAMENTA#5 avviato nel mese di aprile 2018. E sugli obiettivi futuri le idee sono molto chiare: “Dobbiamo continuare a raddoppiare il nostro giro d’affari, con vendite online, offline, progetti su misura, se vogliamo che il nostro impatto nelle comunità delle rifugiate sia profondo e duraturo. “Questo ci permetterà anche di cambiare la percezione dei rifugiati nel mondo creando un brand equity sostenibile”.