«I modelli che stanno usando sono stati addestrati sulle nostre voci senza il nostro consenso, senza alcun compenso». Chi parla è Leeanna Albanese, doppiatrice di Persona 5 Tactica, una delle figure alla guida delle sciopero che sta interessando Warner Bros. Games. Nelle scorse ore in California è stato organizzato il primo sciopero davanti alla società, con la richiesta di maggiori garanzie rispetto all’impiego dell’intelligenza artificiale.
La paura da parte di doppiatori e attori dei videogiochi è che l’AI venga utilizzata per copiare voci e sembianze senza il loro consenso. Il caso recente più eclatante – ma che non riguarda il comparto gaming – vede al centro l’attrice Scarlett Johansonn contro OpenAI.
Sciopero nei videogiochi: sarà come a Hollywood?
Le ragioni ricordano quelle che nel 2023 hanno animato il lungo sciopero a Hollywood da parte di sceneggiatori e attori. «Penso che quando rimuovi l’elemento umano da qualsiasi progetto interattivo, che si tratti di un videogioco o di uno show televisivo, una serie animata, un film e metti l’AI in sostituzione dell’elemento umano, la differenza si nota» ha detto Jeff Leach, l’attore britannico di Call Of Duty: Modern Warfare & Warzone.
Sono mesi che vanno avanti le trattative tra dipendenti, sindacati e aziende del settore gaming tra cui Activision, Take-Two, EA, Epic Game e la stessa Warner. Per ora gli accordi non hanno soddisfatto i professionisti. L’intelligenza artificiale resta un tema divisivo nel mondo del lavoro creativo: protestano cantanti e artisti, così come lo hanno fatto gli attori. Per il momento publisher e case di sviluppo hanno garantito che non ci saranno ritardi nella pubblicazione dei titoli in uscita.