La Gran Bretagna, non potendo più contare sui finanziamenti dell’Ue, si prepara ad affrontare da sola la crisi post pandemica. Due miliardi di sterline confluiranno nella cassa a sostegno del lavoro giovanile
Anche il Regno Unito, iniziando a intravedere la luce alla fine del tunnel della pandemia, sta approntando un piano di aiuti senza precedenti. Il cancelliere dello scacchiere (equivalente del nostro ministro dell’Economia) Rishi Sunak ha reso noto che il governo sta limando un piano da 30 miliardi di sterline per salvare l’economia britannica colpita dal Covid-19, limitare i licenziamenti e offrire sostegno a chi ha già perso il lavoro.
Cosa farà il Regno Unito per affrontare la crisi economica
Secondo quanto è stato annunciato, le misure studiate dall’esecutivo di Boris Johnson includono tagli fiscali per chi compra casa, agevolazioni per chi non rinuncia alle cene fuori e nuovi bonus per i datori di lavoro che decideranno di stringere i denti e non licenziare.
Il cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak
“Dobbiamo affrontare grandi sfide economiche” ha detto il cancelliere dello scacchiere presentando il piano post Covid-19 alla Camera dei Comuni. Il pacchetto di stimoli si rende necessario perché in soli due mesi, ha detto Sunak, “la nostra economia si è contratta del 25%, la stessa percentuale di crescita degli ultimi 18 anni”.
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Il sostegno all’occupazione giovanile
Altri due miliardi di sterline confluiranno nella cassa a sostegno del lavoro giovanile nel tentativo di allontanare lo spettro della disoccupazione nella società post-pandemica. Anche nel Regno Unito i più giovani rischiano di essere infatti i più esposti alla “coronacrisis”, la crisi economica che seguirà inevitabilmente a quella sanitaria. È il cardine del piano di rilancio occupazionale partorito del governo Tory di Boris Johnson nell’ambito della manovra finanziaria d’estate affidata oggi in Parlamento al cancelliere dello Scacchiere Sunak, la cui popolarità, sottolineano i media britannici, alimentata da una serie di misure interventiste di tipo keynesiano in economia, sfiora ormai quella del premier.
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Il piano, presentato dal Tesoro come “il più grande da decenni per lottare contro la disoccupazione dei giovani” e corredato da incentivi “all’economia verde”, prevede un meccanismo in base al quale il governo finanzierà al 100% contratti di lavoro di sei mesi per giovani “qualificati”: fino a un massimo di 25 ore alla settimana e al livello del salario minimo garantito.