Un travel kit per iniziare con sim card, buoni, guide e consigli e un’assistenza continuativa per tutto il periodo del lavoro smart all’estero. Ecco come funziona l’ambasciata per i nomadi digitali
L’idea è fornire una piattaforma di supporto a 360 gradi per chiunque s’imbarchi in un’avventura da nomade digitale. Cioè lavorare in remoto da dove si preferisca. Nonostante la narrazione, non è sempre semplice cambiare vita dall’oggi al domani. La libertà e le opportunità, e i lavori da terziario iperdigitalizzato, attraggono ma le difficoltà non mancano. Nomad Embassy, una startup italiana, vuole inserirsi proprio in questo passaggio: accompagnare all’inizio e poi seguire le persone in tutto ciò di cui possono avere bisogno nel loro periodo di lavoro a distanza. Un’ambasciata per i nomadi digitali.
Decine di milioni di nomadi digitali nei prossimi anni
Secondo un report stilato dalla società americana di consulenze Mbo Partners, soltanto negli Usa ci sono oltre 20 milioni di nomadi digitali, ai quali potrebbero aggiungersene altri 85 nei prossimi anni a livello globale. E anche se numerosi paesi tra cui Spagna, Croazia e Portogallo hanno compreso l’appetibilità di questo mercato in continua espansione, riconoscendo i nomadi digitali come “turismo intelligente” da attrarre offrendo connettività e programmi ad hoc (è il caso delle iniziative lanciate alle Canarie o a Madeira), molti nomadi digitali hanno lamentato una serie di problematiche che chi aspira a condurre questo stile di vita deve tenere presente.
I nodi da sciogliere? Si va dal servizio a volte inefficiente fornito dalle ambasciate, passando per le difficoltà nel reperire online informazioni affidabili e aggiornate prima di intraprendere il percorso verso questo nuovo stile di vita fino alla mancanza di una vera e propria infrastruttura digitale capace di collegare smart worker itineranti e luoghi strategici per sfruttare al meglio le potenzialità di questa modalità di lavoro. Nomads Embassy intende diventare la prima ambasciata al mondo per nomi digitali, rendendo questo stile di vita alla portata di tutti.
Il travel kit dell’ambasciata per i nomadi digitali
“Il progetto – racconta il fondatore Jacopo Gomarasca – nasce con un duplice obiettivo: da un lato fare da tramite tra questi lavoratori e gli stati, aiutandoli appunto a incrementare il turismo intelligente e rendere gli stessi Paesi più attraenti grazie ai servizi che offriamo, e dall’altro semplificare al massimo la vita di chi decide di percorrere questa strada, sostenendoli in modo concreto grazie al nostro innovativo Travel Kit, che ti rende operativo dal momento stesso in cui atterri”. Che cos’è il travel kit? Si tratta di una specie di “cassetta degli attrezzi” che contiene tutto ciò di cui un nomade digitale può avere bisogno durante i suoi viaggi: sim card, membership con le palestre, spazi di co-working nei luoghi di destinazione, carte prepagate per la mobilità e ristoranti convenzionati, ma anche corsi di lingue, guide alle principali città del mondo ricche di consigli, risorse utili e una serie di strutture certificate, convenzionate e che rispecchiano determinate caratteristiche adatte quindi ad accogliere i nomadi digitali. “In questo modo potremo aiutare l’economia locale, indirizzando i nostri membri ai partner selezionati, e fornire ai nomadi digitali un’assistenza personalizzata 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in modo che siano sempre coperti da qualsiasi evenienza” spiega Gomarasca.
Il target dell’ambasciata per i nomadi digitali
Il target di Nomads Embassy è quello degli studenti che si sentono poco adatti da un lavoro d’ufficio con orari prestabiliti, dei freelance che vogliono viaggiare, dei lavoratori dipendenti che vogliono cambiare vita – specie dopo tanti mesi di frustrazione e isolamento – e anche persone attualmente disoccupate alla ricerca di un nuovo inizio. Gomarasca, 26 anni, abita a Milano e spiega che “grazie agli sconti speciali dei nostri partner e un personal ambassador sempre a disposizione per ogni membro, i nomadi digitali potranno risparmiare soldi, ricevere supporto costante e avere sempre a portata di mano tutti gli strumenti necessari per vivere al meglio questo stile di vita, con la possibilità di inserirsi poi in community globali e locali nelle quali incontrare altri nomad“.
Un aiuto anche all’Italia
Si partirà a breve: “Al momento abbiamo in waiting list ragazzi provenienti da 86 Paesi nel mondo e che parlano 25 lingue diverse, e sono oltre mille le persone che si preparano a compiere questo passo da qui a breve – conclude il fondatore – riteniamo che la nostra startup innovativa possa aiutare in modo concreto anche l’Italia, il Paese più bello del mondo, che attraverso i nomadi digitali può ringiovanire la propria platea professionale, attrarre professionisti altamente qualificati da tutto il mondo e ritornare un’eccellenza internazionale grazie alle meraviglie che può offrire”.