Tiene Berlino, che nell’emergenza ha chiuso in maniera rapida e selettiva. Il Giappone, che ha da subito imposto mascherine e distanziamento sociale, è il Paese con meno danni economici
È l’ennesimo bollettino bellico quello che arriva dall’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che oggi ha restituito la fotografia a livello globale di quanto avvenuto per le maggiori economie nel secondo trimestre dell’anno. Meno 9,8% nei Paesi dell’area OCSE su base congiunturale, meno 10,9% su base tendenziale.
Una gara a chi ha fatto peggio
La caduta peggiore la riporta il Regno Unito, meno 20,4% rispetto al primo trimestre dell’anno. Dopo, ma con un distacco notevole, troviamo la Francia, a meno 13,8 per cento. Molto male anche l’Italia, il cui PIL ha subito una contrazione del 12,4% nel periodo aprile-giugno. Prova a tenere botta la Germania, a meno 9,7 per cento. Gli Stati Uniti fanno meglio di tutti, calando del 9,5%, ma nei 50 Stati la pandemia continua a infuriare, perciò il reale impatto del Covid-19 si vedrà solo con i dati annuali.
Crolli inediti e drammatici
Gli economisti dell’istituzione di Parigi hanno sottolineato come attualmente si sia di fronte a uno scenario mai visto prima, con crolli del PIL mai registrati, nemmeno nel primo trimestre del 2009, quello successivo al fallimento di Lehman Brothers, per intenderci. All’epoca, il PIL dei Paesi OCSE ebbe una flessione del 2,3 per cento.
© Fitch – Twitter
Il lock down ha aiutato l’economia?
Questi numeri sono comunque utili a comprendere l’efficacia – benché traumatica – dei lock down per la salvaguardia dell’economia e la possibilità di predisporre “rapide” ripartenze. Chi ha adottato iniziative più dure, come Roma e Parigi, ha avuto flessioni del 12/13 per cento. Chi ha invece sottovalutato il rischio Coronavirus, come Londra, oggi si ritrova a meno 20,4% rispetto al trimestre precedente, meno 21,7% su base annua. Uscita “bene” invece Berlino, che ha chiuso selettivamente segmenti economici e basato la propria strategia di risposta all’emergenza sanitaria sull’utilizzo delle 3T (Testare, Tracciare, Trattare). Chi non ha chiuso per niente ma ha imposto subito mascherine e distanziamento, come il Giappone, oggi registra perdite del 7,8%.