Motional, joint venture paritetica lanciata nel 2020 da Hyundai e Aptiv con 4 miliardi di dollari di investimento complessivi, ha licenziato 550 dei propri dipendenti, circa il 40% dell’organico. Fonti anonime, interne all’azienda, lo hanno confermato a TechCrunch, dove si apprende di questa ennesima crisi che colpisce il settore dell’innovazione su quattro ruote. I modelli Hyundai Ioniq 5 a guida autonoma targati Motional non saranno dunque messi su strada prima del 2026, mentre la società sta tagliando gli organici in varie sedi negli Stati Uniti, con chiusure perfino di alcune unit.
Cosa è successo a Motional?
Non è un periodo facile per le aziende attive nel settore della guida autonoma. Seppure i test proseguano da anni negli Stati Uniti – e in poche altre parti del mondo, come in Cina – le self driving car restano mosche bianche nel traffico. I licenziamenti in Motional sono conseguenza di una situazione che va avanti da tempo: Aptiv, società attiva sui software nella filiera automobilistica, ha ridotto la propria partecipazione alla joint venture (dal 50% al 15%) motivando la scelta con gli elevati costi di commercializzazione e i lunghi tempi in attesa dei profitti.
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La patata bollente rimane dunque nelle mani di Hyundai, la casa automobilistica sudcoreana nel cui core business rientrano anche gli investimenti nell’automazione e nei robot (il suo più celebre a riguardo è l’acquisizione di Boston Dynamics). La casa automobilistica resta comunque fiduciosa rispetto a Motional, tanto che nei giorni scorsi ha iniettato nuovo capitale nella realtà americana con un round da 475 milioni di dollari. In più ne ha spesi quasi 450 per rilevare parte delle quote di Aptiv (in totale fanno quasi 1 miliardo di dollari). Al momento controlla l’85% delle quote della startup.
Guida autonoma: chi frena e chi accelera
Fino a poco prima dell’annuncio dei licenziamenti, Motional stava testando i propri robotaxi a Las Vegas e a Santa Monica insieme a Uber e Lyft. Come per moltissime altre situazioni non si trattava di una guida autonoma al 100%: al volante c’era sempre un operatore pronto a intervenire in caso di pericolo.
Non stiamo tuttavia parlando dell’unica azienda che fatica a mettere su strada questi veicoli intelligenti: la controllata di General Motors Cruise, fino al 2023 leader negli USA, è stata costretta a tornare alla casella di partenza dopo il ritiro della licenza a San Francisco lo scorso anno a seguito di un incidente.
Non se la passa meglio Tesla, che tra licenziamenti di massa e guai col Cybertruck è alle prese pure con le indagini in corso sull’Autopilot, il sistema di guida autonoma (non a livello 4, ossia totale). Chi sembra navigare in acque più tranquille è Waymo, la sussidiaria di Alphabet (Google): l’azienda ha inserito la freccia e sorpassato anzitutto Cruise e sta offrendo corse coi suoi robotaxi senza guidatore a Los Angeles, San Francisco e Phoenix.