Il presidente della squadra di calcio del Manchester United Jim Ratcliffe non sopporta più lo smart working dei dipendenti (non quelli che scendono in campo, si intende). Ecco perché ha stabilito in una recente call insieme a tutto il personale che per i mille con un contratto con la squadra 20 volte campione in Premier League è finito il periodo del lavoro ibrido. Come mai ha preso questa decisione?
Cosa fa di male lo smart working al Manchester United?
Come riporta il Guardian, Ratcliffe ha notato che il venerdì il traffico mail diminuisce del 20%, segno a suo avviso inconfutabile che la produttività calerebbe (davvero funesta l’idea secondo cui mandare mail rappresenti il grosso del lavoro). Come ha riportato anche Rivista Undici, la soluzione per il presidente dei Red Devils è tornare dunque sempre in presenza in ufficio. L’alternativa? Ha invitato i contrari a cercarsi un altro lavoro.
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Come tante altre aziende anche il Manchester United si è adattato al lavoro da remoto a seguito dello scoppio della pandemia. Negli ultimi tempi, però, sta crescendo il numero di società in tutto il mondo che manifestano il proprio malumore a riguardo. Nel frattempo la stampa sportiva ironizza sulla notizia: la squadra guidata dal tecnico Ten Hag rischia di concludere la sua peggiore stagione di sempre e questa mossa draconiana contro il lavoro agile suona quantomeno bizzarra. C’è poi il tema spazi: gli ambienti di lavoro non sarebbero infatti adeguati a ospitare le mille persone che Ratcliffe richiede in presenza tutti i giorni.