Secondo i commercianti col nuovo Dpcm si va a colpire la locomotiva del Paese. La Regione produce oltre il 20% del PIL nazionale
Le nuove restrizioni previste nel Dpcm che dovrebbe vedere la luce oggi “impatteranno in maniera devastante su interi comparti del terziario, sul commercio, sulla ristorazione, sulle attività del turismo della Lombardia. Regione che, ricordiamo, produce oltre il 20% del PIL nazionale”. Torna ad attaccare il governo per la sua strategia di gestione della crisi sanitaria Confcommercio Lombardia.
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Più nel dettaglio, per Confcommercio rischia di realizzarsi uno “scenario da vero disastro economico” che potrebbe colpire con le chiusure “quasi 60 mila imprese di commercio al dettaglio” che si aggiungono alle “oltre 55 mila imprese della ristorazione, dell’alloggio, dei servizi” che già hanno limitazioni. “A preoccupare – rileva Confcommercio Lombardia in un comunicato – è la mancanza di visione e coordinamento a livello centrale: restiamo convinti che le anticipazioni indiscriminate sui nuovi provvedimenti abbiano avuto e abbiano tuttora il solo effetto di generare, da una parte, rabbia e smarrimento tra gli imprenditori e dall’altra disorientamento e mancanza di fiducia tra i consumatori. Il risultato? Anche chi poteva restare aperto in queste settimane ha lavorato pochissimo”.
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“Tutti i settori colpiti – conclude Confcommercio Lombardia – hanno bisogno di interventi di sostegno immediati, ma i ristori previsti non sono sufficienti: bisogna prevedere un ulteriore sforzo economico e andare oltre a quello che è stato fatto, soprattutto nei territori colpiti dalle misure più restrittive. Gli imprenditori non sono rassegnati, ma hanno bisogno di traguardi e obiettivi. Il periodo che ci aspetta è cruciale, se non ci attrezziamo rischiamo di bruciare i consumi del Natale, e non possiamo permettercelo”.
La situazione sanitaria resta molto grave
Oltre al dato economico preoccupa però quello sanitario. Quasi un terzo delle 353 vittime di Covid nelle ultime 24 ore in Italia – il livello più alto dal 6 maggio, alla fine del lockdown – si registra in Lombardia, che lamenta 117 morti (ieri 46). La regione più colpita registra anche 40 pazienti in più in terapia intensiva, a fronte del balzo di 203 a livello nazionale, quasi il doppio dell’aumento finora più alto dei ricoverati in rianimazione in un solo giorno nella seconda ondata. Sono invece 6.804 i nuovi casi con una percentuale più bassa di ieri (il 21% dei tamponi eseguiti rispetto a 21,9%) e 4.740 i pazienti ricoverati nei reparti, con un aumento di 334 unità.