Lo scorso anno nello stesso periodo la low cost britannica aveva avuto un guadagno netto di 430 milioni di sterline
Sul mercato, la vittima principale del Coronavirus continua a essere il comparto aereo. Rischiano infatti di essere sempre più numerosi i vettori che non sopravvivranno al 2020 e ai suoi lockdown. Mentre EasyJet comunica perdite da capogiro, Air Asia ha informato che porterà i propri libri in tribunale dichiarando la bancarotta.
I dati (spaventosi) di EasyJet
La più nota compagnia aerea low cost, la britannica Easyjet ha annunciato di aver registrato una nei primi nove mesi del 2020 una perdita da 1,27 miliardi di sterline (1,4 miliardi di euro), la peggiore in assoluto nei 25 anni di storia del vettore, naturalmente per effetto del calo globale dei voli per la pandemia di Covid-19. Lo scorso anno nello stesso periodo Easyjet aveva avuto invece un guadagno netto di 430 milioni di sterline. Quest’anno EasyJet aveva attraversato anche una seria turbolenza per via di alcune pubblicità sul proprio sito italiano che offendevano la Calabria.
Air Asia dichiara bancarotta
Ma si trova in condizioni peggiori la filiale giapponese del vettore a basso costo AirAsia, di base in Malesia, costretta a richiedere la bancarotta a causa del crollo prolungato della domanda. La decisione di dichiarare il fallimento arriva a un mese di distanza dalla sospensione dei voli tra i due Paesi e della rotta per Taiwan provocata non direttamente dal Covid-19 (attualmente meno presente in quella parte del mondo) ma dal crollo della domanda. Air Asia ha comunicato che non sarà in grado di rimborsare 23.000 biglietti già emessi e che i suoi debiti ammontano a circa 21,7 miliardi di yen, l’equivalente di 175 milioni di euro. Ora l’aerolinea sarà costretta a richiedere l’assistenza dei principali azionisti, tra cui la Rakuten, e i clienti che hanno acquistato i biglietti potranno ricevere dei voucher da scambiare con altri servizi del gruppo. Air Asia era operativa dal 2017 dall’aeroporto di Tokoname, nel Giappone centrale, scelto come hub principale, con voli interni diretti su Sapporo, Sendai e Fukuoka. Dopo che l’emergenza sanitaria globale in aprile aveva provocato il blocco di tutte le rotte, Air Asia aveva tentato una parziale riapertura delle tratte in agosto, ma i voli, partiti tutti semivuoti, non sono serviti a coprire i debiti. Il tracollo della domanda ha infatti portato a una nuova sospensione dei decolli in ottobre.