La terza edizione ha visto misurarsi idee che guardano alla tradizione del territorio e alla sostenibilità. Ecco le startup vincitrici della terza edizione
Up2you, Riviera Experience ed Endless: sono questi i nomi delle tre startup che si sono aggiudicate la terza edizione di Liguria Crea Impresa, la prima che si è allargata a tutta la regione e che già guarda oltre per il 2020. Tre startup per tre diverse categorie, tre startup anche con tre vocazioni molto diverse l’una dall’altra: ma con un fattore comune, un elemento che permea tutte le iniziative presentate in questa edizione, ovvero la sostenibilità. Un concetto caro a una regione che si affaccia sul mare, e che ha fatto del turismo e di un’industria sostenibile – appunto – un pilastro del proprio futuro.
I tre vincitori
Tre categorie in gara, tre vincitori. Il progetto Endless di Antonio Augeri ha vinto la categoria Blue Economy (sostenuta da Rina), quella legata al mare: un progetto che guarda proprio al mare, visto che si tratta di un marchio che punta a commercializzare una linea di costumi da bagno, e lo fa cercando di andare a colpire uno dei problemi principali che affliggono il mare stesso. La plastica: quella che gli esseri umani scaricano impunemente in acqua, che ricopre parte degli oceani, che costituisce un problema per la sopravvivenza dell’intero ecosistema marino. I costumi di Endless sono fatti di plastica riciclata, appunto, grazie all’impiego di tecnologia avanzata che serve a trasformare vecchie bottiglie in un tessuto indistinguibile da quello di altri costumi da bagno.
Riviera Experience, che ha vinto la categoria Food e Turismo (sostenuta da Conad), nasce a Sestri Levante e ha un obiettivo diverso: far conoscere le storie e le tradizioni della Liguria ai suoi abitanti e ai turisti che arriveranno da ogni parte del mondo, fornendo un’esperienza legata al territorio e ad un’offerta di qualità. Percorsi modellati sulla base di informazioni fornite dai locali, con un occhio di riguardo per il rispetto del territorio e di quanto è in grado di offrire: Riviera Experience punta a costruire direttamente questi percorsi, da mettere a disposizione direttamente al pubblico finale così da valorizzare quanto già oggi esiste. Far conoscere la vera Liguria, quella che fino a oggi è rimasta relegata fuori dal circuito turistico, senza massificare quella che deve restare una cultura il più possibile autentica.
Up2you, infine, è un progetto che parte dalla Liguria ma che guarda già oltre così da preservare l’ambiente: così come accade già in molti hotel in giro per il mondo, all’ospite viene offerta la possibilità di saltare un giorno (o due, o quanti preferiscono) il rifacimento della stanza. Basterà attaccare alla maniglia all’esterno un cartello apposito, analogo a quello che tutti conosciamo bene con la scritta “non disturbare”, per indicare al personale dell’albergo la propria scelta: ogni cartello contiene un codice che equivale a un albero che verrà piantato, così da trasformare la propria scelta in un doppio vantaggio per l’ambiente. E l’hotel ci risparmia comunque, visto che i costi per il rifacimento della stanza sono superiori al coupon che equivale a una pianta: un’idea che è piaciuta anche a Iren, partner della categoria.
C’è spazio per tutti
“Delle idee che abbiamo visionato, anche di quelle che non sono arrivate in finale, ho apprezzato lo spirito fortemente innovativo, così come una propensione al rischio, ma inteso in senso buono – ha detto Vittoria Gozzi, presidente di Wylab e padrona di casa dell’iniziativa ospitata dall’incubatore di Chiavari – Come volontà di fare qualcosa di veramente interessante e utile alle future generazioni”. L’obiettivo di Liguria Crea Impresa è appunto quello di incoraggiare l’iniziativa volta a creare una nuova avventura: un obiettivo centrato visti i numeri in crescita nel corso di queste tre edizioni, sottolineato anche dagli ospiti (e giudici) della giornata finale.
Esperienze come questa servono a formare una vera cultura imprenditoriale: un percorso che non è privo di ostacoli, ma che offre grandi opportunità. “C’è una differenza fondamentale tra impresa e startup – ha detto Gianluca Dettori (Primomiglio), nel corso di una tavola rotonda che ha messo a confronto le diverse anime del venture capital italiano – Un’impresa conosce il suo mercato, mentre una startup parte da zero: ed è questo il suo vero punto di forza. Una startup è alla ricerca di un modello di business che funzioni e che possa scalare: esplora il mercato, scopre chi è il suo cliente, quali sono i suoi problemi e le sue esigenze, ed è in grado di creare un prodotto efficace che è capace di scalare dal micro al macro”.
Non mancano le difficoltà lungo questo percorso, lo dice lo stesso Dettori quando parla di “valle della morte iniziale” e di “mare della crescita” da varcare: conta l’esperienza, conta anche aver appreso dai propri fallimenti in precedenza per sapere come prendere il toro per le corna. Anche per questo va costruita una cultura imprenditoriale sin dal percorso accademico: a partire dagli studenti della scuola secondaria, per avvicinarli a questo tipo di cultura votata all’iniziativa. “Bisogna spiegargli che esiste il mestiere dell’imprenditore, che è un mestiere onorevole – ha chiosato Carlo Cozza, Campus Party – La scuola di imprenditorialità è una scuola importante”.