La ricchezza globale si è ridotta in tutto il mondo di 7.200 miliardi di dollari, pari 1.391 dollari per adulto. La regione più penalizzata è stata l’America Latina
Diciassette miliardi e 500 milioni di dollari. È quanto l’emergenza Covid ha bruciato in soli 3 mesi di blocco totale di tutte – o quasi – le attività umane ed economiche nei patrimoni famigliari mondiali. Sono i numeri riportati dal Global Wealth Report 2020 di Credit Suisse, che stima un calo da 77.309 dollari a 76.904 dollari a nucleo a fronte di un incremento stimato, prima dell’emergenza sanitaria, in crescita a 78.376 dollari. Insomma, il 2020 sarebbe dovuto essere un anno di crescita e prosperità e invece segna ora una inversione di tendenza a dir poco brusca. Non sorprende la notizia in sé, per la verità nell’aria da parecchio, quanto la portata delle cifre.
A metà anno, si legge nel rapporto, la ricchezza globale delle famiglie mondiali era di mille miliardi di dollari sopra ai livelli di gennaio (+0,25%). Un incremento che però è stato «inferiore all’aumento del numero di adulti nello stesso periodo», spiegano in Credit Suisse, e che obbliga a tagliare la ricchezza globale media dello 0,4% fino a 76 984 dollari.
Nel confronto con le aspettative precedenti alla pandemia, la ricchezza globale si è ridotta in tutto il mondo di 7.200 miliardi di dollari, pari 1.391 dollari per adulto. La regione più penalizzata è stata l’America Latina (-12,8%), affossata dalle svalutazioni valutarie che hanno aggravato il calo del prodotto interno lordo, dell’economia stagnante e delle scelte politiche: pensiamo all’Argentina che è in lockdown da ormai otto mesi o dal Brasile di Jair Bolsonaro. Nell’America del Nord la pandemia ha «paralizzato la crescita attesa» e ha «generato perdite» in tutte le altre regioni, eccetto Cina e India. Tra le maggiori economie mondiali in difficoltà a causa del Covid, Credit Suisse segnala il Regno Unito, che ha registrato il «livello più consistente di erosione del patrimonio in termini relativi».